“Siano presi provvedimenti seri, altrimenti è una sconfitta del mondo sportivo e sociale calabrese”
Alessandro Pecora (Ammazzateci tutti): “Vicini all’Aspi di Polistena”
“Siano presi provvedimenti seri, altrimenti è una sconfitta del mondo sportivo e sociale calabrese”
Riceviamo e pubblichiamo:
Ho appreso della decisione dell’A.S.P.I. di Polistena di ritirare la
propria squadra di calcio dal Campionato Regionale Allievi in corso, al
fine di denunciare con un gesto forte, che va al di là delle formali
lamentele, le gravi ed inammissibili condotte personali, al limite del
codice penale ed a volte anche oltre, che alcuni personaggi che ruotano
attorno alle squadre di calcio giovanili tengono nei confronti degli
avversari e degli arbitri. Desidero innanzi tutto esprimere, a nome mio
personale ed anche a nome del nostro movimento, vicinanza e solidarietà
all’A.S.P.I. di Polistena. Ma la mia sentita vicinanza viene, oltre che da
giovane impegnato nell’associazionismo antimafia, dal fatto che fino a
circa un anno fa sono stato arbitro di calcio di questo territorio, ed
avendo calcato una considerevole parte dei campi di calcio calabresi da
ufficiale di gara a diversi livelli, posso affermare di conoscere da vicino
e di comprendere appieno ciò che gli amici dell’A.S.P.I. polistenese
denunciano. E’ infatti oltremodo vergognoso che, anche per partite di
calcio riferite ai “giovanissimi” e agli “allievi” (di ragazzi dunque
ancora in età scolare) i direttori di gara siano spesso costretti a
richiedere l’ausilio della forza pubblica (che nella nostra regione ha
certamente ben altri problemi di cui occuparsi). E’ imbarazzante pensare
che per partite che dovrebbero avere come obiettivo non solo l’attività
sportiva, ma anche la crescita umana dei ragazzi, si sia costretti spesso
ad assistere a risse, aggressioni, continui insulti e quant’altro. La cosa
che veramente dovrebbe far riflettere, e lo dico da “addetto ai lavori”, è
che in queste partite giovanili spesso il problema non sono i ragazzi (che
anzi da buoni “talenti in erba” quasi sempre rispettano i loro avversari e
gli arbitri), ma purtroppo i loro genitori ed accompagnatori. Inutile
nascondersi dietro ad un dito, ciò che dico è facilmente riscontrabile (e
chiunque, tra allenatori, dirigenti o arbitri me ne potrebbe dare
conferma): spesso genitori a dir poco “irruenti” rovinano lo spirito che
dovrebbe animare una partita tra ragazzi. La voglia di competizione, e il
desiderio di far emergere il proprio figlio, fa letteralmente “trasformare”
alcuni genitori che, invece di insegnare (e dimostrare soprattutto con i
propri comportamenti) al proprio ragazzo la tolleranza, il rispetto
dell’avversario e l’autorità in campo dell’arbitro (che, giova ricordarlo,
se arbitra in quelle categorie non ci si può aspettare che sia bravo come
un collega di serie A), si lascia trasportare da sentimenti che poco hanno
a che vedere con lo sport e soprattutto con la convivenza civile. Non è più
dunque ammissibile il “bollettino di guerra” che quotidianamente siamo
costretti a leggere dai giornali a seguito di sempre più numerose partite
di calcio. L’A.S.P.I. di Polistena non è un club qualsiasi nel panorama
sportivo giovanile calabrese, ma è un’associazione a cui va dato atto di
essere un vero fiore all’occhiello, non solo a livello sportivo ed
agonistico, ma soprattutto per l’importantissimo e cruciale compito sociale
che svolge nel territorio, avendo non a caso dietro di sè la Comunità
“Luigi Monti” dei Padri dell’Immacolata Concezione di Polistena, e la
problematica che ha sollevato è sacrosanta e va sostenuta in ogni modo e ad
ogni livello. Il mio auspicio dunque, da sportivo e da cittadino, è che a
questo simbolico quanto incisivo gesto lanciato dall’A.S.P.I Polistena
possano aggregarsi anche altre società sportive e magari, perché no, anche
l’Associazione Italiana Arbitri. Sono sicuro che con un buon “gioco di
squadra” tra giocatori, allenatori, dirigenti e arbitri, possano arrivare
dei messaggi questa volta chiari e precisi, perché trovo francamente
inaccettabile che, alle rimostranze del presidente dell’A.S.P.I di
Polistena, Fratel Stefano Caria, e degli altri dirigenti dell’associazione,
alla FIGC non siano mai stati presi i dovuti e necessari drastici
provvedimenti. Ora la protesta clamorosa e coraggiosa dell’A.S.P.I di
Polistena ci ha messi di fronte ad un bivio: o si cambia, nettamente, e si
pongono in essere atti che possano garantire la sicurezza, l’incolumità e
soprattutto la serenità di giocatori, dirigenti e arbitri nei campi
calabresi, oppure è meglio ritirarsi tutti ed abolire i tornei
dilettantistici nella nostra regione. Saremmo di fronte alla possibile e
drammatica sconfitta del mondo sportivo e sociale sano della nostra
regione, e la definitiva vittoria di quella “mafiosità di comportamenti”
che insopportabilmente inquina un mondo fatto di gente onesta che ha
soltanto tanta voglia di normalità. Ma è ormai ora che ognuno si assuma le
proprie responsabilità”.
Alessandro Pecora, secutivo regionale Calabria del Movimento “Ammazzateci tutti” già arbitro di calcio AIA-FIGC