Tutto esaurito, sul palco del Teatro A. Rendano, ieri sera per la nuova commedia campione di incassi “Una festa esagerata” di e con Vincenzo Salemme.
Evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 12 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”.
Lunghi applausi e tante risate per l’esilarante comicità di Salemme in “Una festa esagerata” spettacolo attesissimo nel cartellone firmato da “L’AltroTeatro”. Un gradito ritorno a Cosenza per Vincenzo Salemme che presenta, nella “Stagione teatrale 2016/2017”, la sua nuova commedia. L’autore napoletano-vincitore in passato del Premio Totò e del Premio Vittorio Gassman – dimostra il suo valore a tutto tondo come autore, regista e attore di un testo teatrale che tratteggia con toni surreali la crisi della nostra società e la perdita dei valori. Una famiglia borghese di oggi, composta da padre, madre e figlia coinvolta nell’organizzazione del debutto in società della giovane Mirea. Ed ovviamente, non potrebbe esserci nulla di più semplice se non fosse che il padre (Vincenzo Salemme), uomo dai saldi valori morali, debba confrontarsi con una moglie “affamata” di popolarità e di scalata sociale, disposta a tutto pur di incassare soldi e fare la vita da “borghese” scendendo a compromessi con la politica locale.
Una messa in scena efficace, una scenografia mobile sposta l’azione dalla terrazza della famiglia borghese, all’ingresso dei loro vicini di casa. Salemme tratteggia gag esilaranti che si susseguono senza respiro, in uno spettacolo che rinnova e rende omaggio alla grande commedia napoletana. La festa della “rampolla” di casa suscita l’ira degli inquilini del piano di sotto. Una zitella, al limite dell’esaurimento nervoso e un padre anziano che “decide” di passare all’altro mondo proprio il giorno dei festeggiamenti. Una girandola di colpi di scena, in cui Salemme, tenta di riportare tutto nelle giuste dimensioni e a un’etica che sembra non interessare più a nessuno. “La festa si deve fare ad ogni costo” moglie e figlia sono determinate. L’importante è che la gente non sappia e non possa giudicare.
Le relazioni umane sono ormai goverante dall’ipocrosia e dall’odio “Non ci auguriamo di stare meglio – è un sorriso arrendevole quello di Salemme – ma speriamo che l’altro stia sempre peggio di noi”. Tutto questo raccontato con il ritmo della farsa per lasciare il passo, in alcuni passaggi, alla moderna commedia napoletana. Un testo che rende omaggio a De Filippo. Echi di “Questi fantasmi” in un delizioso soliloquio, sulla terrazza, con il vicino “Eduardo” . Così come la voce di “Lucariello” di Natale in casa Cupiello chiude la commedia con il celebre “Te piace o presepio”. E’ il lato grottesco dell’animo umano ad interessare Salemme. Sono i chiaroscuri delle cosiddette persone normali, al centro delle sue commedie, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. E così, la nostra società diventa un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche ad odiarsi.