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Torino, svolta nel tentato omicidio Musy. Arrestato uomo di origini calabresi

Torino, svolta nel tentato omicidio Musy. Arrestato uomo di origini calabresi

| Il 30, Gen 2013

Si chiama Francesco Furchì il killer che il 21 marzo 2012 tentò di uccidere l’avvocato Alberto Musy. L’uomo, già arrestato, è presidente dell’associazione Magna Graecia Millenium – FOTO

Torino, svolta nel tentato omicidio Musy. Arrestato un professionista di origini calabresi

Si chiama Francesco Furchì il killer che il 21 marzo 2012 tentò di uccidere l’avvocato Alberto Musy esponente dell’Udc, in questo momento ricoverato in stato di incoscienza in una clinica riabilitativa. L’uomo, già arrestato, è presidente dell’associazione Magna Graecia Millenium ed è stato individuato grazie agli incroci delle celle telefoniche dei cellulari presenti quella mattina nell’area del delitto

 

 

furchi francesco 

TORINO – Svolta nel caso sul tentato omicidio dell’avvocato Alberto Musy: a sparare sarebbe stato un calabrese, ma la ‘ndrangheta non c’entra. Le indagini, coordinate dal pm Roberto Furlan, hanno ricostruito che il 21 marzo 2012 autore dell’agguato sarebbe stato un uomo residente in centro, non distante dall’abitazione dell’avvocato. Si chiama Francesco Furchì, vive a Torino da anni, è presidente dell’associazione Magna Graecia Millenium, che “opera nel campo della cultura, della solidarietà, della diffusione dei valori della calabresità in terra di Piemonte”.

Le indagini sono partite dall’esame delle celle telefoniche, incrociando nomi e numeri telefonici di tutti i cellulari presenti quella mattina nelle vicinanze del luogo dell’attentato. Alberto Musy, avvocato, esponente dell’Udc, venne gravemente ferito la mattina del 21 marzo dell’anno scorso con sei colpi di pistola calibro 38. Uno sconosciuto, ripreso dalle telecamere, con un casco integrale bianco da motociclista sul capo e un soprabito scuro, si presentò al portone della palazzina di via Barbaroux, nel cuore vecchio di Torino, dove abitava Musy con la moglie Angelica Corporandi d’Auvare e le quattro figlie. Lo sconosciuto si appostò nel cortile e quando Musy rientrò dall’aver accompagnato le bambine a scuola, dopo essersi avvicinato e aver scambiato con poche battute estrasse la pistola e sparò i colpi. Non riuscendo a colpirlo subito lo rincorse nel cortile della palazzina colpendolo. Prima di entrare in coma, l’avvocato fece in tempo a dire a un vicino di casa: «è stato un uomo di 40 anni…». Musy è ancora adesso ricoverato in una casa di cura riabilitativa, ma non ha più ripreso conoscenza.

INDIVIDUATI I MOVENTI DELL’AGGUATO

Sono principalmente tre i moventi – secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori – ad armare la mano di Francesco Furchì contro Alberto Musy’. Il mancato appoggio di Musy a un concorso per cattedra universitaria a Palermo;la mancata nomina a cariche comunali dopo che Furchì si era impegnato nella campagna elettorale a sostegno di Musy nel 2011; il mancato impegno di Musy nel reperire investitori che Furchì cercava per le sue attività. L’indagato viveva come un torto tutte le tre vicende. Tra i moventi che hanno spinto Francesco Furchì a sparare ad Alberto Musy ce n’é anche uno legato alle vicende della società ferroviaria Arenaways. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Furchì avrebbe voluto partecipare al salvataggio di Arenaways nella fase del fallimento, nel 2011. Secono quanto ricostruito dagli inquirenti, Furchì prese contatti con Giuseppe Arena e stava lavorando alla costituzione di una cordata di imprenditori. Per questa ragione aveva chiesto aiuto a Musy che, tuttavia, non riuscì o non volle metterlo in contatto con ulteriori investitori. Questo alimentò, sempre per gli inquirenti, l’astio di Furchì nei confronti del capogruppo dell’Udc.

INVESTIGATORI: FERMATO HA UN’INDOLE VIOLENTA

Persona di indole violenta e vendicativa che aveva contatti con persone con precedenti di polizia: è il profilo che danno gli investigatori di Francesco Furchì, fermato per l’agguato al consigliere Udc, Alberto Musy. “L’indagine – ha detto il procuratore Giancarlo Caselli – è stata lunga, paziente, faticosa, analitica. Senza esagerazione é stata un’indagine mastodontica, gigantesca, un setacciamento incredibile di una serie di figure gravitanti nell’orbita della vittima. Abbiamo impegnato le migliori risorse della procura e della polizia, spendendo un tempo infinito. E’ stato come il lavoro dei cercatori d’oro, che setacciano quantità incredibili di sabbia e di acqua per individuare un qualche granello”. Ad aver portato all’identificazione di Furchì due consulenze tecniche del Politecnico di Torino. Una ha esaminato le sequenze ottenute con le telecamere disseminate lungo il percorso compiuto dall’attentatore prima di raggiungere la casa di via Barbaroux, ricostruendo altezza, larghezza spalle e ogni altro dato utile per l’identificazione del soggetto. La comparazione tra i dati ottenuti e quelli di Furchì è superiore al 90%, per alcuni tratti anche del 99%. La consulenza sulla camminata e la postura dell’attentatore e quelle di Furchì ha evidenziato caratteristiche fisiche uguali, peculiarità che derivano da malformazioni fisiche.

IL FERMATO AL PM: SONO INNOCENTE

Una breve dichiarazione spontanea in cui si è professato innocente: così la notte scorsa Francesco Furchì, l’uomo fermato per il tentato omicidio di Alberto Musy, si è rivolto al pm Roberto Furlan durante l’interrogatorio. Alle domande degli inquirenti, che gli hanno elencato i numerosi indizi raccolti a suo carico, ha invece preferito non rispondere.