Angelo Antonio Larosa (Pd) scrive una lettera aperta al consigliere provinciale Pd Mimmo Battaglia


Gli chiede di non partecipare all’incontro pubblico, organizzato dalla Fiamma tricolore che si terrà a Reggio sabato

Angelo Antonio Larosa (Pd) scrive una lettera aperta al consigliere provinciale Pd Mimmo Battaglia

Gli chiede di non partecipare all’incontro pubblico, organizzato dalla Fiamma tricolore che si terrà a Reggio sabato

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Carissimo Mimmo Battaglia,

siamo stati protagonisti di un piccolo screzio giornalistico causato da un mio affrettato (e sbagliato) giudizio sulla figura di tuo padre e, successivamente, abbiamo imparato a conoscerci e a collaborare nella comune esperienza alla Provincia di qualche anno fa. Anche per questo, mi prendo la licenza di scriverti pubblicamente, mi arrogo il diritto di chiederti di non partecipare ad un incontro pubblico che ti vede fra gli interventi previsti: l’incontro in programma sabato 13 Ottobre a Palazzo Foti, organizzato dal MSI – Fiamma Tricolore con la celebrata presenza di Adriano Tiglher.

Non vi è alcun bisogno di ricordarti chi è, cosa rappresenta e cosa continua a sostenere un personaggio come Adriano Tilgher. Ex leader di un movimento neofascista come Avanguardia Nazionale più volte sciolto per legge, personaggio ambiguo implicato (anche penalmente) in molte delle più torbide vicende degli “anni di piombo”, fascista mai pentito e grande sostenitore di Benito Mussolini (“E poi, ci vogliamo mettere a discutere il Duce? Uno che ha fondato le città? Lei se lo immagina Fini che fonda città? Fassino che fa la battaglia del grano?.” – intervista “La Stampa” 17 Maggio 2003).

Da autentico democratico, credo che sia giusto – direi quasi salutare – offrire libero spazio al confronto ideale e valoriale, garantire agibilità politica e culturale alle libere espressioni di ognuno. Sono un laico convinto, nel riconoscimento delle culture politiche prima ancora che di quelle filosofico-religiose, e professo con piena consapevolezza il principio della relatività contro ogni assoluto.

Tuttavia, carissimo Battaglia, qui non è in questione il pluralismo delle idee e la democrazia quale libera espressione delle proprie opinioni: perché vi sia pluralismo e libera espressione, è necessario che idee ed opinioni siano degne di essere riconosciute nel dibattito pubblico, è doveroso che il soggetto che le esprime sia degno di essere riconosciuto come interlocutore politico ed intellettuale. Tilgher e i neofascisti non partecipano, consapevolmente, al comune patto democratico e antifascista sui cui si fonda il nostro paese. Sono fuori dalla civiltà politica che ha reso comunque grande la democrazia italiana. Le loro idee, ampiamente rinnegate dalla storia, continuano ad essere un’autentica aggressione ai valori di libertà, di solidarietà e di giustizia che informano la nostra straordinaria carta costituzionale.

Ancora, caro Battaglia, nella nota stampa diffusa dal MSI-Fiamma Tricolore si scrive testualmente di “vergognose allucinazioni della sinistra reggina espresse in un documento approvato e diffuso il 27 maggio durante una loro manifestazione (Piazza Orange)” e di “vuoto politico e di idee che realmente caratterizza tutti gli ambienti della sinistra reggina”. Ti chiedo: come puoi partecipare ad un incontro pubblico di un movimento neofascista che si permette di attaccare pubblicamente e sprezzantemente la sinistra reggina di cui tu sei parte attiva ed apprezzata? Come puoi riconoscere spazio a chi ospita con ogni onore un personaggio del calibro di Adriano Tilgher e contemporaneamente attacca la manifestazione di Piazza Orange contro l’ipotesi di intitolare la stessa Piazza al leader storico del MSI, Giorgio Almirante?

Capisco che tu voglia legittimamente difendere e valorizzare la figura storica di tuo padre, Pietro Battaglia – il Sindaco della Rivolta di Reggio; capisco che tu senta la necessità di ripristinare il giusto valore storico a quella che per te è anche una delicatissima esperienza personale. Ma è proprio necessario farlo in una manifestazione pubblica organizzata da neofascisti che considerano il razzista Giorgio Almirante un modello assoluto e che disprezzano la storia e la cultura politiche da cui provieni tu e da cui proviene la democrazia repubblicana del nostro paese?

Ora vi saranno risposte piccate e attacchi frontali nei confronti delle mie opinioni: non me ne curerò, perché avverto sempre il dovere morale e politico di oppormi ad una pubblica manifestazione neofascista e al riconoscimento politico di personaggi fuori dalla civiltà democratica. Lo stesso dovere che, per storia personale e militanza attuale, sono certo avverti anche tu.

Tanto dovevo e tanto volevo comunicarti, con la stima e l’affetto di sempre.

Angelo Antonio Larosa – militante PD e antifascista