Nella nottata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con il supporto dei Comandi competenti, hanno proceduto nelle Province di Cremona, Pistoia e Firenze, a dare esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere richieste dalla procura della Repubblica Antimafia di Reggio Calabria. A finire in manette Frajia Francesco, di anni 44, Cristiano Renato Maria di anni 54, e Cristiano Maurizio Gerardo di anni 60, gravemente indiziati per i reati di tentata estorsione aggravata in concorso, effettuata a mezzo di reiterate ed asfissianti richieste telefoniche e atti persecutori, il tutto aggravato dalla metodologia mafiosa ai danni di una nota famiglia di Reggio Calabria, proprietaria di una farmacia a Rosarno.
I tre sono ritenuti rispettivamente, il Frajia, l’esecutore materiale delle richieste telefoniche estorsive ed i germani Cristiano mandanti delle stesse. L’attività di indagine veniva avviata dal dicembre 2015 a seguito della ricezione di telefonate minatorie a carattere estorsivo su utenze in uso al dott. Gaetano Cianci, proprietario dell’omonima farmacia sita in Rosarno, già in passato bersaglio di azioni predatorie della locale criminalità organizzata, al punto da essere costantemente presidiata da un servizio di vigilanza fissa da parte delle Forze dell’Ordine in orario di chiusura, e ad i figli Rocco e Alessandra.
Venivano pertanto avviate sotto il costante coordinamento della Procura di Reggio Calabria una serie di attività tecniche che hanno consentito di ricostruire in maniera puntuale quanto accaduto. Dai primi accertamenti espletati dall’analisi dei tabulati telefonici sulle utenza utilizzate dagli odierni indagati, formalmente intestate a cittadini stranieri, era possibile circoscrivere la provenienza delle chiamate dalle province di Milano Cremona e Bergamo.
L’attenzione investigativa si focalizzava su Cristiano Renato Maria, ortopedico e marito di Cianci Alessandra, figlia del dott. Gaetano Cianci, dalla quale è in fase di separazione. Lo stesso, combutta il fratello Maurizio, aveva assoldato un conterraneo (Frajia Francesco) per portare a termine il loro disegno criminoso che avrebbe , da qui a breve, anche potuto prevedere una scellerata azione delittuosa contro l’incolumità dei componenti della famiglia Cianci. Al termine delle formalità di rito i tre sono stati tradotti presso le carceri di Cremona, Pistoia e Firenze.