Di Francesco Rao
Gentilissimo Direttore,
Seppur sia poco presente a Cittanova per motivi di lavoro, le recenti vicende, divenute già pagine di storia, oltre ad alimentare la curiosità dei Cittadini, credo siano motivo di riflessione per poter formulare una serie di domande utili a ricevere qualche risposta, evitando di correre troppo e sentenziare affrettati giudizi e al contempo consentire agli inquirenti di poter svolgere il loro lavoro per cristallizzare i fatti.
Prima di proseguire, in modo esplicito, è mia intenzione compiere un rispettoso distinguo che intercorre, a mio modo di vedere la realtà, tra persona e politico. Nei confronti della persona manifesto sempre e comunque rispetto, anche in presenza di pensieri e opinioni diametralmente opposti. Nell’osservare l’agire politico di quanti oggi rappresentano i Cittanovesi in seno al Consiglio Comunale, oltre all’amarezza per i risultati posti sotto i nostri occhi, considerabili “poco politici”, credo di non essere l’unico a dover constatare un fallimento inequivocabile per il quale, quota parte, vi è una distribuzione omogenea di responsabilità su tutti i Consiglieri comunali, siano essi appartenenti alla maggioranza o all’opposizione. Posso comprendere la complessità quotidiana di chi amministra, ma non giustifico quei silenzi che generano inerzia. Alla luce dei fatti ed in assenza di una corposa documentazione ufficiale, è lecito nutrire dubbi sulla corretta funzione ricoperta (e forse poco svolta) da parte degli Assessori, dei Consiglieri e Presidente del Consiglio nel praticare la vigilanza su atti e procedure amministrativi con il chiaro intento di esercitare quotidianamente anche quel potere riconosciuto dalla legge agli eletti e volto a verificare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza amministrativa? Oppure essere eletti significa stare sul piedistallo e guardare dall’alto verso il basso le persone senza rivolgere loro la parola? Personalmente credo nel delicatissimo ruolo svolto da chi, nell’adempimento del dovere istituzionale, oltre a partecipare alle varie riunioni di maggioranza o minoranza, alle deliberazioni di Giunta o di Consiglio Comunale, quando si ravvisano particolari circostanze che potrebbero generare tensioni o danni per l’Ente, oltre ad ascoltare i Cittadini, ci si reca dai responsabili dei vari procedimenti amministrativi per esercitare in modo formale quel potere ispettivo assegnato dalla legge al ruolo ricoperto, prima di tutto per potersi documentare e poi, fatta la sintesi di ogni criticità, affrontare le eventuali problematiche con gli Uffici preposti e se necessario in Giunta, in Commissione comunale (se mai istituita e convocata qualche volta) e infine in Consiglio Comunale. Questa procedura non è frutto della fantasia di chi scrive ma il percorso da praticare per rendere vivo il mandato elettorale e, nel pieno rispetto della legge, trasformarlo in un puntuale servizio alla propria Comunità. Percorrendo questa strada, sarebbe stato sicuramente possibile aprire dialoghi finalizzati a chiudere in tempi più brevi e con minori ripercussioni sull’Ente molte controversie, costate nel tempo milioni di euro e pagate sempre dal contribuente. Ed allora, qualche domanda è obbligatorio sottoporla a chi di competenza facendo presente che la richiesta non è un fatto personale e le risposte sono dovute per un chiaro dovere di chi, nella Pubblica amministrazione, è chiamato ad esercitare la trasparenza amministrativa per forza di legge, senza dover ricorrere al silenzio e alla procrastinazione per mera comodità. Nello specifico, visti i recenti rimpalli di notizie, condivido con i lettori di Approdo Calabria qualche curiosità attendendo puntuali e formali risposte: sul caso Cooperativa “Zomaro Resort”, quali sono stati i lavori svolti dalla Commissione consiliare competente e quali sono gli atti prodotti? Quante sono state le interrogazioni e le mozioni presentate nel corso del tempo dai Consiglieri comunali al Sindaco con l’intento di meglio conoscere in modo analitico e puntuale i fatti ad essa riconducibili e poter immediatamente lavorare per porre fine ad un caso, culminato all’inverosimile e divenuto fatto mediatico con il quale si sta alimentando una narrazione che non appartiene a questa Comunità? In merito alla presenza di un atto contraffatto, utilizzato per alterare i contenuti della Sentenza emessa da un Magistrato del Tribunale di Palmi, sempre ai danni della Cooperativa “Zomaro Resort”, è possibile avere una smentita ufficiale per poter porre fine al controcanto diffuso pubblicamente da chi sostiene fermamente tale tesi diffondendola urbi et orbi? Infine, essendo quest’ultima circostanza denunciata pubblicamente dalla stessa Cooperativa “Zomaro Resort”, tramite affissione di un manifesto pubblico, quali atti formali hanno assunto gli Uffici competenti e ogni singolo Consigliere Comunale per sincerarsi in merito ed eventualmente procedere a smentire l’affermazione e produrre querela di parte per diffamazione?
