Gioia Tauro, esce dal carcere e va ai domiciliari Franco Modaffari. È accusato di aver partecipato alla gestione della società Mct nel pilotare gli affari nel campo sanitario per conto della ‘Ndrangheta
Gen 02, 2024 - redazione
Aula tribunale Marsala
Esce dal carcere e va ai domiciliari Modaffari franco, accusato di far parte della cosca Piromalli. Modaffari è difeso dal Prof. Avv. Nicola Pisani, Avv. Guido Contestabile e Avv. Francesco Giovinazzo.
ECCO I PARTICOLARI DELL’ACCUSA A MODAFFARI FRANCO
Per il reato di cui all’art. 81 cpv c.p. ed artt. 110 c.p. 318 c.p. e 319 c.p. e 320 c.p. e 321 c.p. ed art 416-bis.1 c.p., perché, in tempi distinti e con più azioni in esecuzione del medesimo disegno criminoso, con la finalità di agevolazione della cosca PIROMALLI (cui apparteneva col ruolo di capo Fabiano TRIPODI e diversi soci della MCT) LA FACE Franca, nella qualità di incaricato di pubblico servizio, nell’esercizio delle sue funzioni, per compiere un atto contrario ai suoi doveri di ufficio, dando una corsia preferenziali ai mandati di pagamento dell’Asp in favore del laboratorio Minerva e dell’azienda MCT (riconducibile a Fabiano TRIPODI ed in generale alla famiglia mafiosa TRIPODI), si faceva dare delle utilità di vario genere, tra cui borse griffate, da MADAFFARI Antonino e altre utilità (non meglio individuate, che venivano lasciate nella macchina della donna, appositamente lasciata aperta per consentire che ivi venissero deposte) da Fabiano TRIPODI
per il reato di cui all’art. 110 c.p. 318 c.p. e 320 c.p. e 321 c.p. ed art. 416-bis.1 c.p. perché, con la finalità di agevolazione dell’impresa mafiosa MCT riconducibile alla cosca PIROMALLI, FIUMANÒ Giuseppe e FORTE Domenico, nella qualità di incaricati di pubblico servizio, indebitamente ricevevano utilità e somme denaro dagli amministratori della società MCT in cambio di commesse di forniture di prodotti medicali
Operazione Chirone – Imputato per associazione mafiosa quale partecipe al locale di ‘ndrangheta di Gioia Tauro, nella componente vicina ai PIROMALLI.
per il reato di cui all’art 416 c.p. e 416-bis.1 c.p. perché, con la finalità di agevolazione di cosca PIROMALLI di cui tra l’altro facevano quasi tutti parte, MADAFFARI Antonino, CERNUTO Giuseppe e RIEFOLO Federico quali soci formali, MADAFFARI Franco, CERNUTO Antonino, RIEFOLO Mario Vincenzo, ARCIERI Giancarlo e TRIPODI Fabiano quali gestori occulti, si associavano tra loro, costituendo l’azienda MCT, che commercializzava prodotti medicali, con la finalità di commettere una serie di reati di corruzione per acquisire commesse da Asp e presidi ospedalieri
per il reato di cui all’art 110 c.p. 318 c.p, e 320 c.p. e 321 c.p. ed art. 416-bis.1 c.p. perché, in concorso tra loro, con la finalità di agevolazione dell’impresa mafiosa MCT riconducibile alla cosca PIROMALLI, stilavano un accordo corruttivo che prevedeva la commessa di prodotti medicali (felini di incisione e deflussori) per le farmacie ospedaliere di Gioia Tauro e Melito Porto Salvo, dietro versamento di somme di denaro
per il reato previsto e punito 110 c.p. e 512-bis c.p. e 416-bis.1 c.p. perché con la finalità di agevolazione della cosca PIROMALLI (cui apparteneva col ruolo di capo Fabiano TRIPODI e diversi soci della MCT), in concorso tra loro attribuivano fittiziamente (perché in realtà vi era una società di fatto con chi non compariva formalmente nell’organigramma sociale, che anzi costituiva il vero gruppo decisionale delle scelte aziendali, il cui capo indiscusso era TRIPODI Fabiano) la titolarità dell’azienda MCT Distribution & Service srl, società inserita nel campo delle forniture medicali, a MADAFFARI Antonino, CERNUTO Giuseppe e RIEFOLO Federico al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale