Ucciso a Gioia Tauro il barone Livio Musco. Forse conosceva il suo assassino
redazione | Il 23, Mar 2013
Il famoso latifondista di 74 anni, è stato trovato morto nel suo studio. La dinamica sembra escludere che si tratti un caso di ‘ndrangheta. A novembre una bomba era stata fatta esplodere davanti alla sua abitazione
Ucciso a Gioia Tauro il barone Livio Musco. Forse conosceva il suo assassino
Il famoso latifondista di 74 anni, è stato trovato morto nel suo studio. La dinamica sembra escludere che si tratti un caso di ‘ndrangheta. A novembre una bomba era stata fatta esplodere davanti alla sua abitazione
GIOIA TAURO (RC) – Si chiamava Livio Musco, 74 anni, l’uomo ucciso questa sera a Gioia Tauro, nel Reggino. L’omicidio, secondo quanto appreso da fonti investigative, sarebbe avvenuto intorno alle 20,30 circa, nel centro storico della città del porto, a poche decine di metri dalla caserma dei carabinieri. Musco, proprietario terriero che sembra al momento estraneo a ambienti criminali, sarebbe stato ucciso nella sua abitazione in via Vallamena da due colpi di pistola.
Il corpo della vittima, vedovo e padre di tre figli, è stato trovato nello studio della casa in cui viveva da solo. Nessun segno d’effrazione è stato ritrovato sulla porta. Il giallo, quindi, è fitto. Musco tra l’altro è un latifondista molto noto. Tempo fa era stata fatta trovare una bomba davanti alla sua abitazione. Ora, invece, hanno fumato le armi: si suppone possa essere stata usata una pistola di piccolo calibro, forse una 6.35. Un colpo lo ha raggiunto al collo, l’altro al volto.
Musco, già noto alle forze dell’ordine per truffa, è morto subito dopo essere stato portato in ospedale. Sono stati gli stessi medici ad avvertire i carabinieri di quanto accaduto. Secondo le prime informazioni l’uomo sarebbe stato soccorso da un familiare. Da una prima ricostruzione, il delitto non sarebbe da ricondurre alla criminalità organizzata. L’uomo non risulta fosse legato ad ambienti criminali ed anche l’uso di un’arma di piccolo calibro sembrerebbe far escludere questa eventualità. I carabinieri ritengono che sia stato lo stesso Musco ad aprire la porta al suo assassino, segno che comunque lo conosceva. Appena entrato nello studio, posto in un palazzo nel centro di Gioia Tauro, a poche decine di metri dalla caserma dei carabinieri, il killer ha sparato raggiungendo l’uomo al volto ed al collo.