Fermato l’equipaggio del peschereccio con a bordo 162 immigrati afgani
redazione | Il 07, Nov 2012
La Guardia di finanza e la Polizia hanno sottoposto a fermo gli 8 componenti dell’equipaggio del peschereccio battente bandiera turca che lunedì è stato intercettato con a bordo un carico di 162 immigrati. Gli uomini sono accusati di aver trasportato illegalmente in Italia gli immigrati
Fermato l’equipaggio del peschereccio con a bordo 162 immigrati afgani
La Guardia di finanza e la Polizia hanno sottoposto a fermo gli 8 componenti dell’equipaggio del peschereccio battente bandiera turca che lunedì è stato intercettato con a bordo un carico di 162 immigrati. Gli uomini sono accusati di aver trasportato illegalmente in Italia gli immigrati
REGGIO CALABRIA – La Guardia di finanza e la Polizia di Reggio Calabria, su provvedimento della Procura, hanno sottoposto a fermo gli otto membri di equipaggio di varie nazionalità del peschereccio turco Kaptan Ilker Atalay, giunto lunedì al porto di Reggio con 162 clandestini. Sono accusati di aver portato illegalmente, dietro pagamento di varie migliaia di dollari, dalla Turchia all’Italia, i migranti esponendoli a pericolo di vita e sottoponendoli ad un trattamento inumano e degradante. Il peschereccio d’altura è stato intercettato nella notte tra domenica e lunedì scorsi da unità del Gruppo aeronavale di Messina della Guardia di Finanza al largo di Capo dell’Armi (Reggio Calabria). L’imbarcazione era stata avvistata nel tardo pomeriggio di domenica a circa 140 miglia a Sud est di Capo Passero (Siracusa) e successivamente monitorata nel corso della navigazione. Una volta entrato in acque territoriali, il peschereccio è stato prima bloccato e poi condotto nel porto di Reggio Calabria. A bordo sono stati trovati 162 immigrati tra i quali 34 bambini e 25 donne di cui una in stato di gravidanza, che hanno riferito di essere afghani e di essere partiti tre giorni fa dal porto di Istanbul. Subito dopo l’attracco, la Guardia di Finanza e la Polizia hanno iniziato gli accertamenti su una decina di persone che si sono conclusi col fermo degli otto membri dell’equipaggio.
SCAFISTI INCASSATO UN MILIONE DOLLARI
Un milione di dollari: tanto ha fruttato agli scafisti il viaggio compiuto da 162 immigrati di varie nazionalità sbarcati lunedì scorso nel porto di Reggio Calabria da un peschereccio d’altura intercettato in mare da unità navali della Guardia di Finanza. E’ quanto è emerso dalle indagini condotte subito dopo lo sbarco dai finanzieri del Gruppo e dai poliziotti della squadra mobile di Reggio Calabria con il coordinamento del pm della Procura reggina Sara Amerio e del procuratore aggiunto Michele Giarritta Prestipino. I passeggeri, in tutto 162, infatti, avrebbero pagato agli scafisti circa 5.000-6.000 dollari a persona. Il peschereccio battente bandiera turca, partito dal porto di Istanbul, dopo essere stato intercettato da due pattugliatori veloci ed un elicottero della guardia di finanza di Messina, supportati da un aereo Atr 42, è stato abbordato dai finanzieri che hanno isolato parte dei presunti componenti l’equipaggio, portati in caserma una volta arrivati in porto. Le indagini dei finanzieri del Gruppo e dei poliziotti della squadra mobile diretti dal pm Amerio e dal procuratore aggiunto Prestipino, hanno quindi permesso di individuare, grazie anche alle immagini scattate e ai video girati al momento dell’abbordaggio e dalle numerose testimonianze, gli scafisti nel cittadino azero Ahamed Mahmudou, di 31 anni, nel cittadino iracheno Ahmad Maryvan, (27). I due avevano cercato di allontanarsi dalla plancia di comando per confondersi con i migranti. I rimanenti sei componenti l’equipaggio hanno, invece, coadiuvato gli scafisti a vario titolo e con precise mansioni a bordo, garantendo l’ordine e la “disciplina” dei trasportati e provvedendo alla saltuaria distribuzione di viveri ed acqua. Alla fine, su disposizione di Prestipino e di Sara Amerio, i baschi verdi e la squadra mobile hanno sottoposto a fermo, oltre ai due scafisti, Rafia Mashaali (19), iracheno, Haydari Jallat (25), iraniano, Abdollah Jabar Ahmad (20), iracheno, Armand Mohammad Reza (37), iraniano, Jhanizada Ruhid (21), afghano, e Zabeehullah Muhammad (31), afghano per favoreggiamento ed introduzione illegale nel territorio dello Stato italiano di immigrati clandestini con le aggravanti di aver esposto adulti e bambini a grave pericolo di vita sottoponendoli ad un trattamento inumano e degradante.
ECCO LA NOTA DIRAMATA DALLA GDF E DALLA POLIZIA
Un peschereccio battente bandiera turca partito dal porto di Istanbul nella notte di domenica scorsa con a bordo oltre 170 immigrati clandestini è stato intercettato da due pattugliatori veloci ed un elicottero della Stazione Navale di Manovra della Guardia di Finanza di Messina, supportati da un aereo ATR 42 in assetto M.P.A (Maritime Patrol Aircraft) del Gruppo Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare, a 9 miglia dalla costa di Melito Porto Salvo (RC).
