Quello strano paese chiamato Calabria
redazione | Il 05, Ago 2013
Editoriale di Mirco Spadaro, giovane scrittore 15enne
Quello strano paese chiamato Calabria
Editoriale di Mirco Spadaro, giovane scrittore 15enne
Forse è la natura, che colpisce così in profondità questo paese. Forse, sono tutti quegli alberi che si scorgono vicino alle strade. Quel rumore di grilli così limpido e chiaro, che ne caratterizza il passaggio. Oppure, forse ancora, il mare. Da dove provengo, sfortunatamente, il mare lo si sente solo nominare, sussurrato dagli angoli delle strade, descritto, ma mai veramente visto. Il mare è anch’esso una cosa strana: così ampio e profondo. Muto e silenzioso un momento, ma spumeggiante e rabbioso in un altro. Strano paese la Calabria. La intravediamo nei testi delle canzoni e sugli schermi dei cinema. Negli occhi nostalgici dei nostri padri e delle nostre madri. Che strano paese la Calabria, con il suo dialetto senza tempo e le sue ricette senza burro. Con i suoi lidi sabbiosi ed i suoi irti scogli. Con i suoi tramonti pittoreschi sul blu cobalto del mare. No, non parliamo certo del paradiso perduto, ma parliamo di quel luogo in cui la luce dei nostri moderni lampioni riesce ancora a posarsi sul verde scuro dell’erba di un prato. Non scriviamo di una regione affogata da una natura troppo selvaggia, ma di città in cui uomini e vita riescono ancora a convivere. In un paese dove l’industrializzazione e il cemento corrono con noi una corsa senza freni, la Calabria è, e rimane ancora, quel piccolo albero che resiste, che si curva sotto il peso degli eventi ma non si spezza. La Calabria. Strana regione a vedersi, ma un intero paese da viversi.