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Covid, Troppi assembramenti davanti ai locali, si pensa ad una stretta natalizia

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Troppi assembramenti per le vie della città, gravi irresponsabilità durante le vie dello shopping e nelle varie uscite, troppi affollamenti rischiano di far precipitare la situazione. Ed è per questo che il governo pensa ad una stretta con negozi, bar e ristoranti chiusi nei giorni festivi e prefestivi.
Migliaia di persone in fila per far shopping e per entrare nei ristoranti, oppure ammassate fuori e dentro i bar per pranzi e aperitivi. Interviene il premier Giuseppe Conte, “nuovi provvedimenti diventano inevitabili” per fermare i contagi da Covid- 19.
Convocato un vertice d’urgenza del Comitato tecnico scientifico per decidere, con la titolare del Viminale Luciana Lamorgese, nuove “misure anti-assembramento”.
Il divieto di spostamento a Natale, il 26 dicembre e il 1° gennaio 2021 sarà eliminato soltanto per i piccoli comuni, il resto d’Italia sarà invece considerato come “zona rossa”. Si deve fare di tutto per evitare una terza ondata la quale sarebbe disastrosa per il paese.
“Molte piazze e strade sono state chiuse perché piene di gente, il timore è che tutto questo possa ripetersi nei prossimi giorni. Saranno i prefetti a individuare i luoghi dove dovrà essere bloccata la circolazione, considerando che la vera insidia arriva dagli affollamenti nelle vie dello shopping e nei centri storici, dove bar e ristoranti possono rimanere aperti fino alle 18. Su esercizi commerciali e locali pubblici la stretta sarà pesante. L’ipotesi è una modifica al Dpcm in vigore che ora ne prevede l’apertura per i giorni festivi. Si torna indietro, si pensa alla serrata”.
La risalita del tasso di positività è un segnale di allarme. Quindi, si è deciso di far scattare i divieti della “fascia arancione” o addirittura “fascia rossa” nei giorni festivi e prefestivi. Vuol dire chiudere bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. Serrare i negozi ad eccezione di farmacie, tabaccai, edicole.
Il ministro degli affari regionali Francesco Boccia afferma che “Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili” e inoltre, “Comprendo la voglia delle persone di uscire, ma basterebbe entrare in un ospedale per rendersi conto della condizione generale in cui il Paese si trova. In alcune strade ci sono assembramenti intollerabili, mentre dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale”.
(GiLar)