Festival Trame: quando la mafia parla attraverso l’antimafia. Infiltrazioni denunciate dal procuratore di Reggio
Giu 20, 2013 - redazione
Cafiero de Raho è intervenuto al festival “Trame” di Lamezia Terme lanciando l’allarme sui condizionamenti della malavita. Nando Dalla Chiesa ha spiegato “quando la ‘ndrangheta va al nord”
Festival Trame: quando la mafia parla attraverso l’antimafia. Infiltrazioni denunciate dal procuratore di Reggio
Cafiero de Raho è intervenuto al festival “Trame” di Lamezia Terme lanciando l’allarme sui condizionamenti della malavita. Nando Dalla Chiesa ha spiegato “quando la ‘ndrangheta va al nord”
LAMEZIA TERME – «Non si può negare che quando c’è un’antimafia così diffusa, di tanto in tanto ci sono canali attraverso i quali è la stessa mafia, infiltrandosi in questi specifici settori, a parlare». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, parlando con i giornalisti a margine di Trame.3, il Festival di libri sulle mafie di cui è in corso la prima serata.
«La falsa antimafia – ha aggiunto Cafiero De Raho – a volte è rappresentata da persone che si introducono in un determinato circuito per riciclarsi e per fare il gioco della mafia. E questo avviene, in particolare, nei circuiti antiracket, nei quali si inseriscono imprenditori ancora collusi che poi spesso vengono smascherati. Ma questa è la prova proprio del fatto che ci sono circuiti che vengono utilizzati da determinate persone proprio per raggiungere la finalità di recuperare un’immagine nel territorio e che finiscono per inquinare le associazioni e i circuiti nei quali si inseriscono».
Cafiero De Raho si è anche soffermato sulla solidità della ‘ndrangheta: «Io credo che ‘ndrangheta e camorra siano parimenti pericolose, soprattutto nel momento in cui si muovono nel contesto economico per inficiare le stesse regole della concorrenza infiltrandosi, in particolare, nei canali del riciclaggio utilizzando, in questo senso, il canale bancario. Dire se sia più pericolosa la camorra o la ‘ndrangheta – ha aggiunto Cafiero De Raho – non è consentito a nessuno. Ci sono dei clan della camorra, così come ci sono cosche della ‘ndrangheta, che sono in grado di controllare il territorio e i traffici illegali muovendosi anche nel contesto di un’economia legale nella quale si infiltrano con propri soggetti».
LA ‘NDRANGHETA IN LOMBARDIA
L’espansione della ‘ndrangheta in Lombardia oggi è materia di discussione, oggetto di inchieste e di libri. Ma per decenni non se ne è parlato o non se ne è voluto parlare. Per pigrizia intellettuale, per insipienza, per pregiudizio etnico. Nel frattempo la ‘ndrangheta è penetrata nella società lombarda come lama nel burro, trasformandola. Con metodo, con baldanza, al Nord. Il libro di Nando dalla Chiesa e Martina Panzarasa indaga la rete di collusioni e di ricatti, gli accordi con il potere politico locale, i rapporti con la “madrepatria” e l’inserimento della “colonia” in un contesto criminale che è ancora più ampio e inquietante di quello che conosciamo. Nando Dalla Chiesa spiega durante l’incontro del Festival Trame.3, “Quando la ‘ndrangheta va al Nord”, che essa è riuscita a stabilire una rete di affiliazioni autonomamente in territorio lombardo e non ha cooptato solo persone affiliate in Calabria ma ha penetrato l’esistenza, ha squarciato le vite di molte cittadini lombardi, i quali sono stati condotti alla rovina o alla morte, e poi condannati all’oblio. Dalla Chiesa espone con quanta semplicità i boss e i loro adepti si muovono nelle trame oscure della grande città o dei piccoli centri periferici, sicuri di non poter essere toccati, perché la macchina della giustizia e il motore della politica spesso sono inceppati. Costruiscono le nostre case – dice- innalzano i palazzi dove lavoriamo, lucrano anche sui servizi di trasporto pubblico che usiamo ogni giorno, decidono cosa vendere sui banchi del mercato e cosa farci mangiare. L’indagine sull’hinterland sud della città, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul Naviglio, ha al suo centro Buccinasco, niente piú che un piccolo gruppo di cascine, diventato, negli anni delle grandi emigrazioni, culla dei clan calabresi. Fino a guadagnarsi il soprannome di «Platí del Nord» – il centro dell’Aspromonte da cui proviene il nucleo piú significativo di immigrati.
Nel secondo appuntamento con Nando dalla Chiesa viene presentato il progetto “Stampo antimafioso” che è una associazione nata circa due anni fa che ha dato alla luce un portale web ad opera di studenti della facoltà di scienze politiche di Milano. Il progetto prende le mosse dal corso universitario che Nando dalla Chiesa ha ideato, cioè quello di sociologia della criminalità organizzata e dopo la sua seconda edizione, è nata l’idea di fondare il sito internet dove si parla giornalisticamente del fenomeno mafioso al Nord, troppo sottovalutato e trascurato dalla stampa nazionale.
Il progetto di stampo antimafioso non si occupa solo di cronaca giudiziaria ma anche di cronaca locale, di vicende sottovalutate o mal interpretate ma racconta e illustra quanto e come agiscono sul territorio le associazioni di stampo antimafioso prendendo parte ad eventi e dibattiti. La legalità nasce e cresce attraverso i giovani, sono i giovani che si sono resi storicamente protagonisti di rivolte individuali e collettive. Senza i giovani non si può concepire una idea possibile di legalità e la legalità non può fare a meno dei giovani. Lo scopo è quindi quello di fare informazione e rete tra tutte le associazioni, rafforzare l’attività giornalistica sull’argomento e sensibilizzare gli studenti all’interno delle scuole.