2 OTTOBRE CON LA DANZA DELLA VITA: IL CIRCUITO DEL VOLONTARIATO PER COSTRUIRE LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO Animatore della giornata contro il cancro il chirurgo-oncologa Maria Giovanna Fava
L’ anno 2020 ormai viene identificato con la diffusione della Pandemia COVID e con essa alla messa a punto in tutte le realtà sanitarie mondiali di impellenti strategie organizzative, in termini di mezzi e risorse strutturali e di personale, per far fronte a quella che all’inizio si presentava come una spaventosa e sconosciuta patologia infettiva altamente contagiosa e di impatto clinico-patologico rilevante.
Il nostro paese si trovava ad affrontare una crisi sanitaria di proporzioni inconsuete, ed i pazienti con tumore o con storia clinica di patologia oncologica nuova e/o cronici si trovavano a dover fronteggiare una doppia sfida, dovendo scegliere tra diverse indicazioni di orientamento, come limitare gli spostamenti per trattamenti indifferibili e urgenti e sottoporsi al filtro di una scala di priorità di presa in carico dei pazienti stessi all’interno delle strutture ospedaliere, inquadrando , là dove era possibile, la situazione patologica in rapporto alla ridistribuzione sanitaria e al riassestamento delle varie aziende ospedaliere secondo la situazione contingente locale e l’indice di diffusione e il numero di contagi della pandemia.
Infatti, come pure pubblicato su Science l’editoriale di Norman E. Sharpless, Direttore del National Cancer Institute e come ripreso dalla stessa AIOM:… “L’allarme lanciato dall’NCI si può applicare anche in Italia. Nei primi 5 mesi del 2020, nel nostro Paese, vi sono stati più di un milione di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019”.
Questa situazione si creava anche perche’ venivano ridistribuiti i posti –letto per ricovero e il personale in reparti COVID a discapito di altri, tra cui in particolare quelli destinati agli oncologici elettivi e onco-chirurgici.
Nelle realtà settentrionali, si arrivava anche alla sospensione delle attività di screening e delle prestazioni specialistiche per oltre 3 mesi, per la difficoltà iniziale a differenziare i percorsi diagnostici, le risorse umane e tecnologiche e per il disorientamento ingegneristico aziendale che in molte strutture doveva ritracciare la suddivisione perfino architettonica dei reparti , Covid e non-Covid, e dei percorsi puliti e a rischio.
Si apriva una diatriba nei vari tavoli tecnici e di categoria specialistica su” Nuove diagnosi e Oncologici cronici” e la visione a 1- 2 anni dal massivo Lockdown iniziale non era favorevole.
Il PNGLA 2019-2021 o Piano Nazionale Gestione Liste-Attesa richiamava la necessità quasi istituzionale di suddividere le prestazioni in non procrastinabili e procrastinabili e dare priorità solo ai casi urgenti.
L’impatto negativo sul trend di produttività in termini di “prevenzione della salute” e di prestazioni di alta specialità gravava soprattutto con peso significativo sugli screening oncologici organizzati, che in una regione come la Calabria già non esistevano e ancora non esistono; questo ovviamente significava in linea generale un numero di diagnosi precoci in meno e la scoperta di casi oncologici più avanzati con valori predittivo-prognostici sull’indice di sopravvivenza scarsi e maggiore impegno poi della relativa spesa sanitaria!
Difronte al rischio di una catastrofe dentro la catastrofe ( una specie di effetto domino di danno alla salute), le prime ad insorgere le società scientifiche accreditate che stimavano oltre 2 milioni di esami screening in meno, di cui 600 mila solo Mammografie fino a settembre 2020, con un Calcolo in base a Numero esami in meno, N mesi ritardo e stima lesioni perse in quasi il 43,55% e una stima di lesioni perse di circa 2793 cancri rispetto al 2019. A questi dati si aggiungeva la quota di perdite di diagnosi precoci dovute alla minore propensione delle persone ad accedere nelle
strutture sanitarie per il rischio contagio e la diffusione di una specie di paura di massa che contribuiva con un valore del 21% al dato iniziale in negativo.
