Arrestati dalla polizia Angelo Paradiso e Pasquale Carnovale. Uno dei due aveva la pistola con il colpo in canna
Dic 15, 2011 - redazione
Lamezia Terme, quartiere Capizzaglie teatro nei giorni passati di due agguati. In un’altra operazione delle forze dell’ordine sono stati arrestati Massimo Rondinellidetto (u ciutu) e Angela Giampà
di Antonietta Bruno
All’interno della news le foto delle persona arrestate oggi dalla polizia su ordine della Procura della Repubblica
Arrestati dalla polizia Angelo Paradiso e Pasquale Carnovale. Uno dei due aveva la pistola con il colpo in canna
Lamezia Terme, quartiere Capizzaglie teatro nei giorni passati di due agguati. In un’altra operazione delle forze dell’ordine sono stati arrestati Massimo Rondinellidetto (u ciutu) e Angela Giampà
LAMEZIA TERME – Due importanti operazioni di polizia sono state portate a termine tra il pomeriggio di ieri di ieri e nelle prime ore dell’alba di oggi, dagli uomini del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza diretto da Antonio Borrello. Due fermi e due arresti in flagranza di reato, frutto di controlli a tappeto e indagini silenziose che cominciano a dare un volto agli autori dei numerosi fatti criminosi verificatisi nella città della Piana. A finire in manette, il venticinquenne Angelo Paradiso e il coetaneo che a breve avrebbe compiuto il 26esimo anno d’età, Pasquale Carnovale. Al momento dell’Alt della polizia, i due sospettati, già noti alle forze dell’ordine per essere personaggi di spessore nell’ambiente criminale lametino, transitavano, a bordo di una Fiat Punto condotta dal Paradiso e di proprietà di un cognato del Carnovale, la via dei Bizantini nel quartiere Capizzaglie. Scenario degli ultimi pesanti attentati intimidatori. Al posto del passeggero, si trovava invece il Pasquale Carnovale che custodiva nella cintola dei pantaloni, una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa. Equipaggiamento che non si esclude potesse essere pronto per un nuovo utilizzo considerato che la pistola in questione era già con il colpo in canna.
Un’operazione importantissima questa della Polizia di Stato, che apre una prospettiva ancora più ampia, legata a tutte quelle operazioni di intelligenze e di prevenzione sul territorio, e che hanno già consegnato alla giustizia diversi personaggi malavitosi.
Nell’ambito di questa prospettiva generale, si colloca infatti la seconda operazione portata a termine dagli uomini di Borrello. Il fermo di Massimo Rondinelli detto (u ciotu) di 31 anni, e di Angela Giampà, 63 anni e moglie di Michele Dattilo, già in carcere con l’accusa di omicidio ai danni di Giovanni Villella, assassinato a colpi di fucile caricato a pallettoni, lo scorso mese di giugno in località Pullo. Per questo crimine, Dattilo venne arresto assieme Giovanni Giampà e a Pina Jennifer, moglie del Villella e amante del Giampà. <<Noi ci fermiamo al semplice dato dell’omicidio e alla scoperta degli autori>> – ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Villella nel corso della conferenza stampa indetta per rendere noti i termini delle operazioni svolte tra il pomeriggio di ieri e l’alba di questa mattina <<ma vogliamo approfondire tutto e soprattutto il retroterra criminale che circonda ogni singolo fatto criminoso. In questo caso, tutto ciò che ruota attorno alla figura di Michele Dattilo, depositario di armi di enorme potenzialità, tra cui una mitraglietta che è arma da guerra. Dattilo – ha aggiunto Vitello – è un personaggio criminale di spessore ed è fortemente temuto sia all’interno del mondo criminale che fuori. Agisce nella totale illegalità ed è impermeabile alla funzione di deterrenza della pena. Giuseppe Falsia (altro personaggio noto negli ambienti criminali locali e già in carcere perché all’interno della sua abitazione furono rinvenute lo scorso mese di agosto 5 ordigni esplosivi) è un suo sottomesso>>.
Ma quali i dettagli di questa seconda operazione che ha visto in prima linea anche il sostituto procuratore Galletta? Tutto parte da quell’omicidio. È da li che a seguito di intercettazioni telefoniche ed ambientali durate ben sei mesi, oltre che a tutta una serie di attività tecniche. Che hanno consentito agli organi inquirenti di ricostruire i movimenti successivi all’operazione, i poliziotti sono venuti a conoscenza che Michele Dattilo aveva dato mandato alla moglie di fare spostare delle armi (due pistole, un fucile e una mitraglietta), da una campagna in cui erano occultati, in un’altra campagna. Per potere svolgere l’operazione di interramento, la moglie si rivolse a Giuseppe Falsia e Massimo Rondinelli.
Nomi che ricorrono dunque, e che fanno tremare la città della Piana che negli ultimi anni ha vissuto momenti veramenti tragici. Intimidazioni, morti ammazzati, avvertimenti e ora, anche fatti delittuosi che rasentano la pazzia quale ad esempio, l’ultimo attentato contro un salone da barba in pieno giorno e con all’interno diverse persone. Un fatto grave che solo fortunatamente non è finito in strage.
-Le rassicurazioni del Procuratore Vitello alla città di Lamezia
Ad anticipare la conferenza stampa in Procura per le due importantissime operazioni svoltasi a Lamezia, è stato il procuratore della Repubblica Salvatore Vitello. Una “premessa generale” la sua, rivolta agli uomini delle vari Corpi, ai criminali ancora in circolazione e, soprattutto, alla gente per bene di Lamezia.
<<Voglio dire che i soggetti criminali che operano in questa città e tutti coloro che credono di vivere nella illegalità, devono sapere bene che noi siamo vigili, lavoriamo di continuo e, con una punta di orgoglio, diciamo che noi siamo un passo davanti a loro. Noi indubbiamente però, agiamo nelle regole. Portiamo avanti il nostro compito di raccolta delle prove e di costruzione del quadro accusatorio. Un quadro che possa avere fondamento>>.
<<Sarebbe grave da parte di coloro che tentano di vivere e scorazzare nell’illegalità, che pensino che possano agire nell’impunità e che pensino che con l’arroganza criminale possano in qualche modo mettere a repentaglio la vita di questa comunità. Sparando a destra e a manca senza avere timore dello Stato>>.
<<La comunità deve sapere che noi non stiamo un attimo fermi e cerchiamo di rendere la vita delle persone per bene, di tutti i cittadini che sono la stragrande maggioranza di questa comunità, più tranquilla. Abbiamo a cuore i figli, i ragazzi, i giovani di questa città. Operiamo per assicurare in modo adeguato, i criminali alla legge dello stato facendo in modo che la nostra iniziativa giudiziaria abbia poi e si consolidi nei casi successivi>>.
<<Oggi vogliamo dire alla comunità di Lamezia, e parlo non solo per me ma anche per tutti i magistrati e le forze dell’ordine, che il nostro è un lavoro silenzioso e costante, e che questa nostra attività continuerà come e più di prima per assicurare loro, a tutti i cittadini, di passare con le rispettive famiglie, delle serene feste. Feste degne di un Paese civile>>.
Antonietta Bruno