La confusione di Nucara: “Contrario al commissariamento dei comuni e favorevole a quello del PRI”
redazione | Il 22, Ago 2013
Paolo Ferrara cita Ugo La Malfa “precostituire posizioni di potere sarebbe come uccidere il partito”
La confusione di Nucara: “Contrario al commissariamento dei comuni e favorevole a quello del PRI”
Paolo Ferrara cita Ugo La Malfa “precostituire posizioni di potere sarebbe come uccidere il partito”
Riceviamo e pubblichiamo
Le scellerate dichiarazioni attribuitemi da Nucara erano la risposta ad un inaspettato quanto inopportuno comunicato stampa del Segretario Provinciale del PRI, Paolo Raffa, che così affermava “Paolo Ferrara parli a nome proprio e non a quello del PRI. Siamo distanti anni luce da chi, seppur tesserato repubblicano, agisce, mettendo in campo contenuti e modalità che nulla hanno a che fare con l’operato del PRI”.
Il Segretario Nazionale dichiarava di non essere a conoscenza di questa iniziativa e la etichettava come “pettegolezzi di terza mano”.
A ledere la dignità del partito non sono certo io, ma la pubblicità che viene data a problematiche interne che, come tali, dovrebbero essere affrontate nelle sedi e con le modalità idonee, come più volte da me suggerito allo stesso Nucara.
Relativamente all’attività da me svolta (in primo luogo la fondazione del Movimento Liberi di Ricominciare) posso affermare che nessuna iniziativa è stata intrapresa senza che ne fossero informati il Segretario Nazionale e i componenti della Direzione provinciale i quali sono stati sempre da me esortati a condividere ogni attività. Tanto è vero che il Segretario Nazionale sin dall’inizio ha investito politicamente e economicamente stimolandomi ad andare avanti riscontrando la validità del movimento, tranne che forse, nel tempo, rammaricarsi perché le iniziative repubblicane non abbiano ottenuto il successo sperato mentre quelle di Liberi di Ricominciare hanno avuto invece ampio risalto e adesione.
Se le iniziative del PRI non hanno ottenuto le dovute aspettative, ciò va ricondotto alla guida politica che è la prima responsabile di ogni organizzazione. L’inconcludenza e l’inefficienza del PRI a Reggio Calabria non sono certo una mia diretta responsabilità. In tutti i modi ho cercato di metter il partito al servizio della collettività e di operare per il bene comune. Se è vero che mi sta a cuore sopra ogni cosa la “sopravvivenza” del partito, è altrettanto vero che la sua ripresa passa necessariamente attraverso il consenso della gente ovvero attraverso l’effettiva identificazione e risoluzione, ove possibile, dei problemi gravi e meno gravi di questa terra, il cui futuro “oggi precario” a me sta a cuore quanto quello del partito stesso. In questo contesto ho inserito la mia testimonianza di repubblicano e di presidente di “Liberi di Ricominciare”: associazione che intendevo fosse al servizio del partito e non certo in competizione con esso, come sembra voler intendere il Segretario Nucara.
E esattamente in questa prospettiva ho voluto affrontare la difficile valutazione degli aspetti che regolano la normativa sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose: ero e sono assolutamente consapevole della delicatezza di questo tema che si presta a troppo facili strumentalizzazioni. Interessarsi di dolorose questioni di mafia, vorrei dire al Segretario, non è certo essere mafiosi. E mi ha lasciato attonito l’esortazione rivoltami dal Segretario “non si può dare nemmeno lontanamente l’impressione che il PRI difenda, consapevolmente o meno, la mafia”.
Vorrebbe forse che, per comodità elettorali, tralasciassimo di affrontare il più radicale dei problemi della nostra Calabria (rapporto tra mafia e politica)? Traspare invece una volontà di affrontare i problemi dove essi sono insorti, in quei centri dove è avvenuto lo scioglimento e quindi affrontare insieme ai cittadini tutte le tematiche che possano prospettare migliori opportunità di vita civile e sociale. Non è possibile infatti accettare il presupposto che un’intera collettività possa subire l’onta di essere tacciata di mafiosità. Prova ne è l’attenzione che il Prefetto di Reggio Calabria ha dato alle iniziative di Liberi di Ricominciare.
Voglio ricordare che la disamina della legge che regolamenta lo scioglimento dei comuni, non è stata una mia iniziativa, poiché il PRI aveva già preso più volte eguale posizione sia per opporsi allo scioglimento del Consiglio Comunale di Reggio Calabria con la manifestazione “Sfregio Permanente” sia all’atto dello stesso scioglimento da parte del Ministro dell’Interno. Ove fosse necessario occorre rammentare quanto per bocca del Segretario Nucara si è detto a proposito dello scioglimento del Comune di Reggio Calabria “chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma non è giusto che a pagare sia un’intera comunità”. Certo spiace allorquando si vedono coinvolti interi consigli comunali per eventuali colpe di pochi e ciò dovrebbe far riflettere i partiti per evitare che consciamente o inconsciamente ne siano coinvolti. Per quanto mi riguarda il mio vissuto è cristallino esattamente come la virtù inattaccabile della moglie di Cesare!!!
Non ho naturalmente rivolto nemmeno un ammiccamento remoto a interessi mafiosi: al contrario, anche di fronte a interessi di partito, mi sono sempre espresso con molta chiarezza in merito alla presenza nel partito repubblicano calabrese di persone di dubbia reputazione.
La condivisione di quanto anzidetto, e non vedo quanti possano discordare, mi pone l’interrogativo se l’operato del Segretario Nazionale di commissariare la Direzione Provinciale di Reggio Calabria sia stato opportuno o meno perché in ciò si evidenzia una palese contraddizione. Se per lo scioglimento dei consigli comunali era opportuno individuare e punire i responsabili senza effettuare generalizzazioni, allo stesso modo bisognava operare all’interno della suddetta Direzione Provinciale cercando quanti abbiano causato l'”assoluta carenza organizzativa riscontrata”, mentre non viene evidenziata alcuna carenza politica con ciò volendo disgiungere le responsabilità amministrative e organizzative con la responsabilità politica che invece è condizione primaria in ogni organizzazione di partito.
Come affermava Ugo La Malfa il PRI deve rimanere partito aperto, assolutamente aperto a tutti coloro che intendano svolgervi, dall’interno, una funzione. Precostituire posizioni di potere, e difendere queste posizioni con una politica di chiusura, sarebbe delittuoso, sarebbe come uccidere il partito nel momento della sua maggiore possibilità di sviluppo nella coscienza pubblica.
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