Tuttavia in tutto questo caos, non tutto era perduto ed il Dipartimento della Tutela Salute, Servizi Sociali e Socio Sanitari della Regione Calabria varava il famoso Decreto 100 del 15-07-2020, dove suddividendo la regione calabrese in tre macro-aeree e cioè Area NORD -Area SUD -Area CENTRO, si poneva l’accento sulla necessità di creare i PDTA ed i gruppi multidisciplinari UVM ed organizzare la rete delle BREAST UNIT, secondo HUB e Spoke, con l’auspicio di bloccare una fetta di Mobilità passiva extraregionale per cancro alla Mammella, che ad esempio nell’anno 2018 aveva come numeri 542 casi e 419 in mobilità con un totale di casi 961 e cioè = 43% in mobilità extraregionale con notevole impatto sul portafoglio sanitario regionale.
In questo clima, subito dopo la prima fase pandemica, nella nostra latitudine, riprendevan , in sicurezza e rispetto della normativa vigente, i programmi associazionistici di vari gruppi di volontariato che durante l’acme della Pandemia avevano avuto meglio modo di studiare i modelli di prevenzione oncologica già esistenti al Centro-Nord per attuare una strategia di difesa in un campo così minato e complesso come il Tumore al Seno , applicandoli ai nostri contesti.
Con enormi sforzi e alto spirito di sacrificio, la “Danza della Vita”, l’associazione ONLUS di Palmi, composta e sostenuta soprattutto da donne, che hanno vissuto e ancora vivono l’esperienza della malattia, presentava diverse iniziative finalizzate all’attenzione del pianeta Salute Donna. Tra questi, la Giornata del 27 Maggio già ampiamente acclamata, e ora la giornata del 2 Ottobre , dedicata alle donne della Piana Reggina ed aperta specie alle fasce sociali meno abbienti e più disagiate, ancora ampiamente rappresentate sul nostro territorio, spesso emarginate per lo scarso coinvolgimento di cui tutte le amministrazioni e gli enti sanitari sono da anni responsabili , senza inammissibilità delle reali colpe, per l’assenza di fattive misure di diagnosi precoce e di campagne di informazioni della prevenzione oncologica del Tumore al Seno.
La Danza della Vita invece non si risparmia e non finirà mai di spendere energie, tempo e risorse per dedicarsi a chi ha bisogno ,specie in un ambito così delicato e inglobante a 360° la sfera personale, familiare, relazionale oltre che psico-organica della Donna e questo lavoro di costante aiuto e di accoglienza ogni giorno continua anche senza riflettori puntati e senza rumore, perché finalizzato a riempire spazi vuoti ed inascoltati e le reali necessità anche più primordiali , come la tutela della salute, che non è di semplice realizzazione in una regione bocciata sotto molti aspetti dai tavoli degli esperti. E questo impegno passerà di mano in mano come un testimone alle donne che ora richiedono a gran voce ed in prima persona il rispetto dei loro stessi diritti!
La presenza delle donne poi della Tonnara di Palmi, “le Palmesi”, è una prova testimoniale di tanta dedizione; le donne dei pescatori, le donne dello Scoglio dell’Ulivarella, le donne che quando i loro mariti escono per mare diventano “donne-uomini” e gestiscono l’attesa dei padri e dei figli di famiglia, le donne che accudiscono la casa in previsione del ritorno e lavorano incessantemente sostituendosi agli uomini stessi; le antiche e le moderne Palmesi che ,seppure oscurate dai un tocco di nero, si siedono sulla battigia all’alba e al tramonto ,speranzose nel ritorno.
Le Palmesi madri-mogli-figlie, queste donne in questa giornata rappresentano una categoria umana speciale, dove si raffigura con impeto l’incarnato e il costume tipico di tutte le donne calabresi, che oggi ormai gridano la loro esigenza di attenzione che prima di ogni cosa, in un paese civile, passa dalla disponibilità di garanzia della salute e poi diviene pian piano cura sia del corpo e che dell’anima e così riscatto sanitario e sociale…Il Black muta e si tinge di Pink