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Franco Bruno (Api) presenta una interrogazione parlamentare sul porto di Gioia Tauro

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Sergio Laganà: “Basta divisioni, che ha il solo effetto di distrarre l’attenzione dal dibattito sulle vere tematiche che attanagliano la struttura gioiose”

Franco Bruno (Api) presenta una interrogazione parlamentare sul porto di Gioia Tauro

Sergio Laganà: “Basta divisioni, che ha il solo effetto di distrarre l’attenzione dal dibattito sulle vere tematiche che attanagliano la struttura gioiose”

 

 

 

GIOIA TAURO – Di seguito il testo integrale dell’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Franco Bruno di Alleanza per l’Italia  – in adesione alla richiesta formulata nell’assemblea congressuale di API della Piana di Gioia Tauro – relativamente alla situazione in cui versa il porto di Gioia Tauro. Si esprime preoccupazione per il ridimensionamento del porto e si suggeriscono al nuovo Ministro per le infrastrutture e lo sviluppo alcune iniziative ritenute strategiche per il rilancio dell’infrastruttura, infine, si chiedono interventi urgenti finalizzare a tutelare l’occupazione.

Il sen. Bruno e l’avv. Sergio Laganà, segretari regionale e provinciale di API, auspicano che si produca unità delle forze politiche e sociali attorno ad una questione così rilevante per lo sviluppo della regione, condannando ogni sterile violenza o divisione che ha il solo effetto di distrarre l’attenzione dal dibattito sulle vere tematiche che attanagliano Gioia Tauro.   

 

Al Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. –

Premesso che:

è ormai evidente come il porto di Gioia Tauro sia mantenuto ad una produttività che si aggira attorno a due milioni di teus annui, in modo da giustificare una presenza sempre importante, ma non più caratterizzata dall’obiettivo di 5/7 milioni di teus annui. D’altronde, il terminalista MCT (Medcenter Container Terminal) ha una importante presenza al porto di Tangeri Med, direttamente concorrente di Gioia Tauro con costi minori. Conseguentemente la forza lavoro, secondo segnali inequivocabili dell’azienda, rischia di subire una riduzione di almeno il 50 per cento;

non si riesce ancora a concretizzare l’APQ (accordo di programma quadro) che prevede lo sviluppo complessivo dell’area portuale e retro portuale;

il Governo non ha ancora mantenuto gli impegni di finanziare l’abbattimento delle tasse d’ancoraggio e delle accise per rendere maggiormente competitivo il porto di Gioia Tauro e, più in generale, i porti di trashipment italiani;

l’autorità portuale intende attuare il programma di realizzazione delle opere previste dall’APQ, migliorando le infrastrutture esistenti, puntando sul Gateway ferroviario per recuperare competitività logistica, ma senza voler assumere come prioritaria la costruzione di una ulteriore banchina a sud che consentirebbe l’apertura di un porto merci e crocieristico nazionale;

alla luce delle considerazioni di sintesi esposte, l’unica strada capace di rilanciare il porto appare quella di acquisire una parte della banchina gestita attualmente in regime di concessione attraverso una seria rilettura e riconsiderazione del piano industriale del terminalista;

è chiaro che, per gestire traffici della portata sopra descritti, non è necessario mantenere la gestione di tutta la banchina e, al contrario, parte di essa potrebbe essere messa a bando conferendola non più a società di servizi portuali, ma a vettori internazionali che vogliano creare una piattaforma logistica a Gioia Tauro,

si chiede di sapere:

se, a quanto risulta al Ministro in indirizzo, l’intero importo finanziario a carico dello Stato destinato, secondo l’APQ, agli interventi previsti da Rete ferroviaria italiana sia effettivamente disponibile;

se non si intenda intervenire per pianificare l’aumento della produttività del porto di Gioia Tauro, dando attuazione agli impegni assunti dal precedente Governo e prevedere, inserendolo nella programmazione del piano nazionale della logistica, una funzione significativa per il porto di Gioia Tauro.