Crollo palco Pausini, la madre del giovane chiede chiarezza al presidente Napolitano
redazione | Il 04, Mar 2013
La mamma del giovane deceduto a Reggio Calabria durante il montaggio del palco dove avrebbe dovuto esibirsi l’artista ha scritto al presidente della Repubblica, sostenendo che «a tutt’oggi, a distanza di dodici mesi non ho avuto alcuna notizia dell’inchiesta giudiziaria in corso alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, fatta eccezione per gli accertamenti peritali ancora in corso»
Crollo palco Pausini, la madre del giovane chiede chiarezza al presidente Napolitano
La mamma del giovane deceduto a Reggio Calabria durante il montaggio del palco dove avrebbe dovuto esibirsi l’artista ha scritto al presidente della Repubblica, sostenendo che «a tutt’oggi, a distanza di dodici mesi non ho avuto alcuna notizia dell’inchiesta giudiziaria in corso alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, fatta eccezione per gli accertamenti peritali ancora in corso»
Martedì sarà un anno che Matteo Armellini è morto, un anno da quel giorno che lui, rigger di appena 30 anni volò giù da una struttura del palco in allestimento del concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria. E oggi sua madre ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere ‘giustizia’. «Confido che Lei, Signor Presidente – scrive Paola Armellini – comprenda la necessità di una madre, cittadina italiana, di ottenere almeno giustizia. A tutt’oggi, a distanza di dodici mesi non ho avuto alcuna notizia dell’inchiesta giudiziaria in corso alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, fatta eccezione per gli accertamenti peritali ancora in corso. E, anche se spero che questo non avvenga, tenuto conto dei tempi della giustizia, diventa sempre più probabile che io non arrivi mai a conoscere la verità sulla morte di mio figlio. Mi rivolgo a lei, Signor Presidente, affinchè il mio dolore di madre non rimanga invisibile e senza risposte». Matteo Armellini, era un operaio per scelta, un tecnico del suono. «Non un ripiego, non un lavoro tanto per guadagnare», disse chi lo conosceva bene. La procura di Reggio Calabria aprì subito l’inchiesta.
«La Costituzione italiana – scrive ancora la madre di Armellini – garantisce il diritto al lavoro e la pari dignità per tutti i cittadini. Credo dunque sia lecito e doveroso chiedersi come questo diritto, peraltro non sempre rispettato, possa escludere perfino la sicurezza sul lavoro. Ogni anno in Italia muoiono più di mille lavoratori, purtroppo non sempre per fatalità, bensì troppo spesso a causa di superficialità, quando non di negligenza. Matteo è una delle vittime di questa mancanza di responsabilità; aveva solo trent’anni e ha pagato con la vita il suo diritto al lavoro».