“La crisi può diventare un’opportunità”
redazione | Il 15, Mar 2013
I consigli di Pasqualino Gallo, presidente di FareItalia Cosenza
“La crisi può diventare un’opportunità”
I consigli di Pasqualino Gallo, presidente di FareItalia Cosenza
Riceviamo e pubblichiamo:
Concordo pienamente con quanto sostenuto da Maria Scopece su Fareitaliamag laddove evidenzia in maniera chiara ed inequivocabile come la crisi possa diventare un’opportunità.
E’ suggestiva l’interpretazione kennediana della parola crisi, utilizzata per la prima volta dal presidente John F. Kennedy durante un discorso a Indianapolis il 12 aprile 1959: “Scritta in cinese la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità”.
Molto simile è l’aforisma di Winston Churchill “l’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità”.
D’altronde l’etimologia della parola crisi è nel verbo greco krino che vuol dire separare o in maniera più estensiva, discernere, valutare.
Il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, il modo in cui percepiamo il rapporto tra noi e lo Stato, sta per cambiare radicalmente. A finire per primo sul banco degli imputati è stato il mercato del lavoro e, dunque, il modello di welfare. Il mercato del lavoro italiano è stato forgiato sulle necessità della grande industria, su orari e dinamiche adeguate a tale modello. Il welfare state, modellatosi sulle basi di quest’ultimo, ne è diventato l’altra faccia della medaglia. Questo ha prodotto una larga fascia di esclusi.
Il Consiglio di Europa ha adottato “Europa 2020”, la nuova strategia per l’occupazione e una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che – secondo il documento – aiuterà l’Europa a riprendersi dalla crisi e a uscirne rafforzata, a livello sia interno sia internazionale, incentivando la competitività, la produttività, il potenziale di crescita, la coesione sociale e la convergenza economica.
Sono stati confermati i cinque obiettivi di Lisbona:
– portare al 75% il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20 e 64 anni;
– innalzare al 3% del PIL i livelli d’investimento pubblico e privato nella ricerca e lo sviluppo;
– ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 (l’UE si è impegnata a passare entro il 2020 a una riduzione del 30%) e portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia;
– migliorare i livelli d’istruzione riducendo la dispersione scolastica al di sotto del 10% e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l’istruzione terziaria o equivalente almeno al 40%;
– promuovere l’inclusione sociale, in particolare attraverso la riduzione della povertà.
Gli Stati membri dovranno lavorare per attuare tali priorità strategiche a livello nazionale.
In un quadro di tale portata, certamente un ruolo determinante possono assurgere gli investimenti nel campo della formazione, per consentire ai giovani e meno giovani di essere fortemente competitivi nel mercato globale.
Se ci sforzassimo di considerare la crisi come un’opportunità, forse potremmo guardare al futuro con meno preoccupazione e al passato con meno nostalgia.
Il Presidente Fareitalia Cosenza
Pasqualino Gallo