Finanziamenti Riferimenti, sequestro beni Musella
Set 19, 2017 - redazione
Grasso e Musella alla Gerbera Gialla
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso, in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di Musella Adriana, Presidente della Associazione Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti” Gerbera Gialla, indagata per i reati di malversazione ai danni di numerosi enti pubblici (Consiglio regionale della Calabria, Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Verona, Comune di Santa Maria Capua a Vetere, Provincia di Salerno, Provincia di Verona, M.I.U.R., Consiglio Ordine degli Ingegneri di Salerno, Camera di Commercio di Reggio Calabria, Comune di Bollate, Comune di Gioia Tauro) e di appropriazione indebita ai danni della stessa associazione dal Ella presieduta.
Nel corso degli anni, a partire dal 2002, in qualità di Presidente dell’Associazione Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti” Gerbera Gialla, la Musella ha ricevuto e gestito diversi finanziamenti, anche pubblici, per un importo complessivo di circa 450.000 €, il cui impiego sarebbe dovuto essere vincolato alla divulgazione della cultura antimafia.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno invece evidenziato che parte di quei fondi ottenuti nel corso del quinquennio 2010-2015, quantificabili in circa 55.000 €, sono stati utilizzati per finalità ritenute estranee a quelle associative. Inoltre, l’esame approfondito dei conti bancari dell’Associazione, ha evidenziato come parte dei fondi disponibili, quantificabili in circa €. 20.000, destinati al predetto ente privato, siano stati utilizzati dalla Musella come uno strumento di liquidità “personale” aggiuntivo, cui la stessa faceva ricorso.
Sulla base di tali accertamenti, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha disposto il sequestro preventivo di beni nella disponibilità della Musella per un valore complessivo di circa 75.000 €.
FEDERICA DIENI (M5S)
«Sarà la magistratura – continua la parlamentare – a chiarire se Adriana Musella abbia usato o meno i fondi destinati alla sua associazione per spese e pagamenti assolutamente privati e per niente attinenti con la ragione sociale della sua sigla antimafia. Il punto nevralgico della vicenda, però, non è questo. Il vero problema è che, negli ultimi anni, la lotta alla mafia da parte di esponenti della società civile, non tutti per fortuna, ha assunto l’aspetto di un vero e proprio business grazie ai continui fondi economici assicurati dagli enti pubblici, i cui rappresentanti, molto spesso, strumentalizzano tali erogazioni per rifarsi una verginità agli occhi dell’opinione pubblica».
«Ne consegue – aggiunge Dieni – che l’unica soluzione per evitare che simili distorsioni abbiano di nuovo a verificarsi sia quella di sospendere i finanziamenti alle sigle antimafia, il cui lavoro, molto frequentemente,
si riduce alla distribuzione di magliette e all’organizzazione di passerelle per i politici di ogni colore politico».
«Non è impossibile – conclude la deputata 5 stelle – seguire un’impostazione di questo tipo. D’altronde, è la stessa teoria che il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, uno dei maggiori esperti di criminalità organizzata a livello mondiale, porta avanti da anni: per fare antimafia non c’è bisogno di denaro; basta l’onestà dell’impegno e il coraggio della testimonianza».