“Alla fine la montagna ha partorito un topolino: a fronte di cotanto
scandalo suscitato dalla legge ad personam per Francesco Malara, neosindaco
di Santo Stefano in Aspromonte, il Governo ha scelto di lavarsene le mani.”
Questa la reazione indignata della deputata reggina Federica Dieni alla
risposta della Presidenza del Consiglio sull’interrogazione che chiedeva
l’impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale della Legge Romeo, che
consente a Francesco Malara di ricoprire allo stesso tempo il ruolo di
sindaco e di revisore dei conti del Consiglio Regionale.
Continua la parlamentare pentastellata: “Deliberando la non impugnativa il
Consiglio dei Ministri si assume la responsabilità di asserire che un
Revisore dei Conti di un Consiglio regionale potrà mantenere la propria
indipendenza di giudizio anche essendo sindaco. Non importa se in Consiglio
regionale siedono politici che, potendolo influenzare come amministratore,
potrebbero condizionarlo anche nella sua attività di vigilanza, né che,
essendosi candidato nelle file del Partito Democratico, ha reso palese la
propria appartenenza politica. E chissenefrega delle leggi, dei richiami
della Corte dei Conti ai principi costituzionali di imparzialità e buon
andamento.”
Continua la deputata Dieni: “Ciò che indispettisce ancora di più non è
tanto l’indifferenza dell’Esecutivo di fronte ad un chiaro abuso, ma
l’incapacità di assumersi le responsabilità di un’orrenda azione di
copertura nei confronti di esponenti di maggioranza. E tralasciamo il fatto
che alcuni sospettino alcune contiguità di Malara con ambienti della
malavita. L’ineffabile sottosegretario Gianclaudio Bressa, che si è
caricato degli Affari Regionali dopo l’abbandono del ministro Lanzetta si
prodiga a spiegare, nella risposta all’interrogazione della sottoscritta,
quali siano i riferimenti normativi, facendo una breve summa sull’origine
ed i compiti del collegio dei revisori. Comunica poi che il Consiglio dei
Ministri ha deliberato la non impugnativa. La ragione? Non è dato sapere.
Basti l’elegante ed implicita strizzatina d’occhio che si coglie nel
momento in cui si ricorda come, alla fine, siano 3 i membri del Collegio.
Come a dire: anche se uno è condizionato, pazienza. Alla fine ce ne restano
altri 2. Speriamo che con quelli vada meglio.”