Gheddafi ucciso un anno fa, resta mistero. Paese nel caos


Inchiesta sulla morte senza risultati. Tripoli ancora senza governo

Gheddafi ucciso un anno fa, resta mistero. Paese nel caos

Inchiesta sulla morte senza risultati. Tripoli ancora senza governo

 

 

ROMA – Il regno di Muammar Gheddafi si e’ dissolto un anno fa, con una morte, quella del suo principale protagonista, che a tutt’oggi resta misteriosa. Mentre la nuova Libia sorta sulle ceneri del regime stenta a decollare.

E’ il 20 ottobre 2011 quando i jet della Nato individuano un convoglio di 75 veicoli armati nel distretto 2 di Sirte, la citta’ natale dove il Colonnello si e’ rifugiato e da dove resiste da mesi agli assalti dei ribelli libici. La colonna di mezzi sta cercando di uscire dalla zona, dove da giorni infuria una battaglia sanguinosa che vede affrontarsi le Brigate di Misurata – ribattezzata ”la citta’ martire”, assediata per mesi dai soldati del rais in quella che e’ probabilmente la battaglia piu’ sanguinosa della guerra civile libica, migliaia i morti – e i fedelissimi del Colonnello, armati fino ai denti.

I caccia della Nato bombardano la colonna, centrano una delle prime camionette e scatenano il panico, costringendo i pick up a rompere la formazione per evitare le bombe. Gheddafi e’ costretto a piedi e si ritrova accerchiato dai ribelli. Viene scovato da Omran Shaban, ”il ragazzo dalla pistola d’oro”, originario di Bani Walid, enclave dei Warfalla, la tribu’ maggioritaria anche a Sirte. ”Cosa c’e’, c’e’? Siete i miei figli”, avrebbe detto prima di essere disarmato. Secondo altri avrebbe gridato ”Non sparate, non sparate”. I ribelli che lo prendono in consegna informano i compagni via radio. La situazione si surriscalda presto: ”C’era chi voleva sparargli sul posto, chi consegnarlo alle autorita’. E’ stato picchiato duramente, quasi linciato”, ha raccontato uno dei cinque del gruppo che lo ha arrestato. La scena viene ripresa con i telefonini. Il mondo e’ ancora ignaro: alle 12.42 un dispaccio dell’ANSA annuncia che ”Gheddafi e’ stato catturato”, ma mancano conferme. Poco piu’ di un’ora dopo, alle 13.56, le emittenti arabe annunciano la morte del Colonnello. La autorita’ libiche diramano un comunicato che verra’ smentito dalle immagini: ”Il rais e’ stato colpito nella sparatoria, poi e’ morto nel trasporto all’ospedale”. Il corpo arriva a Misurata, insieme a quello del figlio Mutassim, ed esposto in una scena da macelleria. I medici trovano un buco alla tempia e uno al torace causati da colpi di arma da fuoco. Il suo cadavere e’ poi spostato in un luogo segreto per evitare che il luogo della sepoltura divenga un simbolo, al pari di Adolf Hitler o di Osama bin Laden.

I ribelli presenti a Sirte giurano che Gheddafi e’ stato caricato vivo sull’ambulanza e nessuno gli aveva sparato. Un rapporto di Human Rights Watch afferma il contrario: quando e’ arrivato il mezzo di soccorso era gia’ senza vita, mentre il figlio ”e’ stato ucciso a Misurata”, a freddo. Mahmud Jibril, ex premier ad interim del Cnt e ora leader della formazione liberale che ha vinto le elezioni e’ convinto che Gheddafi sia ”assassinato dai ribelli dopo un ordine ricevuto da una potenza estera” perche’ custodiva troppi segreti, da Ustica a Lockerbie, dalle armi di distruzione di massa agli accordi per il petrolio, fino al fallito piano di colpo di Stato in Iraq. Sulla stampa si rinnovano le speculazioni, c’e’ chi accusa la Francia, chi il Qatar, chi gli Usa. L’inchiesta promessa dal governo non ha prodotto risultati. Le elezioni neppure: la prima consultazione del dopo Gheddafi ha eletto una Assemblea nazionale. Ali Zeidan e’ gia’ il secondo premier incaricato. Dovrebbe presentare la lista dei suoi ministri entro i prossimi giorni. Ma il condizionale e’ d’obbligo. Il livello di sicurezza nel Paese e l’infiltrazione dei gruppi legati ad al Qaida sono le uniche cose certe, come dimostrato dall’assalto al consolato Usa di Bengasi in cui ha perso la vita l’ambasciatore Chris Stevens. Le profezie di Gheddafi sembrano quasi confermate.

 

di Claudio Accogli