Chiusa la conferenza di Melbourne: obiettivo far emergere in malati “invisibili”
Aids, la metà non sa d’averlo
Chiusa la conferenza di Melbourne: obiettivo far emergere in malati “invisibili”
Si conclude la conferenza internazionale sull’Aids tenutasi nell’ultima settimana
a Melbourne ed uno dei risultati è chiaro e non lascia spazio a dubbi: il futuro
della lotta all’AIDS passa per l’emersione di quel 50% di persone infettate dal virus
che non ne sono a conoscenza. Come ha spiegato Stefano Vella ricercatore dell’Istituto
Superiore di Sanità in un’intervista “L’obiettivo dichiarato è mettere sotto controllo
l’epidemia entro il 2030″. Il dottor Vella che è uno degli estensori delle linee
guida Organizzazione Mondiale della Sanità sulla malattia ha però sottolineato
che “Per riuscirci, bisogna tirare fuori il sommerso, quei milioni di persone che
non sanno di avere il virus, e trattare tutti. È un enorme problema di costi, di
carenza di strutture, ma proprio i risultati ottenuti finora dall’alleanza di scienza,
politica e società civile che combatte l’AIDS, unica nel panorama mondiale, fanno
ben sperare”. Durante i lavori della conferenza – resi probabilmente ancor più
noti a causa del tragico evento dell’aereo malese abbattuto nei cieli ucraini che
trasportava tra i suoi passeggeri alcuni tra i principali esperti della malattia
al mondo diretti in Australia – è emerso che sul nostro pianeta vi sono 35 milioni
di sieropositivi, di cui addirittura un numero prossimo alla metà (compresi 3,3
milioni di bambini) inconsapevoli. Ogni anno le nuove infezioni sono 2,3 milioni. Una
battaglia importanti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei
Diritti”, che sposta il fulcro della lotta a tale patologia verso la ricerca
di una maggiore informazione e consapevolezza, mentre ancora si tarda ad ottenere
una cura definitiva nonostante i molteplici ed annosi sforzi della comunità scientifica
internazionale in tal senso.