I finanzieri effettuato l’abbordaggio dell’imbarcazione prendevano il comando della stessa, e dopo avere isolato parte dei presunti membri dell’equipaggio conducevano il peschereccio al porto di Reggio Calabria. Complessivamente venivano sbarcati grazie all’apporto dei baschi verdi del Nucleo Operativo pronto Impiego del Gruppo Guardia di Finanza di Reggio Calabria, del personale della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia intervenute, complessivamente 162 immigrati tra cui anche 34 bambini e 25 donne di cui una in stato di gravidanza. Gli sfortunati “passeggeri” del peschereccio turco, ammassati a bordo in condizioni degradanti e disumane, erano in navigazione da oltre 6 giorni.
Esausti e fortemente provati, dopo il lungo viaggio intrapreso in mare in pericolo di vita, immediatamente sono stati soccorsi dal personale medico intervenuto e dalle forze di polizia presenti e rapidamente trasportati presso la struttura recettiva “Scatolone” individuata dalla Prefettura di Reggio Calabria.
Oltre ai 162 immigrati, i finanzieri del Nucleo Operativo Pronto Impiego del Gruppo della Guardia di Finanza, provvedevano ad isolare i presunti membri dell’equipaggio che, fatti sbarcare per ultimi, venivano condotti in caserma per essere sottoposti ad ulteriori accertamenti.
I finanzieri ed i poliziotti avviavano una complessa attività investigativa finalizzata a raccogliere ogni possibile elemento di riscontro per individuare le responsabilità degli scafisti e degli altri membri dell’equipaggio.
Le indagini dei finanzieri del Gruppo e dei poliziotti della Squadra Mobile, condotte dal Pubblico Ministero dott.ssa Sara AMERIO e dirette dal Procuratore Aggiunto dott. Michele GIARRITTA PRESTIPINO, hanno permesso di accertare il coinvolgimento dei 10 soggetti fermati quali membri dell’equipaggio del peschereccio che, in concorso tra loro, hanno condotto dalla Turchia ed introdotto illegalmente nel territorio dello Stato Italiano in 162 extracomunitari di origine prevalentemente afghana e palestinese esponendoli a pericolo di vita e sottoponendoli, durante il viaggio, ad un trattamento inumano e degradante.
In particolare, dai riscontri delle immagini scattate e dei video girati dai finanzieri all’atto dell’abbordaggio e dalle numerose testimonianze assunte in atti dagli altri immigrati presso la struttura di accoglienza, si è riusciti ad individuare gli scafisti dell’imbarcazione identificati nel cittadino azero AHAMED Mahmudou, classe 1981 e nel cittadino iracheno AHMAD Maryvan, classe 1985, entrambi, tra l’altro, sorpresi ad allontanarsi velocemente dalla plancia di comando al momento dell’irruzione dei finanzieri tentando di confondersi con i migranti.
I rimanenti 6 membri dell’equipaggio, di nazionalità irachena, iraniana ed afghana, hanno, invece, coadiuvato gli scafisti a vario titolo e con precise mansioni a bordo garantendo l’ordine e la “disciplina” dei trasportati e provvedendo alla saltuaria distribuzione di viveri ed acqua.
Gli sfortunati passeggeri, così come accertato in atti, avrebbero inoltre corrisposto agli scafisti per il viaggio un compenso di circa 5.000 – 6.000 dollari per persona; un lucroso affare di oltre 1.000.000 di dollari per l’organizzazione criminale. Il peschereccio è stato sottoposto a sequestro dai finanzieri del Gruppo e della Sezione Operativa Navale di Reggio Calabria.
Alle attività di indagine ha partecipato anche ulteriore personale della Polizia di Stato della Questura di Reggio Calabria che ha fornito ausilio alle operazioni di riconoscimento degli immigrati e alla raccolta delle testimonianze presso il centro di accoglienza.
Su disposizione del Procuratore Aggiunto dott. Michele Prestipino Giarritta e del P.M. dott.ssa Sara AMERIO venivano eseguiti dai baschi verdi del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dal personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria nr. 8 provvedimenti di fermo di indiziato con traduzione in carcere di Reggio Calabria nei confronti di Ahamed Mahmudou nato in Azerbaijan il 31.01.1981, Ahamad Maryvan nato in Iraq il 01.11.1985, Rafia Mashaali nato in Iraq il 30.06.1993, Haydari Jallat nato in Iran 06.09.1987, Abdollah Jabar Ahmad nato in Iraq il 22.06.1992, Armand Mohammad Reza nato in Iran il 22.05.1975, Jhanizada Ruhid nato in Afganistan il 22.04.1991 e Zabeehullah Muhammad nato in Afganistan il 01.01.1980 resisi responsabili in concorso dei reati di favoreggiamento ed introduzione illegale nel territorio dello Stato italiano di immigrati clandestini con le aggravanti di aver esposto adulti e bambini a grave pericolo di vita sottoponendoli ad un trattamento inumano e degradante.