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Al via la terza edizione di Segni di ‘900

| Il 07, Mar 2013

Sabato 9 alle 18.30 il professore Emilio Gentile e la sua lezione magistrale su Giuseppe Prezzolini “L’avventura centenaria di un uomo moderno”. Alle ore 10 conferenza stampa a Lamezia Terme

Al via la terza edizione di Segni di ‘900

Sabato 9 alle 18.30 il professore Emilio Gentile e la sua lezione magistrale su Giuseppe Prezzolini “L’avventura centenaria di un uomo moderno”. Alle ore 10 conferenza stampa a Lamezia Terme


 

In occasione della lezione magistrale di storia del professore Emilio Gentile, in programma sabato 9 marzo, in mattinata alle ore 10 al liceo classico “Francesco Fiorentino”, si terrà una conferenza stampa, alla presenza del sindaco Gianni Speranza e dello stesso Gentile per delineare il percorso avviato con la nuova edizione della rassegna “Segni di ‘900”, arrivata al suo terzo anno consecutivo. La rassegna, organizzata dal Comune, nell’edizione di quest’anno ha già avuto due appuntamenti: sabato 15 dicembre con il professore Sabbatucci e la sua lezione magistrale di storia sul ventennio dopo l’Unità e sabato 19 gennaio con il professore Crainz e la sua lezione magistrale sugli “Infiniti anni ’80”. Dopo la lezione di Gentile sono già previste per il 23 marzo la lezione del professor Francesco Barbagallo su “Nord e sud nella storia d’Italia” e il 13 aprile il professor Aldo Schiavone su “Fascismo e comunismo italiani. Il novecento italiano come laboratorio poltico”. Successivamente ci saranno altri due appuntamenti già in programma: uno con Carlo Freccero sulla televisione in Italia, l’altra con Paolo Bagnoli su Piero Gobetti.

Subito dopo la conferenza stampa, sempre al Liceo classico, lo storico Gentile terrà una lezione sui nuovi totalitarismi alla presenza degli studenti delle scuole superiori ed in particolare dei partecipanti al viaggio con il Treno della memoria.

Alle 18.30, sempre nell’auditorium dell’istituto magistrale, Emilio Gentile, storico di fama internazionale, allievo di Renzo De Felice, che ha contribuito a modificare in modo radicale la storiografia sul fascismo, illustrerà la lezione magistrale su Giuseppe Prezzolini “L’avventura centenaria di un uomo moderno” (1882-1982).

Emilio Gentile è stato insignito di diversi premi. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue. I suoi studi hanno riguardato temi fondamentali per la comprensione della storia contemporanea, quali la modernità, la nazione, il totalitarismo, il pensiero mitico, le religioni della politica. Docente di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, collabora a giornali e riviste. Ha insegnato in Australia, Francia e Stati Uniti.

Autore del primo studio complessivo sull’ideologia fascista, si è occupato delle strutture istituzionali del fascismo, dell’organizzazione della politica e delle manifestazioni culturali, ma soprattutto ha inaugurato un nuovo filone di studi dedicati al totalitarismo.

Sul tema del fascismo e dei totalitarismi, come sull’Italia liberale, sul mito della nazione e sulla modernità, ha pubblicato diversi libri fra i quali: “Fascismo e antifascismo. I partiti italiani fra le due guerre”; “Le origini dell’ideologia fascista (1918-1925)”; “Il fascismo di pietra”, “Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell’epoca dei fascisni”.

Giuseppe Prezzolini è stato un giornalista, scrittore, editore e aforista italiano. Ad appena 21 anni, inizia l’attività di giornalista ed editore: assieme a Papini fonda a Firenze la rivista culturale “Leonardo”. Collabora a “Il Regno” (1903-1906). Nel 1904 scrive la prefazione-manifesto della nuova rivista “Hermes” di Enrico Corradini. In questo periodo pubblica i suoi primi scritti e conosce Benedetto Croce, che influenza profondamente il suo pensiero.

Nel 1908 fonda “La Voce”, rivista da lui diretta fino al dicembre 1913, e che durante il suo periodo di esistenza (verrà pubblicata fino al 1916) spazierà su temi legati alla letteratura, politica e società. Lavora come corrispondente de “Il Popolo d’Italia” (all’epoca foglio socialista).

Nel settembre 1922 (siamo a un mese dalla marcia su Roma), Prezzolini scrive una lettera, pubblicata su La Rivoluzione liberale (n. 28, 28 settembre 1922), avanzando l’ipotesi di una “Società degli Apoti”, cioè di individui liberi, raggruppati tra loro, che non parteggiano, che vogliono differenziarsi dalla vita e dalla malavita pubblica contemporanea per poter valutare l’attualità politica e la cronaca contingente con chiarezza e imparzialità. Ne nacque un dibattito che coinvolse anche Piero Gobetti (direttore della rivista) e don Luigi Sturzo.

Il 28 ottobre il fascismo prende il potere in Italia. Nel 1923 Prezzolini compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti, chiamato per un corso estivo alla Columbia University di New York. Nel 1925 è nominato rappresentante per l’Italia presso un’istituzione culturale, l’«Istituto Internazionale della Cooperazione Intellettuale», emanazione della Società delle Nazioni(l’antesignana dell’ONU), nonostante il parere contrario del governo fascista, e si trasferisce a Parigi con la famiglia.

Nel 1929 ottiene un incarico annuale presso l’università americana e si trasferisce da Parigi a New York con la famiglia. Assume la direzione della Casa Italiana alla Columbia University. Tornerà in Europa ogni estate fino al 1938.

Nel gennaio 1940 diventa cittadino americano e dà le dimissioni da direttore della Casa Italiana. Continua ad insegnare alla Columbia University. Nel 1948 l’ateneo newyorchese lo nomina «professore emerito» di italianistica.

Fin dal dicembre 1945 scrive sul quotidiano romano “Il Tempo”. Nel 1950 è uno dei primi collaboratori del nuovo periodico “Il Borghese,” di Leo Longanesi. Nel 1955 torna in Italia per allacciare rapporti con i quotidiani “La Nazione” e “il Resto del Carlino”, e soprattutto con case editrici, ai fini della pubblicazione delle sue opere nella penisola. Torna in Italia e si stabilisce a Vietri sul Mare, sulla costiera amalfitana. Si trasferisce nel 1968 a Lugano, in Svizzera.

Tra le sue opere maggiori: i memoriali “Dopo Caporetto (1919) e “Vittorio Veneto” (1920); diversi saggi, come “La cultura italiana” (scritto con Giovanni Papini, 1906) e le opere del periodo americano (“America in pantofole”, 1950; “L’italiano inutile”, 1953) e il “Manifesto dei conservatori” e le quattro biografie su Giovanni Papini, Benito Mussolini, Giovanni Amendola e Benedetto Croce.

Il suo archivio ed epistolario è stato donato alla Biblioteca cantonale di Lugano, dove è tuttora conservato.