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Fondi Unione Europea, intervento di Bevacqua

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“L’apertura di un tavolo tecnico fra esecutivo regionale, consiglieri e dirigenti per una riflessione seria e conclusiva sui fondi UE non è ulteriormente rinviabile. È una battaglia che porto avanti da mesi e che oggi rilancio alla luce della discussione tenutasi in Consiglio in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione: i consiglieri devono avere la possibilità di esercitare la funzione primaria che
deriva dal loro mandato. Se il bilancio è ingessato, bloccato da spese vincolate e da un macigno debitorio frutto delle scelleratezze del passato, i titolari della funzione legislativa devono avere la possibilità di accedere alle altre risorse disponibili.

Nella sua relazione in Consiglio, lo stesso assessore Viscomi ha testualmente affermato “non è il bilancio che sostiene le politiche di sviluppo, ma le risorse che si reperiscono in altre fonti di finanziamento, nazionali e comunitarie”. Ecco, ripetendo quel che ho detto in aula, mi chiedo: se a noi consiglieri non è dato modo di accedere a queste risorse per finanziarie specifici progetti di legge, qual è il ruolo residuo che rimane in capo al Consiglio?”. È quanto afferma il consigliere Bevacqua, che continua: “Ci manca la possibilità reale di incidere sulle problematiche di fondo dei territori, siamo impediti nel nostro legittimo e doveroso intento di caratterizzare la politica che questa maggioranza si è impegnata a condurre nel momento in cui si è presentata agli elettori”.

“Si tratta – prosegue Bevacqua – di un tema essenziale, emerso in tutta la sua gravità anche nel corso di diverse sedute della Commissione da me presieduta, in relazione a molti progetti di legge proposti da altri colleghi consiglieri. Così, a titolo di esempio esemplificativo, dico con forza che è inaccettabile che la tecnocrazia, regionale o comunitaria, svuoti di senso la funzione legislativa, non consentendo neppure che si possano individuare e indicare le fonti di copertura in un progetto di legge, come “Montagna solidale”, costruito con pazienza e attenzione, attraverso l’interlocuzione con le comunità residenti e con gli esperti del ramo, e finalizzato alla formazione sul campo e all’autoimprenditorialità specializzata nella manutenzione, salvaguardia e valorizzazione del territorio”.

“Su questa battaglia – conclude Bevacqua – io non mollo neanche di un centimetro: nei prossimi giorni chiederò al presidente Oliverio di convocare un incontro preliminare che veda la presenza del dott. Praticò, dirigente generale della Programmazione nazionale e comunitaria. Credo sia arrivato il momento di raggiungere una posizione unitaria e condivisa fra il livello politico e il livello burocratico e, conseguentemente, di aprire, con determinazione e coraggio, un confronto serrato con Bruxelles per una maggiore autonomia nella individuazione di misure e di interventi mirati a un reale sviluppo occupazionale. Ciò che mi sta a cuore è la possibilità di adempiere al mio dovere. È tempo che la questione venga posta in maniera netta: il legislatore regionale deve essere messo in grado di incidere sulle occasioni di sviluppo offerte dai fondi europei”.