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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

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San Ferdinando, in manette cinque affiliati alla cosca Bellocco

San Ferdinando, in manette cinque affiliati alla cosca Bellocco

| Il 06, Mar 2013

Numerose le accuse a loro carico, dall’associazione mafiosa all’usura, all’estorsione, all’intestazione fittizia di beni tutte contestate in concorso. Un carabiniere infedele informava la cosca sulle indagini in corso

San Ferdinando, in manette cinque affiliati alla cosca Bellocco 

Numerose le accuse a loro carico, dall’associazione mafiosa all’usura, all’estorsione, all’intestazione fittizia di beni tutte contestate in concorso. Un carabiniere infedele informava la cosca sulle indagini in corso

 

 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 5 soggetti, appartenenti alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “BELLOCCO”, operante in San Ferdinando (RC) e territori limitrofi, responsabili a vario titolo di:

– associazione di tipo mafioso (art. 416 bis commi 1 -2 -3 -4 -5 -6 c.p.);

– concorso in intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso

– (art. 12 quinquies legge 356/92 e art. 7 legge 203/91);

– concorso in usura aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso (artt. 110 e 44 c.p. e art.7 legge 203/91);

– concorso in estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso (artt. 110 e 629 c.p. e art. 7 legge 203/91);

– concorso in violenza privata aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso (artt. 110 e610 c.p. e art. 7 legge 203/91);

– concorso in lesioni personali aggravate dall’aver favorito un sodalizio mafioso (artt. 110, 582 e 585 c.p. e art. 7 legge 203/91).

Secondo la ricostruzione degli inquirenti un Carabiniere infedele avvisava la cosca Bellocco degli sviluppi dell’attività degli investigatori. Il militare non è ancora stato identificato, ma gli inquirenti, ha spiegato il procuratore aggiunto Michele Prestipino, confidano di giungere presto alla sua identificazione, così da poterlo punire come è stato fatto anche di recente in casi analoghi. I particolari sono stati resi noti in conferenza stampa al Comando provinciale dal procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza e dal procuratore aggiunto Michele Prestipino.

IL CONTRIBUTO DI MARIA CONCETTA CACCIOLA

L’attività investigativa scaturita oggi nell’operazione «Tramonto», che ha visto i carabinieri eseguire 5 fermi di indiziato emessi dalla DDA nei confronti di altrettanti appartenenti alla famiglia Bellocco di San Ferdinando, si è avvalsa anche delle dichiarazioni, puntualmente riscontrate durante le indagini, della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta suicida. In particolare le dichiarazioni rese dalla testimone di giustizia hanno permesso di fare luce su un’attività usuraria che sarebbe stata posta in essere dagli indagati. Un prestito di 600 mila euro, nell’arco di due anni, sarebbe aumentato fino alla cifra di un milione di euro.

LA MOGLIE DEL BOSS

Oltre alle cinque persone raggiunte da decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Reggio Calabria nei confronti di altrettanti appartenenti alla famiglia Bellocco di San Ferdinando, è indagata anche una donna, Aurora Spanò di 66 anni, in atto detenuta per altra causa. La donna è la compagna di Giulio Bellocco. Reggio Calabria, 6 mar. – Aurora Spanò, di 66 anni, coinvolta nell’operazione di oggi contro il clan Bellocco, compagna di Giulio Bellocco, già in carcere per altra causa, avrebbe esercitato intimidazioni nei confronti di altre due persone detenute nella stessa cella, pretendendo una forma di ossequio che si sarebbe sostanziato nel fare le pulizie della stanza e dei servizi igienici. Una terza donna l’ha denunciata riferendo che, poichè avrebbe messo in discussione il suo «lignaggio», la Spanò si sarebbe vendicata dando mandato ai propri congiunti di aggredire, colpendolo con un casco, il marito. A riferirlo, stamane, è stato il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, nel corso della conferenza stampa tenuta al comando provinciale dei Carabinieri per illustrare i dettagli dell’operazione «Tramonto».

I FERMATI

I cinque fermati sono: Giulio Bellocco di 62 anni, Berto Bellocco di 28 anni, Antonio Bellocco di 25 anni, Domenico Bellocco di 31 anni e Carmelo Bellocco di 26 anni. Le accuse nei confronti dei cinque sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso in intestazione fittizia di beni, concorso in usura, concorso in estorsione, concorso in violenza privata, concorso in lesioni personali, tutti aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso.