Una lunga divagazione ed un piccolo regalo di Natale
redazione | Il 21, Dic 2012
Editoriale di Bartolo Ciccardini
Una lunga divagazione ed un piccolo regalo di Natale
Editoriale di Bartolo Ciccardini
Una lunga divagazione sul metodo democratico per arrivare a due suggerimenti impertinenti. Nel 1976 un corrispondente dell’allora autorevolissimo quotidiano francese “Le Mond” mi chiese di poter seguire una mia domenica elettorale. Ne fui lieto perché quella domenica nel lungo giro era compresa anche Arpino, l’antica capitale dei Volsci, patria di Mario, capo dei “populares”, e di Cicerone, leader degli “homines novi”, città capace di impressionare anche un disincantato giornalista
parigino. All’ingresso del paese una donna anziana, di modestissime condizioni, mi affronta con il nobile tu latino, usato da Mario e da Cicerone, e mi dice: “Se tu non trovi un posto a mio figlio, non avrai il mio voto!”. Sentii il dovere di giustificarla presso il giornalista straniero: “Io non ho un posto da darle, glielo dirò e perderò il suo voto. Ma non la condanno. Se Agnelli
mi chiedesse qualcosa, non mi minaccerebbe certamente con il suo voto. Lei ha bisogno, si aspetta una cosa che è anche suo diritto avere ed ha solo il voto per minacciarmi. È giusto così ed io farò di tutto perché quel voto non le venga mai tolto!”. Militando in un’associazione di lavoratori, avevo organizzato una cooperativa per olivicoltori ed in quel paese, per sei legislature, sono stato il primo nelle preferenze. Voto di scambio? È questo un problema da chiarire una volta per sempre. La democrazia non è un seminario di teologia che definisce la natura del paradiso, né un’accademia di filosofi che passeggino dialoganti sulla natura del governo migliore. La democrazia è un compromesso necessario per prendere decisioni incruente, in base ad un valore fondamentale: l’eguaglianza. Ogni testa un voto. La democrazia in realtà è un con-dominio. La decisione di uno solo è illuminata, ma corrompe le intelligenze e gli animi; la decisione di pochi deve essere imposta e quindi porta allo scontro violento ed alla guerra. La democrazia è un accorgimento per regolare la lotta degli interessi e, se si rispettano le regole, produce la pace. La democrazia non è bella, né saggia, né virtuosa, è soltanto vera. In democrazia lo scontro è nella natura delle cose, la soluzione equilibrata è nella saggezza delle menti. Il Parlamento c’è per scontrarsi, rincontrarsi e trovare un compromesso. L’aspirazione ad un metodo celestiale per la composizione degli interessi o è una stupidaggine o è un trucco per nascondere una dittatura, una egemonia, una prepotenza, fonte di guerra.
Il Parlamento è l’assemblea rappresentativa di un popolo, dove confluiscono le richieste, i bisogni, le esigenze, e persino le intemperanze. È necessario che in questa sintesi rappresentativa del Paese la diversità si manifesti ed infine è necessario che il contrasto si risolva con un compromesso. L’idea che trovare un compromesso provvisorio in Parlamento sia un tradimento ed un delitto è coltivata dagli estremisti, che aspirano ad imporre le loro idee con una dittatura della minoranza. Ad essi bisogna spiegare che la vera funzione del Parlamento è propriamente quella di risolvere lo scontro con una soluzione di compromessi. Abbiamo detto che la democrazia è vera: è come una bottiglia di vetro bianco che mostra quello che c’è dentro. Se una popolazione è mafiosa, il consiglio comunale sarà mafioso. Questa è la verità della democrazia. In quel caso si deve andare alla radice non abolendo il voto democratico, ma abolendo la mafia: è una soluzione semplice anche se molto difficile. Questo vale anche per quelli che vogliono abolire le preferenze, perché, secondo loro, danno luogo alla corruzione. Portato alle sue logiche conseguenze, con questo ragionamento bisognerebbe abolire il voto, l’eguaglianza e la rappresentanza del popolo, per instaurare una dittatura illuminata, una sorta di authority per avere una politica completamente onesta. Abbiamo fatto questa esperienza e sappiamo che le cose non funzionano così. Quando siamo ricorsi alla dittatura per ottenere l’ordine, siamo riusciti ad ottenere che una decina di eserciti stranieri andassero su e giù liberamente per il nostro Paese. Ma anche recentemente, dei gruppi di dirigenti, Calderoli, Tremonti, D’Onofrio, Pastore e Nania, che si credevano illuminati, non solo hanno tolto le preferenze, ma, con il porcellum, hanno ideato liste bloccate per nominare i deputati ed hanno fatto persino dei listini personali dei governatori per far eleggere i loro collaboratori. (La Signora Minetti, scelta da un saggio colto, preparato, pio governatore, avrebbe dovuto essere, se il metodo della scelta illuminata avesse funzionato, un faro luminoso nella notte. Invece ha comprato il libro intitolato “Mignottocrazia” a spese dei
contribuenti! A questo punto è molto meglio che sia eletta dal popolo, se è il popolo che alla fine deve pagare le sue letture).
Dov’è dunque il bandolo di questa matassa? Ieri in Italia milioni di persone, spontaneamente, hanno raccolto più di trenta milioni di euro per finanziare la ricerca delle malattie genetiche. Quindi le persone belle esistono. Migliaia di italiani donano il sangue senza nulla chiedere ed il sistema di raccolta funziona. Perché il resto della sanità non funziona alla stessa maniera?
Milioni di famiglie si occupano di bambini, di anziani e di malati. Se queste famiglie non ci fossero il nostro welfare fallirebbe.
Il terremoto abbatte una Regione e le comunità reagiscono e la vita sociale ed economica riprende vigorosa come prima. I volontari accorrono, gli aiuti arrivano. I nostri professori di università si fanno onore all’estero, hanno un nome, coprono incarichi nella cultura, nell’economia, nella ricerca. Uno viene chiamato a mettere in ordine i conti dell’Europa a Francoforte, un altro viene chiamato a mettere in ordine i conti a Roma. Perché questa Italia che c’è, che funziona, che è onesta, che fa il suo dovere non è alla direzione del Paese? Questo è il punto da capire, questo è il problema da risolvere. Sappiamo tutti come il sistema si è inceppato. Ad un certo punto il meccanismo che faceva circolare l’ossigeno nell’organismo, si è guastato. Questo meccanismo era formato dai partiti ed i partiti erano il sistema vascolare che facevano circolare le idee e le decisioni. I partiti avevano una forte rappresentanza, una forte delega popolare, un forte sentimento di partecipazione. Non erano nati sulla demagogia, sulle promesse, sulle illusioni. Quando chiesero ai giovani italiani di andare a combattere per salvare l’Italia chiedevano loro di dare la vita senza nessuna distribuzione di favori e per questo motivo i partiti guidarono la democrazia ed il Paese. Quando Pietro Scoppola volle disegnare questo meccanismo scrisse un libro intitolato “La Repubblica dei partiti”.
Quando la circolazione dei consensi e delle idee fra popolo e partito venne meno, il sistema italiano ebbe un infarto. La soluzione c’è già ed è nell’art. 49 della Costituzione, che recita testualmente: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Il meccanismo è di facile comprensione: sono i cittadini che fanno i partiti ed i partiti sono al servizio dei cittadini ed i cittadini si esprimono attraverso i partiti, con metodo democratico, per determinare la politica nazionale. Il segreto è in quel “metodo democratico”. Se ci fosse un’authority che dovesse controllare la legittimità costituzionale dei partiti, esaminando severamente se usano il sistema democratico, quanti partiti sarebbero abilitati a presentare le liste elettorali? E la legge elettorale che abolisce la scelta dei cittadini non è forse una legge anticostituzionale? Se fosse soltanto anticostituzionale si potrebbe anche portare pazienza, ma oltre ad essere anticostituzionale, perdipiù non funziona, perché permette a minoranze disoneste e corrotte di falsificare la volontà popolare e di fondare un’egemonia di gruppi parassitari il cui principio di selezione è il demerito.
Tutto qui è il bandolo della matassa, che non è affatto ignoto, ma è conosciutissimo, perchè è da trenta anni che parliamo della crisi dei partiti.
