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Fondi Pdl, riformisti: “Le vicende del Lazio sono la regola di sistema su cui verte la gestione degli enti regionali”

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Carnovale: “In Calabria nessun intervento dopo le condanne per peculato”

Fondi Pdl, riformisti: “Le vicende del Lazio sono la regola di sistema su cui verte la gestione degli enti regionali”

Carnovale: “In Calabria nessun intervento dopo le condanne per peculato”

 

 

“Le note vicende che stanno interessando la gestione delle risorse destinate ai gruppi consiliari della Regione Lazio non sono purtroppo l’eccezione ma rappresentano la regola di sistema su cui verte la gestione degli enti regionali che in termini di privilegi, sprechi e distribuzione di prebende hanno di gran lunga superato ogni istituzione centrale”.

E’ quanto ha dichiarato Nicola Carnovale della Segreteria nazionale dei ‘Riformisti Italiani’ di Stefania Craxi

‘L’avvento della riforma del titolo V prima e della sbornia federalista poi – prosegue Carnovale – dovevano essere precedute da una seria e globale riflessione sull’intero istituto regionale ad un quarantennio dalla sua nascita; sui suoi risultati, le sue funzioni, le sue prerogative e soprattutto sulla necessità di separare il livello legislativo da quello amministrativo e gestionale condizione primaria per evitare fenomeni di commistione e ruberie di vario genere’.

‘Quanto alla Regione Calabria – aggiunge l’esponente riformista – è del tutto singolare come pur in presenza di una sentenza di condanna per peculato nei confronti dell’ex Consigliere regionale Crea per la sottrazione di somme destinate all’attività politica del gruppo da lui presieduto, tutto si sia sottaciuto e nessuno ha inteso, specie il Presidente dell’ Assemblea regionale, avviare una seria opera di riflessione e bonifica procedendo così all’abbattimento dei gravosi costi ed all’introduzione di ferree regole di impiego e di trasparenza delle risorse, ponendo magari anche fine allo scempio dei ‘collaboratori spezzatino’ che rende blandamente l’idea di come la finalità di impiego degli stessi non sia quella di avere al proprio fianco personale qualificato e competente, ma esclusivamente il numero più alto di ‘galoppini elettorali’.

‘Spiace – conclude Carnovale – che a tale compito di verifica e controllo, pur in presenza di un formale esposto circostanziato avanzato da noi socialisti riformisti già nella scorsa consiliatura, non sia stato assolto con la notoria puntualità dagli organi della giurisdizione contabile molto talvolta più ligi e pervicaci a sanzionare i piccoli amministratori locali che operano nell’interesse della proprie comunità in perenne clima di emergenza che non a scalfire i sacri palazzi del potere. Ma si sa, una consulenza non si nega a nessuno, specie se si è nella cerchia degli organi giurisdizionali”.