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“Un voto contro i partiti e non contro la politica”

“Un voto contro i partiti e non contro la politica”

| Il 27, Feb 2013

Editoriale di Corrado Tocci, segretario politico dei Popolari glocalizzati

“Un voto contro i partiti e non contro la politica”

Editoriale di Corrado Tocci, segretario politico dei Popolari glocalizzati

 

 

Una campagna politica avulsa dai problemi della gente fondata sui due pilastrini dei partiti maggioritari, recitata da una parte bloccata sul “fidatevi di noi che siamo bravi a governare”, dall’altra “lo sapete che so fare i soldi e quindi sono in grado di restituirveli”, ha portato al fallimento finale una seconda repubblica nata da esigenze lobbistiche, contro il popolo e i

fondamenti democratici di un sistema liberal-popolare. Un periodo storico ventennale pervaso da populismi di basso profilo, che hanno sostituito all’anima popolare la compiacenza di corti corrotte e incapaci, interessate solo al vantaggio personale e alla possibilità di appropriarsi di patrimoni dello stato a prezzi super scontati, in grado solo di corrompere anche coloro che non accettavano “il vento nuovo”, pena l’esclusione dal sistema. Un Paese abbandonato nelle mani di saccheggiatori provenienti dalle “varie burocrazie”, burocratiche amministrative, degli ordini professionali, di componenti organiche dello stato. Un popolo smarrito, preoccupato per l’avvenire dei propri figli, non in grado di comprendere cosa stava accadendo, cosciente solo dei pesi continui che venivano caricati sulle sue spalle, turlupinato continuamente da messaggi tesi a confondere il suo millenario buonsenso, indirizzato continuamente su comportamenti tendenti a neutralizzare la propria coscienza, circuito continuamente per adeguare i propri consumi agli interessi di una casta che con il passare del tempo assomiglia sempre più ad una associazione a delinquere. Con questo stato d’animo milioni di italiani sono andati a votare. Le angherie e gli abusi continuamente sopportati hanno “vaccinato le coscienze” liberandoli da orpelli e paure, permettendo loro di esercitare democraticamente una scelta elettorale sulla direzione da prendere, pur con la limitazione di non poter scegliere le persone da eleggere.

Sin dalle prime proiezioni era chiaro che un sistema dei partiti prettamente oligarchico basato sul fascino di una persona, sorretto o da corti militarmente organizzate o da gruppi di interesse più o meno organizzati, centrato su una comunicazione televisiva e giornalistica non più al servizio della popolazione, ma asservita agli interessi delle oligarchie dominanti, era finito.

Per tutto il pomeriggio e la notte abbiamo assistito ad uno spettacolo pietoso, dove i vari comprimari, sia politici che opinionisti, si sono dovuti arrampicare per tentare di salvare un periodo buio della democrazia e della economia del Paese, dimostrando di non capire i grandi segni della storia, come l’insegnamento di Benedetto XVI, che non riuscendo più a guidare il nuovo che avanza rinuncia e porta il Suo contributo pregando. Il Paese è ostaggio di cinque emergenze: l’emergenza democrazia, l’emergenza rappresentatività, l’emergenza economica, l’emergenza informazione e l’emergenza burocratica. Il Movimento 5 Stelle nei suoi comizi ha affrontato delle tematiche che rientrano in queste cinque emergenze.

Queste emergenze debbono essere affrontate con la visione della sussidiarietà verticale e orizzontale, chiamando i cittadini a partecipare sia con soluzioni che economicamente, chi può. Occorre evitare di pensare di risolvere i problemi ricorrendo alle sole finanze statali rischiando di rimanere ostaggio dei mercati finanziari e della burocrazia parassitaria.

CORRADO TOCCI, SEGRETARIO POLITICO POPOLARI GLOCALIZZATI