19 luglio 2013: Piazza Armerina contro tutte le mafie
redazione | Il 25, Lug 2013
Commemorazione per ricordare il giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia con la sua scorta 21 anni fa
di ROBERTA STRANO
19 luglio 2013: Piazza Armerina contro tutte le mafie
Commemorazione per ricordare il giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia con la sua scorta 21 anni fa
di Roberta Strano
Lo scorso 19 luglio a Piazza Armerina, alle ore 19, è stata tenuta in Piazza Europa, una semplice cerimonia di commemorazione in memoria del giudice Paolo Borsellino. Presieduta dal neo Sindaco il medico psichiatra Filippo Miroddi, con l’intera giunta comunale e le autorità locali.
La cerimonia ha avuto inizio con un minuto di osservanza del silenzio militare e quindi con la scopertura di una grande immagine dei due magistrati.
Poi è stata la volta del discorso del Sindaco, che ha sottolineato come Piazza Armerina è una città che lotta contro tutte le mafie:
“Una cerimonia commemorativa dedicata a due personaggi della nostra storia diventati simbolo, per il loro operato integerrimo e per il loro alto senso del dovere.
Sono trascorsi ventuno anni da quell’ ormai memorabile 19 luglio 1992, in cui la mafia uccideva di nuovo con una bomba al tritolo un magistrato e la sua scorta, dopo quella del 23 maggio dello stesso anno in cui avevano trovato la morte il giudice Falcone, la moglie e la sua scorta.
La città ricorda come un mese dopo dalla strage di Via D’Amelio, anche Piazza Armerina venne militarizzata dai Vespri Siciliani, soldati che venivano da qualunque regione d’Italia per scortare giudici e magistrati.
Il 25 luglio 1992 i primi reparti furono impiegati a Palermo, con 300 paracadutisti della Brigata Folgore atterrati all’aeroporto di Punta Raisi. Il 14 agosto operavano in Sicilia oltre 8 mila militari: 1.000 paracadutisti della Brigata Folgore e 500 lancieri del 6º Gruppo Squadroni Lancieri di Aosta a Palermo; 1.800 alpini della Brigata Julia a Enna, Ragusa e Siracusa; 1.500 soldati della Brigata Aosta a Catania e Messina; 800 bersaglieri del 23º Battaglione Bersaglieri e altri 1.500 soldati della Brigata Aosta a Trapani, mentre 1.800 soldati della Brigata Friuli ad Agrigento e Caltanissetta. Svolgeranno la loro missione fino all’8 luglio 1998.
L’operazione portò a una repressione quasi totale della mafia militare e consentì l’arresto di numerosi boss di Cosa nostra come Salvatore Riina, Salvatore Biondino, e altri.
Ma qual era la vita che conducevano questi soldati? Il retroscena è agghiacciante, i militari non avevano un nemico da combattere ben visibile, anzi. Si chiedevano spesso contro chi puntare la loro arma da fuoco. A questa nuova missione non erano forse preparati. Paracadutisti, bersaglieri, alpini, tutti di leva, venivano dal Nord e non avevano mai visto il Sud, improvvisamente catapultati in Sicilia, ed esposti al mirino della mafia.
“Al momento dimenticate Falcone e Borsellino …indagate sui ragazzi morti e i reduci che ancora pigliano psicofarmaci per sindrome postraumatica da stress…avevamo max 18 anni quanto siamo partiti e tutto è stato messo a tacere..”
Suicidi dovuti a pressioni psicologiche..mal addestramento.. è questo ciò che è accaduto e che spesso si fa fatica ad ammettere.
Un giorno per ricordare non solo due eroi ma anche per le giovani vite che con il proprio sacrificio hanno reso migliore la Sicilia.