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Aeroporto Crotone, otto ex amministratori a giudizio

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Dovranno presentarsi davanti al Tribunale di Crotone in occasione dell’udienza del prossimo 13 giugno 2018 gli ex amministratori della società Sant’Anna s.p.a che gestiva l’aeroporto di Crotone. Si tratta degli ex presidenti Roberto Salerno, Cesare Spano’ e Gianluca Bruno, sindaco di Isola Capo Rizzuto (Kr) e degli ex consiglieri d’amministrazione Peppino Vallone, ex sindaco di Crotone; Leonardo Sacco, ex governatore della locale Misericordia; Antonella Stasi, ex vice presidente della Regione; Giovanni Mazzei e Salvatore Migale, ex sindaco di Cutro (Kr). Le cariche sono state ricoperte in varie fasi fra il 2010 ed il 2014. Nei loro confronti, secondo quanto rende noto la procura, il pm Gaetano Bono ha emesso un decreto di citazione a giudizio “per rispondere di una pluralità di reati fallimentari commessi quali membri del consiglio di amministrazione della società che gestiva lo scalo aeroportuale crotonese. In particolare – scrive la Procura – è stato contestato il reato di bancarotta semplice perché, contravvenendo ai propri doveri di consiglieri di amministrazione, gli otto imputati hanno gestito la società aggravandone, con colpa grave, il dissesto, agendo in maniera antieconomica, senza alcuna realistica possibilità né di guadagno né quantomeno di pareggio, avendo – anche a fronte di una situazione patrimoniale già ampiamente compromessa ed in mancanza della necessaria ricapitalizzazione – stipulato nel 2013 un contratto con Ryanair che prevedeva il pagamento di ben 16 euro per ogni passeggero in partenza, nonche’ una convenzione antieconomica con Enav S.P.A. cui si pagava un corrispettivo di 90.600,00 euro al mese”.

Una società, si fa rilevare, “che ha accumulato un passivo di 8.700.000 euro e che, dunque, era gestita senza il minimo criterio di efficienza economica, omettendo tutte quelle iniziative (apertura di bar, esercizi commerciali o di fornitura di servizi ai viaggiatori, parcheggi a pagamento, ecc.) che non solo avrebbero un guadagno diretto, ma avrebbero incrementato il valore dello scalo e la sua appetibilità per gli operatori economici e per i viaggiatori. Ed avendo infine aggravato – si fa rilevare ancora – il dissesto della società presentando con grave ritardo la domanda di ammissione al concordato preventivo (6.6.2014) sebbene lo stato di crisi della società si protraesse già da oltre due anni”. Gli imputati, inoltre, avrebbero continuato, “con manovra dilatoria, a chiedere continue proroghe al giudice delegato fino a giungere a depositare la domanda di concordato solo in data 29.12.2014, in mancanza di una realistica possibilità di successo”, tanto che l’istanza, si evidenzia, fu rigettata dal Tribunale di Crotone che, su richiesta del pubblico ministero, dichiaro’ il fallimento della società.