Postilla con due suggerimenti dedicati al Presidente Monti
Caro Presidente, Lei è bravo, onesto e persona a cui viene riconosciuta la capacità di dirigere l’Italia. È stato un bravo chirurgo, che ha portato a termine una difficile operazione e speriamo tutti che presto lei possa sciogliere la prognosi riservata. Tutti ci domandiamo: “E’ finito così il suo compito?”. Il bravo chirurgo non potrebbe anche occuparsi della riabilitazione? Lo speriamo tutti, ma a questo punto ci sono due suggerimenti che ci sentiamo di darle, anche se non abbiamo nessun titolo per farlo. Il primo suggerimento è che è necessario indossare le armi della democrazia: affrontare i dissensi per trasformarli in consensi, prendere botte (e restituirle), battersi per interessi sani e giusti, e combattere interessi loschi e rapaci; trovare mediazioni faticose, pacificazioni fragili, compromessi necessari e provvisori. Vogliamo dirle che è necessaria la passione democratica. Può essere una passione che ama l’insulto brillante, come faceva Churchil, o la pacata pazienza, come faceva De Gasperi, ma deve essere passione, per la quale ci togliamo i guanti ed il camice da chirurgo,
ci sgualciamo i vestiti, ci bagniamo la camicia e ci sporchiamo le mani. Se lei ha questa passione, questo è il suo momento.
Il secondo suggerimento è quello di guardarsi dai moderati. Non si capisce bene cosa questa parola significhi e quelli che invocano l’unione dei moderati, sembrano essere smodati in tutto e troppo moderati soltanto nell’uso delle virtù civili.
La passione democratica non è moderata. Tuttavia l’anno prossimo sarà il 2013. È un anno dossettiano perché Dossetti nacque nel 1913. Dossetti dovrebbe ritornare per ripetere il grande miracolo: la contaminazione fra cultura cristiana e cultura socialista che dette vita alla Costituzione. Non c’è forse bisogno di un nuovo grande compromesso storico fra democratici? Mi sembra che lei abbia le qualità per tentare. Piccola chicca natalizia per gli amici che ci seguono
Abbiamo molto lodato le primarie che il partito democratico ha fatto per la scelta del Candidato alla presidenza del Consiglio. Abbiamo sperato che il partito democratico ne facesse delle altre per determinare, con la scelta dei cittadini, l’ordine di lista degli eletti che il porcellum aveva abolito. Speriamo che anche altri partiti lo facciano. Insomma combattiamo perchè si ritorni al sistema democratico come è dettato dall’art. 49 della Costituzione. Cinque anni fa nessun partito e neppure
il partito democratico fecero le primarie. Ero molto arrabbiato e scrissi una invettiva che è il genere letterario in cui io riesco meglio. Allora non la pubblicai per danneggiare il partito democratico che era già in difficoltà. Ho pensato che questa invettiva, che si potrebbe appendere al vostro albero di Natale, possa essere il mio piccolo pensiero di regalo per voi.
Invettiva
Cerco di immaginarmi con insaziabile voluttà le difficoltà di Berlusconi per compilare le liste di “nomina” dei suoi deputati e dei suoi senatori. La ressa dei suoi clienti affolla i cortili dei suoi palazzi. La carica dei parlamentari a cui ha promesso di essere rinominati spinge sui cancelli di Palazzo Grazioli. L’arrembaggio delle favorite intasa i numeri riservati, fa squillare telefoni lontani. Gli appaltatori desiderosi di appalto, i fornitori sazi di forniture, i pulisci-scarpe con attrezzature di lucidi e spazzole affollano le scale.L’Attila delle leggi elettorali fa firmare a tutti in bianco la presunta candidatura, per decidere sadicamente tutto l’ultima notte.
Oh, spettacolo pornografico senza pari! Oh diletto, nell’immaginare l’orco avvolto nella stupidità della sua legge elettorale! Oh gioia, nel presentire le maledizioni, le delusioni, i lamenti “ed il suon di man con elle”! Quale godimento maggiore esiste per un buon democratico che quello di sognare lo smarrimento dell’ideatore del “porcellum”? Invece no, porca miseria!
