Accoltellata a 16 anni con 24 fendenti e poi bruciata viva, condannati il responsabile (e i genitori) a pagare 1,3 milioni di euro alla famiglia della ragazza calabrese

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Sono trascorsi quasi 12 anni dall’omicidio di Fabiana Luzzi, la sedicenne accoltellata 24 volte e bruciata viva dal fidanzato Davide Morrone, a Corigliano Rossano. Era il 24 maggio del 2013. Il responsabile, all’epoca dei fatti aveva 16 anni e dunque era minorenne, è stato condannato in appello, con sentenza passata poi in giudicato, a 18 anni di reclusione, 4 in meno rispetto al primo grado, per il riconoscimento della seminfermità mentale. «Ci manca ogni giorno sedersi a tavola con lei, ci mancano i suoi sorrisi ed i suoi abbracci, ci manca la quotidianità», avevano avuto modo di dichiarare i genitori della giovane vittima, il 24 maggio 2024: giorno dell’anniversario della morte. A distanza di molti anni da quel macabro femminicidio, l’iter giudiziario si completa con un maxi «risarcimento milionario per la famiglia della vittima, da parte dei genitori dell’omicida». A darne notizia è il Corriere della Sera.

L’iter giudiziario su uno dei femminicidi più atroci di sempre si è concluso, a 12 anni dalla tragedia, con un maxi risarcimento milionario per la famiglia della vittima, da parte dei genitori dell’omicida: vittima e carnefice erano entrambi minorenni. Lei era stata uccisa nel fiore degli anni e nel peggior modo possibile, prima colpita con numerose coltellate, poi gettata in un fosso, e infine bruciata viva con della benzina. La tragica vicenda di Fabiana Luzzi, morta a soli 16 anni per mano del fidanzato dell’epoca, Davide Morrone, che aveva 17 anni nel 2013, nei giorni scorsi ha fatto registrare un ennesimo passaggio giudiziario, probabilmente l’ultimo.

I familiari della giovane (rappresentati dagli avvocati Gisberto Spadafora e Ferdinando Palumbo) non si erano costituiti parte civile nel processo penale, «perché la normativa non lo prevede quando l’imputato è un minore» ed erano stati costretti a ripiegare su una causa civile per richiedere i danni. Il Tribunale di Castrovillari – scrive il Corsera – «nei giorni scorsi ha pubblicato la sentenza di primo grado che ha condannato l’assassino di Fabiana, come diretto responsabile, e i suoi genitori», in solido, per «culpa in vigilando» e «culpa in educando»I genitori di Morrone sono ritenuti responsabili per non aver vigilato sul figlio. La condanna inflitta prevede il pagamento di circa 1 milione e 300mila euro di danni alla famiglia Luzzi.

I FATTI

La mattina del 24 maggio del 2013, Davide e Fabiana, dopo la scuola, si erano allontanati dalla cittadina calabrese per cercare un luogo isolato. I due, stando al resoconto processuale, erano arrivati in un casolare in contrada Bonifacio di Corigliano Calabro, ma poco dopo era scoppiata una lite e i due avevano iniziato a discutere animatamente. Le cose tra i due proseguono con una sequenza orribile di eventi. Davide estrae un coltello, che poi dichiarerà di portare sempre con sé da circa un anno e mezzo, e colpisce la ragazza per ben 25 volte. Fabiana si accascia al suolo ma non muore subito. Il ragazzo si libera del coltello, del cellulare di lei, nonché dello zainetto, gettando tutto oltre un muretto. Poi torna da lei e la prende in braccio sanguinante, ma ancora viva, per buttarla al di là di una recinzione di un campo adiacente. E infine si allontana e a bordo del suo motorino e fa ritorno a casa dove si dà una ripulita e getta gli indumenti sporchi di sangue nella spazzatura.