Un passo importante nella ricerca contro l’Aids
redazione | Il 12, Mar 2013
Da una tossina del pungiglione delle api un’arma in più che impedisce l’infezione sul nascere. Possibili utilizzi anche nella cura dei tumori
Un passo importante nella ricerca contro l’Aids
Da una tossina del pungiglione delle api un’arma in più che impedisce l’infezione sul nascere. Possibili utilizzi anche nella cura dei tumori
Gli scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno scoperto una tossina nel veleno del pungiglione delle api, che può distruggere il virus HIV. Applicato come un gel, questa sostanza è in grado di inibire la diffusione dei primi virus che causano la sindrome da immunodeficienza acquisita.
Sembra un miracolo della natura, rileva Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, perché una tossina chiamata melittina, che è il componente principale del veleno d’ape (apitossina), rappresentando il 52% circa dei peptidi che costituiscono il veleno presente nel pungiglione delle api, distrugge le cellule HIV, ma non attacca le cellule circostanti.
Un articolo pubblicato nell’edizione online del quotidiano britannico “The Sun”, ha reso noto che l’equipe dei ricercatori statunitensi ha utilizzato questa sostanza mettendo a punto un gel vaginale.
La notizia è davvero importante se si pensa che questo potrebbe essere il primo studio efficace in grado di inibire la diffusione dell’HIV all’origine. Infatti, il capo del team della Washington University School of Medicine di St. Louis Dr. Joshua L. Hood intervistato dal “Sun”: si è augurato che questo gel derivato dal “veleno” delle api possa costituire un’efficace misura preventiva contro l’insorgenza di infezioni proprio perché a differenza di molti farmaci anti-HIV, che contrastano lo sviluppo del virus, il “veleno d’api” impedisce sul nascere l’infezione andando ad intaccare ab origine la struttura del virus.
Ma v’è di più. In altri settori della medicina, i ricercatori hanno preconizzato ulteriori grandi potenziali per le applicazioni possibili della tossina in questione. Le nanoparticelle presenti nella melittina potrebbero presumibilmente distruggere anche le cellule tumorali.