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Capitale della Cultura. Il Pd reggino risponde a Minasi: “Le sue parole non stupiscono, tifava contro Reggio”

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«E’ ovvio che chi ha deciso di abbeverarsi dall’ampolla del Po’, esulti per l’indicazione di Pordenone quale Capitale italiana della cultura 2027. Non stupisce, dunque, la sortita della senatrice Tilde Minasi, leghista in terra reggina, che riversa la propria sete di rivalsa sulla città di Reggio Calabria che, a lungo, ha lavorato per inseguire un sogno che non è di una parte politica, ma dell’intera comunità». Il Partito Democratico di Reggio Calabria replica alle esternazioni della parlamentare della Lega nord dopo la pronuncia della Commissione ministeriale in favore del Comune friulano.

«Possibile – si domandano dal Pd – che la senatrice Minasi arrivi a speculare persino su quella che risuona come un vero e proprio scippo per Reggio che, pur avendo mirabilmente superato ogni passaggio, si è dovuta fermare soltanto di fronte ad una scelta che, scrivono importanti quotidiani nazionali, “premia il feudo dei fratelli Ciriani?”. Ecco, volgesse lo sguardo fra i suoi compagni di banco, la senatrice Minasi, per provare a comprendere, fino in fondo, chi ha remato contro Reggio, i reggini ed una comunità fatta di associazioni, istituzioni locali e cittadini impegnata a raggiungere un obiettivo ambizioso ed importante».

«La coincidenza che i fratelli Ciriani di Fratelli d’Italia – commentano i Democratici – rappresentino una famiglia influente nella politica locale pordenonese, se da un lato può alimentare sospetti su presunti conflitti d’interesse considerata la presenza, al Governo, di un ministro fratello dell’ex sindaco di Pordenone ed oggi eurodeputato, dall’altro avrebbe dovuto spingere la senatrice Minasi a sostenere le legittime aspirazioni del popolo reggino giocando d’anticipo e non di rimessa».

«E’ troppo facile, se non addirittura squallido – proseguono dal Pd – intervenire, con supponenza e smania di protagonismo, sul finale di un discorso rispetto al quale la senatrice non ha mai aperto bocca. Lo fa, adesso, per agitare l’aria, attaccare l’amministrazione comunale ed offrire una banale e puerile testimonianza di esistenza politica».

«Ciò che la Minasi non tiene in considerazione – concludono – è che i cittadini conoscono bene il suo operato e le gesta di chi ha amministrato Reggio facendola piombare nel baratro del dissesto economico e promuovendo la cultura attraverso le laute passeggiate di vallette, ballerine e tronisti lungo le vie della città. Così, dopo lo scempio dell’autonomia differenziata, adesso ci tocca dover registrare anche la tracotanza di chi, esultando in Padania, prova a moralizzare la Calabria».