Bruxelles – Data storica quella di lunedì in Commissione Libertà Civili,
Giustizia e Affari Interni. Per la prima volta infatti società civile e Ong
sono state coinvolte nelle stesura della relazione e nel hearing sui
diritti fondamentali di cui sono stata relatrice. Partendo dai dati
raccolti attraverso appositi questionari inviati a numerose ong attive
nella tutela dei diritti umani a livello europeo, e dal coinvolgimento dei
cittadini stessi con il sistema operativo Lex, il report sui diritti
fondamentali 2013 – 2014 è stato presentato al primo Vice presidente della
Commissione europea Franz Timmermans, ai rappresentanti del Consiglio
dell’Unione europea, ai giudici della Corte di giustizia europea e al
Commissario sui diritti umani del Consiglio d’Europa.
Il quadro generale in materia di diritti fondamentali, presentato anche
alle Ong presenti ieri in aula, rispetto a quanto fatto finora dall’Europa
non è esaltante. È chiaro che l’idea di un’Europa unita non può più basarsi
sugli interessi del mercato e sulle politiche di austerità e sacrificio a
spese dei cittadini. I fallimenti di questa impostazione che genera solo
sentimenti antieuropeisti, sono evidenti.
L’Europa ha un senso solo se porrà al centro della sua azione valori quali
uguaglianza, rispetto, dignità, cooperazione e solidarietà. Alla luce di
ciò la proposta che ho presentato è quella di istituire una vera e propria
strategia interna che coinvolga tutti gli organi dell’Unione nonché le
organizzazioni non governative attive nel campo del rispetto dei diritti
fondamentali e la società civile, mettendo in atto un sistema di
monitoraggio costante e di prevenzione delle violazioni, unico per tutti
gli Stati. L’Europa può e deve avere un ruolo decisivo come garante del
rispetto dei diritti umani. L’autorità di cui gode l’Unione in campo
economico e finanziario dovrebbe invece abbracciare maggiormente la tutela
dei diritti, unico e vero punto di partenza per un riconoscimento globale
dell’Europa unita.
I limiti e le perplessità presentate nel report si accomunano a quelle
espresse dallo stesso commissario Frans Timmermans, il quale riconosce gli
errori compiuti in passato. Errori, a mio avviso ancora oggi perpetrati,
basti pensare alle numerose denunce di violazione dei diritti fondamentali
negli Stati membri. Quella che viviamo oggi è “un’Europa debole” così come
l’ha definita il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri,
invitato da me per portare la sua esperienza nella lotta contro la mafia e
la corruzione, fenomeni che ledono i più basilari diritti fondamentali.
Attraverso questo report è stato fatto un primo passo in cui si chiede
all’Europa un ruolo decisivo in merito alla tutela dei diritti,
continueremo su questa strada affinché gli impegni presi con il Trattato di
Lisbona non rimangano, come accaduto finora, lettera morta.Laura Ferrara
Portavoce Movimento Cinque Stelle al Parlamento europeo