Nel giorno dell’addio del Papa, in Calabria viene ricordata la sua visita alla Certosa di Serra San Bruno
redazione | Il 11, Feb 2013
In quell’occasione fece un’analisi sulla società contemporanea e sulle persone che non sono più capaci di silenzio e solitudine. Vescovo Lamezia: “Il suo ministero è stato luminoso”
Nel giorno dell’addio del Papa, in Calabria viene ricordata la sua visita alla Certosa di Serra San Bruno
In quell’occasione fece un’analisi sulla società contemporanea e sulle persone che non sono più capaci di silenzio e solitudine. Vescovo Lamezia: “Il suo ministero è stato luminoso”
CATANZARO – Fu un appello profondo quello lanciato nell’ottobre del 2011 da Benedetto XVI in occasione della visita alla Certosa di Serra San Bruno (Vibo Valentia). Nel giorno del suo addio al pontificato, in Calabria risuona ancora come una pietra miliare la sua analisi sulla società contemporanea e sulle persone che non sono più capaci di silenzio e solitudine. Il suo discorso, inoltre, guardava ai giovani, troppo spesso vittime del rumore di fondo e dell’onnipresenza dei media. Benedetto XVI, in Calabria sulle orme di San Bruno che nove secoli fa insegnò ai certosini una vita di silenzio, povertà, preghiera e lavoro, affrontò i rischi di disumanizzazione presenti in tante forme del “progresso tecnico” che soprattutto nei “trasporti e nelle comunicazioni”, rende le nostre vite non solo più “confortevoli”, ma anche “più concitate, a volte convulse”. Il Papa ammonì poi sui problemi che comportano innovazioni da lui pure incoraggiate per i loro risvolti positivi, come per esempio il web e i social network, le varie forme di comunicazione più diffuse principalmente tra i ragazzi. L’umanità e i giovani, ricordò il Pontefice, subiscono una “mutazione antropologica”, sono snaturati dal “rumore di fondo” delle città e dallo sviluppo dei media, con la “virtualità che rischia di dominare sulla realtà”. Il Papa citò poi il “rumore” sempre presente anche di notte, le “persone immerse in una realtà virtuale, con messaggi audiovisivi che accompagnano la loro vita da mattina a sera”. I giovani, aggiunse, “nati già in questa condizione”, “sembrano voler riempire di musica e immagini ogni momento vuoto”, una “tendenza” che diventa “mutazione antropologica”. I monaci sono “indispensabili”, sottolineò papa Ratzinger, prima di celebrare i vespri nella Certosa calabrese con la comunità guidata dal priore Jacques Dupont, perché “l’ambiente delle nostre società”, aggiunse, va “bonificato”, essendo “inquinato” da una “mentalità disumana”, “dominata dagli interessi economici”. “Cercare Dio oggi – concluse il Pontefice – non è meno importante che nei tempi passati, anche per società veloci e rumorose e anche per giovani immersi nella musica e nelle immagini”.
VESCOVO LAMEZIA: IL SUO MINISTERO E’ STATO LUMINOSO
“Ho appreso, mediante i mezzi di comunicazione, della decisione di Benedetto XVI di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, comunicata questa mattina nel corso del Concistoro pubblico Ordinario per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Tale decisione ci ha colto di sorpresa”. Lo ha detto il Vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Antonio Cantafora. “Sento – ha aggiunto – di dover esprimere tutta la mia filiale gratitudine per un ministero così luminoso con cui Benedetto XVI ha guidato la Chiesa Universale. Assicuro la vicinanza e il sostegno nella preghiera da parte di tutta la Chiesa di Lamezia Terme. Noi tutti porteremo nel cuore il ricordo vivo della visita che Sua Santità ha voluto compiere lo scorso anno. Il Signore, Pastore Eterno, lo ricompensi per le fatiche e il tanto bene compiuto durante questi otto anni di pontificato. Affidiamo i passi di Sua Santità Benedetto XVI e di tutta la Chiesa all’intercessione della Madre di Dio”.