Di GiLar
La profondità delle azioni molte volte dipende anche dalla profondità degli eventi, l’essere profondi è uno stato d’animo in cui interroghi la coscienza ed essa risponde con le azioni.
Abbiamo sempre cercato di dare voce a chi, ahinoi, voce non ne ha o magari non riesce a farla arrivare dove vorrebbe, e magari risolvere un problema grande o piccolo che sia.
La politica è quella memoria che difficilmente bussa alla storia se non per particolari eventi, l’oblio post elettorale è “pandemico”, si sa ne abbiamo attraversato di tutti i colori a Taurianova. Abbiamo anche combattuto e lo stiamo facendo ancora contro le “tapparelle abbassate” e incentivare a chi, tanti purtroppo, “si girano dall’altra parte”, come la frase di Totò che se cade il mondo, lui si sposta.
Poco più di un mese fa, abbiamo sollevato un problema di una via delle frazioni (abbandonate) di Taurianova, a San Martino che oltremodo è raffigurato anche nello stemma comunale. Dove ci avevano segnalato un semplice “tombino” che procurava fastidio ai residenti di quella via, con odori nauseabondi, topi e altro che potevano creare “fastidio”, utilizzando un eufemismo anche a dei bambini che vivono nelle adiacenze.
Un tombino è un semplice problema che nell’oceano dei tanti problemi, potrebbe sembrare trascurabile, ma non è così perché si cerca sempre di partire dal basso per poi risolvere cose ben più grandi.
Quel tombino è stato aggiustato, a dire il vero dopo che il vicesindaco Antonino Caridi (l’ex Nino il Moro), che prontamente aveva inviato gli operai a prendere coscienza della situazione. Caridi nei fatti, un discorso a parte, rappresenta la “Capitale italiana della manutenzione”, ogni giorno tramite i social, oramai mezzi di divulgazione di massa moderni, ci ricorda che lui esiste e che “la manutenzione continua”. È diventato un fenomeno popolare, come un tormentone musicale estivo che si rinnova ad ogni stagione. È un’icona amministrativa, manca solo un’azione di pellegrinaggio o meglio, affiancare alla fenice rossa posizionata in alcuni punti della città, la gigantografia di Caridi, con lo slogan, “Il vicesindaco che vorrei”.
Mi è capitato negli ultimi quattro anni di frequentare diversi paesi, e non vi nascondo che in diverse occasioni, alcuni dei miei amici, l’ultima volta pochi giorni fa, mi viene ribadita la stessa identica frase, “Voi avete Caridi, noi no. Magari ce l’avessimo pure noi per risolvere alcuni problemi” (sic!). Paesi che vanno da Bagnara, Palmi, Polistena, Melicucco, Cittanova e Gioia Tauro per citarne alcuni. I problemi esistono ovunque e non si ha la bacchetta magica, ma avere un uomo che come “Gigi La Trottola” o un “Beep Beep” che te lo ritrovi ovunque non è facile! Caridi c’è sempre, anche se alla massaia di turno dovesse mancare il detersivo dei piatti o l’idraulico liquido, lui interviene. Meno male che Nino c’è!
Morale del racconto (prolisso) è che il tombino a San Martino è stato messo a posto, gli operai sono intervenuti e hanno risolto la situazione, così come si è provveduto a (ri)dare un’altra pulizia sulle linee taurensi che interessano l’altra frazione, Amato, anche lì luogo e ricettacolo di topi che entravano dentro le case e rifiuti vari.
Sembrerà banale, ma la semplicità aiuta lo sviluppo, ne erano consapevoli molte menti eccelse sul concetto di semplicità, da Leonardo da Vinci a Giordano Bruno fino a Saramago, la troviamo nelle poesie di Borges e Salinas, non sto a tediare chi legge, ma è la verità.
Tutto è bene quel che finisce bene e le favole a volte hanno un finale realmente benevolo, dove il principe conquista sempre la principessa e vissero felici e contenti con… Caridi!