In tutta questa storia, vi è al momento una sola certezza: l’assenza totale della Politica e di quella capacità amministrativa indispensabile per governare, oltre all’ordinaria e alla straordinaria amministrazione, anche le criticità. Inoltre, qualora dovesse mai risultare dal responso degli inquirenti una verità distante da quella sino ad ora fatta passare dall’Amministrazione comunale, come si potrà giustificare l’immane “ostacolo” burocratico-amministrativo ai danni di chi avrebbe semplicemente voluto lavorare?
Tutto ciò determina e delinea, oggi per domani, un risultato complessivo per il quale un intero paese e buona parte dei suoi abitanti non riceve più stimoli positivi per poter avviare processi di sviluppo, puntando su quelle risorse immediatamente disponibili che hanno bisogno di essere sostenuti per generare economia e benessere. Questa realtà, ponendo la dovuta attenzione, ha letteralmente sfaldato una Comunità perché in assenza della coesione sociale non può esserci nessuna visione programmatica e il futuro appare sempre più irraggiungibile.
I Cittanovesi, nel loro eloquente silenzio, questa volta credo abbiano le idee molto più chiare di quanto si possa immaginare e le Urne, prossimamente, sanciranno il dovuto risultato soprattutto in termini di astensione al voto.
Per quanto riguarda i fenomeni di violenza e sopraffazione, vorrei porre sullo stesso piano tanto il silenzio quanto il turpiloquio, elementi comunicativi che a torto o a ragione (in merito però attendo che sia la Giustizia a fare chiarezza) vanno fermamente condannati, considerando in tal senso, oltre ai fatti, anche causa ed effetto di ogni singolo evento, senza mai giustificare il ricorso al silenzio (amministrativo) oppure il protratto turpiloquio del Cittadino, praticato forse più per disperazione che per piacere personale.
Per ristabilire la serenità, non sono necessari documenti che riportano indietro una Comunità intera. Ringraziando il cielo, quella fase cruenta della nostra realtà sociale ormai è superata e vorrei augurare che non vi fosse mai più un ritorno a quel passato. Al momento, la migliore via d’uscita è rappresentata dalle immediate dimissioni di questa maggioranza, giunta al capolinea per incapacità. Occorre ripartire un Commissario Prefettizio pronto ad assumere oltre alla guida di governo, il delicatissimo incarico di verificare tutte quelle procedure sino ad oggi nemmeno contemplate e, forse, motivo di una diffusa tensione sociale. Grazie a tale operato credo sia possibile restituire alla Comunità cittanovese una nuova fase. Il tempo intercorso con il prossimo turno elettorale sarà maestro per convincere quanti vorranno impegnarsi ad amministrare, considerando una preziosa lezione che non è stata scritta oggi ma 510 anni addietro da Machiavelli nella sua celebre opera che ogni buon Politico dovrebbe conoscere a menadito ossia il “Principe”. Da quelle pagine, si comprenderà che per meglio governare bisogna prima di tutto essere amati e poi creduti buoni amministratori altrimenti regnerà l’incertezza, fatto poco edificante ai nostri tempi sia per la tenuta del sistema sociale sia per la stessa Democrazia.