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Caridi (FI): “Dopo vicenda Gioia Tauro ci ruberanno l’anima”

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Incredulo apprendo in questi giorni l’ennesimo stravolgimento della
situazione riguardante il Porto di Gioia Tauro; fiore all’occhiello del
mediterraneo che avrebbe, con gli accorgimenti da parte del Governo,
rilanciato a tutti gli effetti l’interno Sud e la tanto bistrattata
Calabria. È impensabile il menefreghismo e la noncuranza che caratterizza
le esternazione di Renzi e dei suoi collaboratori, con chiari riferimenti a
Graziano Delrio.

Il rilancio del mezzogiorno è nelle mani di Gioia Tauro, posizione
strategica e quant’altro sono esclusivamente parole lasciate in balia del
vento; demagogia pura attuata dal ministro che pensava di abbindolare la
popolazione calabrese con false illusioni prospettiche di rilancio del
meridione.

Più volte ho manifestato disaccordo in merito alle proposte di Governo per
quel che concerne i decreti attuativi della legge di riforma della
portualità italiana che avrebbe visto cadere nel baratro il Porto di Gioia
Tauro; oggi apprendiamo come sia quasi una certezza l’accorpamento delle
unità portuali con un processo di fusione illogica che andrebbe a minare
l’autonomia e il ruolo di transhipment del nostro porto.

Chiaramente l’Autorità portuale di Gioia Tauro sarà accorpata a quella di
Messina provocando una paralisi delle attività del porto stesso,
vanificando le potenzialità che la Calabria sarebbe in grado di esprimere.
Oltre a non comprendere la posizione strategica che Gioia Tauro
rappresenta, viene meno il riconoscimento della struttura e della
professionalità che quotidianamente è apprezzata universalmente.

La manovra del governo che paventava l’accorpamento delle unità portuali
del Porto di Gioia Tauro con quello di Messina è stata criticata in
particolar modo a livello regionale anche dal Partito Democratico che ha
compreso la scelta della fusione portata avanti dal Ministro Delrio non
avrebbe giovato alla Calabria, provocando il definitivo tramonto di quella
speranza che avrebbe voluto il Porto di Gioia Tauro il traino dell’intero
meridione.

Adesso il quesito da porre ai colleghi di maggioranza, al Presidente
Oliverio e alla sua Giunta è uno solo: quale linea decisionale verrà
portata avanti, considerando il disaccordo iniziale, nel processo
d’accorpamento delle unità portuali? Le risposte potrebbero variare
mettendo anche in discussione l’autenticità della maggioranza stessa nel
momento in cui, inspiegabilmente, venisse sposata quest’idea
abbondantemente criticata.

La riqualificazione territoriale del meridione, nell’ottica delle unità
portuali, dovrebbe partire dal riconoscimento da parte del Governo delle
naturali collocazioni dei porti di Gioia Tauro in terra calabra e del Porto
di Messina in Sicilia.

Senatore Antonio Caridi