Devo assistere allo stato confusionale dei democratici, che si sono lasciati sedurre dalla bramosia di nominare deputati, orrido pomo della discordia lanciato dal nemico fra le loro file. Ma non vi avevo detto, fin da cinque anni fa, quando proposi il progetto delle primarie a Prodi, che le primarie validissime, per la nomina del leader, erano il segreto della mobilitazione di un grande partito, se applicate alle liste? Non fui io a dire a Rutelli che avrebbe dovuto fare le primarie per esprimere i candidati del 2001 ed era già stato preparato uno stanzino con un computer, ma fu travolto da pazzi consiglieri che per scegliersi i collegi più sicuri lo costrinsero a stare tre mesi nella bolgia delle candidature, invece di fare la campagna elettorale e per colpa loro la sua rimonta incominciò troppo tardi? Se avesse incominciato tre mesi prima la mobilitazione con le primarie, Rutelli avrebbe vinto.
Voi non avete mai finito di stupirvi quando all’appello della partecipazione sono venuti a votare (ed hanno perfino pagato più di un euro!) due, tre, quattro milioni di persone? Ed ora quattro milioni di persone stanno accasermate sulla paglia, con la notizia che Fioroni è stato mandato in Sicilia. Quale vittoria per la democrazia! Fioroni in Sicilia! Non vi ricordate di. quando Gigi Mastrobuono, segretario generale dell’Unioncamere, fu mandato candidato ad Agrigento, l’unica provincia sprovvista di Camera di Commercio? Ma dunque siete irrimediabilmente coglioni? Ma non dovevate sapere che una legge perversa, peggiore della legge con cui veniva nominata la Camera dei Fasci e delle Corporazioni (almeno allora venivano interpellati
i sindacati), andava rifiutata, andava disobbedita, andava sbeffeggiata, insolentita e cancellata da una grande mobilitazione democratica? Ma che democratici siete? Siete quelli che volevate fare le primarie con gli iscritti dei partiti, perchè avevate
paura che quelli di Forza Italia venissero a votare nelle vostre primarie, tremebondi come monachelle vergini di Palermo, spaventate dall’ingresso dei garibaldini. Avreste voluto evitare persino l’afflusso delle persone che tremavano per la vostra sorte e ci siete riusciti nella timida e maltusiana conformazione della costituente del partito democratico.
Siete nati col preservativo sulla testa! Ed ora invece di fare le primarie per i candidati, siete caduti nel ridicolo delle nomine paternalisticamente buone, illuministicamente rinnovatrici, siete riusciti ad espellere il virus di De Mita, vi siete inventati
dei giovani carini e delle giovani belline, avete messo la sacra fiamma del potere in mano alle giurie di Miss Italia, avete organizzato “La Notte Bianca” delle buone intenzioni per ottenere questo bel risultato! Stupidi! Doveva scorrere il sangue per fare le liste, in una sana competizione di una vera rabbia democratica! Godetevi lo spettacolo della più antica democrazia del
mondo, dove una donna intelligente ed un negro fascinoso gettano sangue e rabbia per conquistare la guida dell’impero. Imparate cos’è la fiamma della democrazia. Ammirate questo spettacolo che sta affascinando il mondo, anime piccole e tremanti, che avete paura delle primarie. Ah, ci fosse stato Giuseppe Dossetti, che per primo celebrò le primarie a Bologna,
conscio che il mandato che gli era stato dato non era sacro se non fosse stato confermato e ratificato dal voto popolare! Ed in quella occasione paragonò le primarie al Corpo Mistico di Cristo, lui che sapeva vedere a fondo le cose. Ah, ci fosse ancora qui lui a dirvi quanto siete limitati!
Meritate comprensione, è vero. Non è del tutto colpa vostra, è vero. Non siete tutti a condannare, perchè purtroppo siete ancora accecati dall’orrido mito del partito totalitario. Siamo tutti figli del secolo tristo, del secolo dei partiti totalitari, del secolo delle avanguardie storiche, del secolo delle aristocrazie grondanti sangue e non riuscite a togliervi di testa “Il Principe” di Antonio Gramsci, la dittatura filosofica, il paternalismo illuministico, la supponenza, la presunzione, la puzza sotto il naso di chi crede di saperne più degli altri. Voi credete che il popolo puzzi, voi credete che la folla sudi, voi credete che la
partecipazione sia volgare, voi credete di saper scegliere, invece “i primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”.
Complimenti per l’occasione mancata. Volevamo goderci le difficoltà di Berlusconi, dobbiamo patire invece la vostra mancanza di coraggio nel rifiutare, prima moralmente e poi praticamente, questo metodo osceno di nominare anticipatamente i rappresentanti del popolo.