Gioia Tauro, democrazia sotto assedio: la sindaca Scarcella dichiara guerra a giornalisti e autorità dello Stato
Mar 28, 2025 - redazione
Di Pasquale Motta (Direttore de La Novità online)
Di fronte a quanto sta accadendo a Gioia Tauro, non si può più parlare di scivoloni istituzionali o eccessi verbali: siamo ormai in pieno abuso sistemico delle istituzioni locali, utilizzate per regolare conti personali. È l’unica lettura possibile delle due recenti delibere approvate dal Comune — una che chiede nientemeno che la rimozione del presidente dell’Autorità Portuale, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, e l’altra che invoca la radiazione del giornalista Luigi Longo dall’Ordine.
Simona Scarcella, sindaca e avvocata, già dipendente (in aspettativa) dell’Autorità portuale, ha evidentemente perso di vista i confini tra potere e diritto.
L’uso politico di una carica pubblica per vendette personali
La delibera n. 54/2025, approvata l’11 marzo, è un documento che sarebbe ridicolo se non fosse inquietante: la Giunta, con la sindaca assente ma rappresentata dal suo vice, chiede al Ministro dei Trasporti il commissariamento dell’Autorità portuale e la sospensione dell’Ufficio procedimenti disciplinari per aver notificato un procedimento disciplinare alla stessa Scarcella. Il motivo? Aver espresso, nel corso di un Consiglio Comunale, posizioni considerate in contrasto con il suo ruolo di dipendente. In pratica, il Comune denuncia un “attentato alla libertà istituzionale” della sindaca. Ma attenzione: non un attacco esterno, bensì un’azione amministrativa dell’ente dove lei stessa lavorava fino a pochi mesi fa, diretta dal presidente Agostinelli, il suo ex superiore.
Il testo della delibera è un crescendo di improperi istituzionali, condito da espressioni come “attacco gravissimo alla Costituzione”, “vilipendio della comunità” e “condizionamento illecito”. Il tutto per un atto disciplinare avviato dagli organi competenti. Come dire: se si contesta la sindaca, il Comune si mobilita per rovesciare la catena di comando statale. Siamo oltre l’arroganza: siamo nell’autoritarismo in salsa municipale.
Il giornalista scomodo? Da radiare.
Se la prima delibera è inquietante, la seconda è ancora peggio. Perché riguarda la stampa libera. Luigi Longo, giornalista e direttore di Approdo, viene indicato come bersaglio da colpire: ha osato difendere Agostinelli, ha scritto più volte criticando la gestione di Scarcella. E per questo, il Consiglio Comunale di Gioia Tauro ha votato un documento per chiedere la sua radiazione dall’albo dei giornalisti. Una vendetta personale camuffata da atto istituzionale, un gesto di inaudita gravità, che rappresenta un precedente inquietante: se un sindaco può chiedere la testa di un cronista, cosa resta della libertà garantita dall’articolo 21 della Costituzione?
Pantano: “La zizzania negli uffici uccide l’onore” – e un aneddoto personale rivela ancora di più
Agostino Pantano, giornalista esperto e fine osservatore della politica calabrese, ha descritto questa deriva con lucidità: “Nei tribunali ha perso, sui giornali ha fallito. Ora resta solo il ‘modo politico’. La sindaca è la stessa persona che ha usato il ‘modo giudiziario’ e il ‘modo mediatico’ per attaccare il presidente Agostinelli, e ora usa l’istituzione comunale come clava”. Il suo intervento sottolinea come questa battaglia personale rischi di danneggiare l’intera struttura dell’ente portuale, in un momento storico in cui il porto di Gioia Tauro è cresciuto grazie proprio al lavoro di Agostinelli, riconosciuto anche a livello internazionale.
Ma c’è un aneddoto personale che, in questo contesto, non posso più tacere. Simona Scarcella è sempre stata ostile con chi scrive di lei o del suo entourage: anzi, ha tentato anche in passato di “gestire” la narrazione mediatica, anche con operazioni sottili, di tipo relazionale.
Tutti a Gioia Tauro sanno che il marito della sindaca, oggi rimesso in posizione dal Comune nonostante un procedimento giudiziario ancora aperto al Tribunale di Reggio Calabria, ha avuto in passato seri problemi con la giustizia, compreso un arresto. Vicende di cui Agostino Pantano scrisse con precisione e coraggio, ai tempi in cui era corrispondente del quotidiano Calabria Ora, così come fecero altri cronisti.
La narrazione di quelle inchieste giornalistiche, all’epoca, provocarono la reazione sdegnata di Simona Scarcella e se le legò al dito.
Qualche anno dopo chi scrive era direttore del gruppo LaC e la sindaca, allora ancora dipendente dell’Autorità Portuale ma, a quanto pare, già “in pectore” per un futuro da prima cittadina e magari da “successora” dell’ammiraglio Agostinelli mi fece pervenire, attraverso l’editore, delle pressioni affinché rimuovessi Agostino Pantano sostituendolo con un giornalista a lei gradito. Proposta che rifiutai con fermezza. L’idea malsana di colpirlo era già lì.
Ma il tempo, si sa, cambia tutto. E oggi, in quella stessa zona, il giornalista “proposto” dalla Scarcella scrive davvero come corrispondente per quella testata. Coincidenze? O forse no. Il territorio, almeno, deve sapere. Deve sapere chi sono i giornalisti con la schiena dritta, e chi quelli al guinzaglio del potere. E possiamo dirlo senza mezzi termini: il cronista che oggi firma da Gioia Tauro per quel giornale è, a tutti gli effetti, un “raccomandato” della sindaca.
Non basta più indignarsi. Occorre che le istituzioni intervengano: il Prefetto, il Ministero dell’Interno, l’ANCI, l’Ordine dei Giornalisti. Occorre una risposta politica, giuridica e civile a una gestione del potere che sembra presa in prestito da regimi illiberali. E occorre anche una riflessione: com’è stato possibile che una persona con questa idea del potere sia arrivata a governare una delle città più strategiche del Sud?
A quanto si apprende, il senatore del Partito Democratico Nicola Irto starebbe predisponendo un’interrogazione al Governo per chiedere chiarimenti su quanto si sta verificando nell’area del porto di Gioia Tauro, e in particolare sull’utilizzo personale delle istituzioni — come il Comune — per colpire autorità dello Stato e giornalisti indipendenti. Se così fosse, sarebbe un primo, timido passo nella direzione giusta.
Perché se chi ha responsabilità parlamentare tace, allora davvero — in questa storia — la democrazia è lasciata sola.
A difesa di Agostinelli, a difesa di Longo, a difesa della democrazia
Luigi Longo non va radiato, ma difeso. Andrea Agostinelli non va rimosso, ma ringraziato. E la città di Gioia Tauro merita rispetto, non una sindaca che utilizza il suo ruolo per sistemare i conti con il passato, minacciando giornalisti e autorità indipendenti. Se si lascia passare questo precedente, domani ogni Consiglio Comunale potrà decidere chi ha il diritto di scrivere e chi no, chi può lavorare e chi no. E allora è giusto dirlo, con forza: Gioia Tauro non è il regno della sindaca Scarcella. È una città della Repubblica Italiana. E la Costituzione vale anche lì.