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TAURIANOVA (RC), VENERDì 10 GENNAIO 2025

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Recuperati nel cosentino 13mila documenti storici, si tratta di atti del “demanio culturale”

Recuperati nel cosentino 13mila documenti storici, si tratta di atti del “demanio culturale”

| Il 27, Mar 2013

I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza hanno affidato, in via definitiva, alla Soprintendente Archivistica per la Calabria, Francesca Tripodi, 13.047 tra documenti, opuscoli e volumi di interesse storico appartenenti al «demanio culturale»

Recuperati nel cosentino 13mila documenti storici, si tratta di atti del “demanio culturale”

I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza hanno affidato, in via definitiva, alla Soprintendente Archivistica per la Calabria, Francesca Tripodi, 13.047 tra documenti, opuscoli e volumi di interesse storico appartenenti al «demanio culturale»

 

 

COSENZA – I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, guidati dal maggiore Raffaele Giovinazzo, hanno affidato, in via definitiva, alla Soprintendente Archivistica per la Calabria, Francesca Tripodi, 13.047 tra documenti, opuscoli e volumi di interesse storico appartenenti al «demanio culturale», di pertinenza di vari organi della pubblica amministrazione e di enti locali sia calabresi che nazionali. I documenti sono stati recuperati a Santa Agata d’Esaro (CS) nell’estate del 2012,in seguito ad un’attività investigativa originata dalla cessione, su canale telematico, di numerosi reperti storici e documentali, da parte di un cittadino incensurato del piccolo centro cosentino.

Le ripetute operazioni di vendita a vari acquirenti del territorio nazionale, hanno consentito l’avvio dell’inchiesta culminata con il sequestro dell’ingente patrimonio archivistico oggi confiscato. L’attività di indagine è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Franco Giacomantanio e dal Sostituto Procuratore Silvia Fonte Basso. I documenti sequestrati ed ora confiscati abbracciano un periodo storico compreso tra l’inizio del XIX secolo e la prima metà del XX secolo, e sono composti da corrispondenza diretta o generata da organi regionali e nazionali della pubblica amministrazione; corrispondenza di guerra del primo e del secondo conflitto mondiale, proveniente anche dal fronte e dai campi di prigionia; missive dirette ad esponenti del governo fascista (da Benito Mussolini a Galeazzo Ciano), al Re d’Italia e ad ai componenti di Casa Savoia. Parte della documentazione confiscata verrà utilizzata per allestire una mostra itinerante nelle città di Cosenza e Reggio Calabria, dal titolo «Il filo del ricordo dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale. Voci e volti dal fronte.», organizzat dalla Soprintendenza Archivistica della Calabria, in occasione della prossima Settimana della Cultura prevista in aprile.