Commando di cittadini Serbi ritenuto responsabile di furti e rapine
Sette persone arrestate dai Carabinieri di Corigliano RossanoFeb 02, 2025 - redazione
Nel corso della mattina di ieri 1° febbraio 2025 i Carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il supporto degli specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e di quelli della Compagnia di San Marco Argentano e della Stazione di Castrolibero, nell’ambito di una delicata attività di indagine svolta per il contrasto alla recrudescenza dei furti e delle rapine che negli ultimi mesi hanno interessato la provincia di Cosenza, con il coordinamento investigativo dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio, hanno effettuato l’arresto di sette stranieri di origine serba, per le pesanti ipotesi di reato di «associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei furti e delle rapine, ricettazione e riciclaggio».
Prima di proseguire con la ricostruzione dei fatti appare opportuno precisare che la notizia viene diffusa per garantire le prerogative dell’informazione e nel rispetto dei diritti degli indagati – ancora da doversi ritenere soggetti alla presunzione di innocenza attesa l’attuale fase del procedimento, le cui responsabilità penali potranno essere acclarate solo attraverso una sentenza divenuta irrevocabile, ndr.Dalla scorsa estate nella provincia di Cosenza, ma anche in quelle vicine, è stato registrato un aumento esponenziale dei furti nelle abitazioni, posti in essere con modalità pressoché identiche. Azioni spregiudicate di un vero e proprio commando che, in principio, era stato indicato come quello della «Mercedes bianca» e poi, via via, ridenominato in base alle potentissime auto utilizzate. Un fenomeno dilagante che sembrava essere divenuto inarrestabile e che ha generato un notevole allarme sociale, diffondendo la sensazione di una minore sicurezza percepita. Un «modus operandi» consolidato: di solito venivano prese di mira le villette di periferia, nel tardo pomeriggio, approfittando dall’assenza dei proprietari. Razzie continue di valori, contanti, armi e ogni altra utilità presente. In alcune circostanze sono state asportate addirittura tutte le casseforti con i valori custoditi. Dei furti chiaramente riconducibili a criminali specializzati, capaci di eludere sistemi di videosorveglianza e sofisticati impianti di allarme. Le azioni criminali, in alcune circostanze, hanno avuto una deriva drammatica, quando i proprietari degli immobili presi di mira si sono trovati faccia a faccia con i malviventi. In queste circostanze le scorribande contro il patrimonio si sono tramutate in delle pericolose rapine, effettuate talvolta con il sequestro dei malcapitati proprietari. Una situazione estremamente delicata che ha indotto gli inquirenti ad attuare delle adeguate azioni investigative e di contrasto, nell’ambito delle quali è stata effettuata una minuziosa attività di analisi, che ha permesso di comprendere come il commando si muoveva sul territorio sfruttando le proprie peculiarità. In questo ambito sono confluite tutte le informazioni che hanno consentito di attribuire al gruppo criminale oltre 20 furti e diverse rapine effettuate in vari centri della provincia di Cosenza. L’attività di approfondimento, coordinata dalla Procura di Castrovillari, ha permesso di individuare anche le basi logistiche utilizzate in Calabria dalla banda dei criminali. Sulla scorta di queste informazioni i Carabinieri, all’alba di ieri mattina, hanno effettuato l’irruzione in un casolare isolato della contrada Thurio, dove sono stati sorpresi i soggetti gravemente indiziati di essere i componenti della banda responsabile dei delitti contestati. Sul posto, oltre ai sette cittadini serbi provenienti da un campo rom dell’hinterland partenopeo, sono state sequestrate 4 auto di grossa cilindrata – due delle quali risultate rubate – numerose ricetrasmittenti, telefoni dedicati, strumenti tecnici per lo scacco, mezzi per il travisamento, preziosi, contanti e diversa altra refurtiva. Tutti le persone arrestate sono state ristrette presso il carcere di Castrovillari, dove rimarranno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.