Ragazzo di 14 anni si toglie la vita perchè gay, le riflessioni di Daniela De Blasio
redazione | Il 13, Ago 2013
Per la consigliera di parità: “La fragilità di questi bambini, perché di questo si tratta, è pari all’inconsapevolezza che hanno del loro futuro. A partire dalla famiglia, passando per la scuola, ognuno deve fare la propria parte”
Ragazzo di 14 anni si toglie la vita perchè gay, le riflessioni di Daniela De Blasio
Per la consigliera di parità: “La fragilità di questi bambini, perché di questo si tratta, è pari all’inconsapevolezza che hanno del loro futuro. A partire dalla famiglia, passando per la scuola, ognuno deve fare la propria parte”
Riceviamo e pubblichiamo:
Che ne sai di un ragazzo perbene che mostrava tutte quante le sue pene: e sfida il tempo e sfida il vento e tu lo sai…
Vorrei non scrivere mai un pezzo del genere, rubo le parole dei grandi Battisti/Mogol perché rievocano nella mia mente il dramma di un adolescente che si ritrova solo alla scoperta della sua sessualità che gli appare, con gli occhi degli altri coetanei, diversa! Ma non lo è! E’ difficile far accettare a un ragazzino una presunta diversità rispetto ai suoi compagni di gioco questa è la tragedia di un quattordicenne suicida che si vergognava della sua omosessualità, proprio perché la sentiva diversa, diversa da una normalità che normalità non è. Un fardello troppo grande per coloro, molti a dire il vero, che non riescono ad aprirsi con i loro cari e condividere così i sentimenti, di qualunque natura essi siano. I ragazzi, in particolare quelli della fascia preadolescenziale, vanno ascoltati, senza fine! Hanno sempre qualcosa da dirci, hanno sempre un bullo dal quale scappare, hanno sempre bisogno di essere seguiti condividendo la loro più bella età, quella della spensieratezza, e lasciando ad altri (gli adulti) i problemi che incontrano per la strada. La fragilità di questi bambini, perché di questo si tratta, è pari all’inconsapevolezza che hanno del loro futuro. A partire dalla famiglia, passando per la scuola, ognuno deve “fare” la propria parte. Non ci si può esimere o rimandare qualcosa che poi si trasforma tragicamente in quello che nessuno mai si augura. Leggendo i dati si evince che “ogni 8 ore un ragazzo nella fascia di età fra gli 11 e i 15 anni (53% femmine e 47% maschi) muore suicida a seguito di vessazioni ripetute e atti di bullismo” nella maggior parte dei casi il bullismo avviene perché la vittima viene identificata come omosessuale. Non si sta facendo abbastanza, è pur vero che una legge contro l’omofobia aiuterebbe ma sicuramente non impatterebbe nei quattordicenni bulletti. Gli interventi devono essere diversificati, la Provincia di Reggio Calabria sta provando a contrastare questo becero atteggiamento con diverse iniziative, dall’Osservatorio contro l’omofobia agli impulsi dati dal Consiglio d’Europa attraverso la settimana dei Diritti Umani. Ma occorre che anche la scuola intervenga con azioni concrete. Servono screening continui negli studenti al fine di individuare e contrastare un fenomeno in crescita esponenziale. Dall’altro lato occorre che la famiglia sia vicina ai propri figli e sia pronta ad affrontare, senza drammi, tutte le problematiche che quotidianamente affollano la mente dei bambini. Davanti a te ci sono io, davanti a me c’è un’altra vita!
Daniela De Blasio, Consigliera di Parità