di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Non c’è pace per la maggioranza del sindaco Pedà. Dopo il serpeggiare di malcelati malumori che da settimane si annidano tra le stanze del palazzo comunale, ora è il turno del veterano consigliere Nicola Zagarella di vestire i panni del picconatore annunciando su Facebook la restituzione di tutte le deleghe. Ancora non si conoscono le motivazioni che hanno indotto il leader del movimento “Gioia città vivibile” a maturare un gesto così forte (da formalizzare) che ha scosso la comunità politica amica. Sulla sua bacheca non mancano infatti i commenti dei tanti che, visibilmente “affranti”, chiedono a “Nicola” di ripensarci, mettendo per un attimo da parte le sue legittime istanze personali al fine di conseguire il tanto atteso “interesse generale”. “Ti rimetto le deleghe a suo tempo conferitemi nei settori servizi sociali e polizia locale – scrive rivolgendosi naturalmente al primo cittadino, per poi concludere laconico: “colgo l’occasione per ringraziarti della fiducia accordatami assicurandoti che continuerò a far parte della maggioranza che ti sostiene”. Zagarella precisa dunque che non intende fare il salto della quaglia, anche se la sua storia personale non è esente da repentini cambi di casacca, per carità, tutti probabilmente giustificati da un profondo travaglio ideale. E il messaggio sa molto di “Peppe, stai sereno …”. Ma la domanda vera è un’altra: è cominciata la slavina? Zagarella rappresenta la classica colomba inviata da Noè per verificare se il diluvio è terminato o siamo solo all’inizio? A dire il vero, non sono mai mancati i mal di pancia all’interno di una maggioranza che, spesso, nei suoi singoli elementi, preferisce il “mugugno” sui social alle analisi politiche vere e proprie. Con l’eccezione lodevole del gruppo politico “Insieme per Gioia” che, pur non potendo vantare un’ampia forza numerica, perlomeno conserva una parvenza di partito che al proprio interno discute, sollecita un processo di stimolo critico e poi veicola notizie alla stampa. Come dimenticare, ad esempio, l’accorato appello del presidente del Consiglio Santo Bagalà, che, probabilmente influenzato da questioni attinenti il suo profilo professionale, invitò poco più di un mese fa il sindaco a “non mettere la marcia indietro”. Indietro tutta! Avrebbe aggiunto Renzo Arbore. In ogni caso, gli scricchiolii si sentono, ma sembrano più legati a vicende personali e umorali che non ad una vera analisi sulla situazione politica della città. Del resto il sindaco, in versione sfinge, continua nella sua linea dell’addormentamento ad oltranza, eludendo le critiche con l’aria sorniona di quello che sa riconoscere i bluff. È solo un caso che certi scossoni e fibrillazioni giungano alla vigilia di un appuntamento così importante come l’approvazione del previsionale 2016? La fonte di ogni tensione potrebbe risiedere nel tira e molla sull’ingresso di un quinto assessore in esecutivo? Per il momento regge la linea del silenzio, nel comprensibile tentativo di “lavare i panni sporchi in casa”, anche se il risentimento di Zagarella, che pare non si sia sentito riconosciuto nel suo operato, è ormai emerso con chiarezza.