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13enne aggredita dal fidanzato, Daniela De Blasio scrive alle Istituzioni

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“Il gesto di scagliarsi contro una bimba da parte di un altro minorenne è il segno tangibile che le politiche sulla famiglia non sono riuscite a penetrare all’interno del tessuto sociale e pertanto le reazioni dei giovani non sono più controllabili”

13enne aggredita dal fidanzato, Daniela De Blasio scrive alle Istituzioni

“Il gesto di scagliarsi contro una bimba da parte di un altro minorenne è il segno tangibile che le politiche sulla famiglia non sono riuscite a penetrare all’interno del tessuto sociale e pertanto le reazioni dei giovani non sono più controllabili”

 

In merito all’aggressione subìta da una 13enne ad opera del fidanzato, Daniela De Blasio, vice consigliere nazionale di Parità, nonchè consigliere di Parità della provincia di Reggio Calabria, ha scritto una lettera aperta alle Istituzioni:

“Quando è troppo è troppo”. Con questo “grido” l’Unric, il Centro Informazioni delle Nazioni Unite per l’Europa occidentale, ha organizzato una nuova campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Ma oggi, sfogliando i giornali che riportano la notizia dell’assurda violenza subita da una ragazzina poco più che dodicenne, ho capito che tutto ciò che si sta facendo o che ci si immagina di fare, non ha alcun senso perché la vera nemica della donna è la totale mancanza di cultura. La speranza che le nuove generazioni fossero distanti da questi avvenimenti è svanita nel primo colpo di pietra tirato contro il volto, ancora da bambina, in un caldo pomeriggio di primavera. Una situazione che non può e non deve passare inosservata, un momento di sdegno che non potrà essere mai più allontanato né dalla mente né dal cuore. Come nei paesi più arretrati del mondo, dove le donne non sono considerate parte della società civile, così Reggio Calabria ha dimostrato tutta la sua debolezza nel contrastare questi fenomeni che ogni giorni crescono di numero. Il gesto di scagliarsi contro una bimba da parte di un altro minorenne ci deve far capire che mancano totalmente le basi della conoscenza dell’altro sesso. Manca il rispetto, manca la legalità, mancano gli interventi sulle famiglie che non riescono, forse perché questo problema non viene considerato come tale, a trasmettere ai propri figli la cultura necessaria affinchè queste cose siano tacciate di infamia. Resiste una bruttissima cultura di sottomissione della donna. E questo è il segno tangibile che le politiche sulla famiglia non sono riuscite a penetrare all’interno del tessuto sociale e pertanto le reazioni dei giovani non sono più controllabili. Ci siamo illusi che queste vicende non toccassero da vicino le nuove generazioni, ma ci sbagliavamo. Reggio Calabria può e deve rappresentare un’eccellenza nelle politiche di genere e della famiglia, con delle azioni concrete che non siano le solite passerelle. Può nascere, ad esempio, un laboratorio, di cui se ne devono prendere carico le Istituzioni, che faccia da ponte tra la famiglia, nucleo fondante della società civile e tutte le altre istituzioni preposte alla formazione delle giovani generazioni. Un centro di coordinamento permanente tra il Comune, la Prefettura, i Centri antiviolenza, la Scuola e in primo luogo appunto la Famiglia, che riesca a garantire, realmente, attraverso lezioni o programmi specifici ai ragazzi, al pari dell’educazione civica, il rispetto delle donne, la legalità e, più in generale, l’imparare a volersi bene e conoscere se stessi. A mio avviso, soltanto producendo delle azioni concrete, che entreranno direttamente nella vita quotidiana dei giovani e dei loro genitori, si potrà iniziare il vero cambiamento, non possiamo assistere impotenti a questa barbarie perché siamo responsabili del futuro delle nuove generazioni”.

redazione@approdonews.it