Taurianova, i bambini della III A della “Monteleone-Pascoli” scrivono al capo dello Stato Sergio Mattarella risponde con una missiva, dicendo di essere "rimasto colpito dalla capacità di analisi della realtà e dalla ferma condanna alla mafia"
Era una normale esercitazione in classe. Siamo nella terza A della scuola elementare “Monteleone Pascoli” di Taurianova. Il classico tema che i 18 alunni della terza A dovevano svolgere sulla scia dell’attualità di quel momento. Era il 3 febbraio e il Parlamento Italiano si accingeva ad eleggere il suo 12esimo Presidente della Repubblica. E i bambini avevano avuto il compito di raccontare le loro impressioni su questo evento e sulla nuova figura che si stava insediando al Quirinale. Il contenuto dell’esercitazione, per la maestra Maria Luzza, è stato così sorprendente – per profondità, analisi e capacità realistica di vedere la realtà, con le tante problematiche che la circondano, in primis la piaga della ‘ndrangheta – tanto da portare l’insegnante a pensare di spedire tutte le esercitazioni al nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e mai avrebbe potuto pensare che il Presidente in persona prendesse carta e penna e rispondesse agli alunni e alla maestra della terza A della “Monteleone Pascoli”. Nella lettera, datata 27 marzo, il presidente della Repubblica esordisce “Con carissimi bambini…”.
“Eravamo intenti a lavorare sul ‘testo lettera’ – ha spiegato la maestra Luzza – e mentre spiegavo la differenza tra una lettera informale ed una formale è nata l’idea di scrivere ad un personaggio importante, al presidente della Repubblica Mattarella. Premetto che tempo prima avevamo parlato di lui, della sua storia, del suo impegno per la giustizia e la legalità, e i bambini si erano molto commossi nell’apprendere che il presidente aveva perso un fratello in un agguato di mafia. Erano però anche felici di sapere che Mattarella fosse un uomo del sud, conoscitore della nostra realtà locale”. La maestra racconta che “le lettere inviate erano 18, una per ciascun alunno. Non ho osato effettuare nessuna correzione perchè erano straordinarie, genuine, ricche di espressioni dialettali che rafforzavano vivacemente il contenuto. Ovviamente erano lettere non formali, i ragazzi hanno scritto al presidente allo stesso modo con cui si rivolgono ai loro genitori e ai loro amici, e per loro Sergio Mattarella è un amico a cui confidare i loro piccoli problemi, i loro perchè, le loro ansie. Qualcuno di loro lo avrebbe voluto come nonno, alcuni di essi hanno chiesto un lavoro vicino casa per la mamma o il papà; altri ancora di aiutarli a crescere in un ambiente più sano e altri di non essere abbandonati alla mercè della povertà. Uno di loro ha ricordato Santi, il fratello del presidente, la cui storia l’aveva veramente colpito. I miei alunni hanno raccontato al presidente di essere una classe ‘ribelle’, simile a quella più famosa di ‘Io speriamo che me la cavo’, ma con un manifesto desiderio di farcela, di diventare qualcuno. La nostra dirigente, le mamme, la scuola tutta ed io siamo felici ed onorati per il pensiero a noi rivolto dal presidente della Repubblica, uomo straordinario, indispensabile, onore e vanto della nostra terra, che saremo lieti di incontrare un giorno”. La maestra in conclusione, ha voluto ringraziare i suoi “piccoli ribelli, gli alunni della III A dell’Istituto comprensivo Monteleone Pascoli, che hanno permesso alle mie colleghe e a me di aiutarli ad incoraggiarli per costruire insieme solide basi di fiducia in sè stessi e nelle loro nascoste potenzialità. Con loro abbiamo vissuto e viviamo ogni giorno un’avventura, un viaggio, un’emozione”.