Guccione: “La Regione faccia fare screening prenatali”
redazione | Il 28, Feb 2013
“All’Unical manca l’autorizzazione per l’individuazione dei marcatori”
Guccione: “La Regione faccia fare screening prenatali”
“All’Unical manca l’autorizzazione per l’individuazione dei marcatori”
Se la notizia che ho appreso oggi ascoltando sul Tg Ten un’intervista del prof. Giovanni Sindona, Direttore del Dipartimento di Chimica e Tecnologie chimiche dell’Università della Calabria è vera, come io credo, sarebbe davvero uno scandalo di proporzioni nazionali e di malasanità il fatto che ci sarebbe la possibilità di effettuare da subito all’ateneo cosentino screening prenatali in grado di individuare entro 72 ore dalla nascita dai 50 ai 100 marcatori per conoscere e, quindi, prevenire e curare, attraverso una diagnosi precoce, patologie e malattie nei neonati.
Stando sempre alle dichiarazioni del prof. Giovanni Sindona il servizio potrebbe partire “da domani”, sol che vi fosse una semplice autorizzazione da parte della Regione Calabria.
Ma la denuncia non si ferma qui.
L’Unical, “da dopodomani”, potrebbe effettuare esami di spectrometria di massa che non si effettuano in nessun altra parte che, oltre ad effettuare l’esame tradizionale che esegue la TAC, fotografa le molecole del paziente attraverso un esame, quindi, ancor più completo ed approfondito. Per essere messa in funzione mancherebbero solo 50 mila euro.
Due esempi di sanità di eccellenza bloccati o per una semplice autorizzazione o per poche migliaia di euro che, come al solito, costringono migliaia di calabresi a recarsi fuori regione.
E’ necessario che al più presto si verifichi quanto dichiarato e, se le verifiche dovessero corrispondere alla realtà come io credo, si avviino immediatamente tutte le procedure necessarie affinchè queste due strutture sanitarie di eccellenza, figlie dell’intelligenza e della ricerca dell’università della Calabria, siano immediatamente messe al servizio di tutti coloro i quali ne hanno la immediata necessità, invertendo una tendenza che ha visto e vede molti calabresi costretti ad emigrare anche per curarsi.