Quando la tv criminalizza un territorio
redazione | Il 10, Ott 2013
Editoriale di Antonio Giangrande
Quando la tv criminalizza un territorio
Editoriale di Antonio Giangrande
Dal sito di Striscia la Notizia si legge “Stasera a Striscia
la notizia Fabio e Mingo documentano la situazione di drammatico degrado in
cui vivono migliaia di persone nelle campagne di Foggia. Si tratta di
lavoratori stranieri che vengono in Italia per raccogliere i pomodori e
lavorano dalle 5 del mattino fino a notte per pochi euro. Il caso
documentato da Striscia riguarda un gruppo di lavoratori bulgari che per
otto mesi l’anno vivono con le loro famiglie in case improvvisate, senza
acqua, gas e elettricità, in condizioni igieniche insostenibili, tra fango e
rifiuti di ogni genere, tra cui anche lastre di amianto.”
In effetti il filmato documenta una situazione insostenibile. Certo, però,
ben lontana dalla situazione descritta. Prima cosa è che non siamo in
periodo di raccolta del pomodoro, né dell’uva. Nel filmato si vede un
accampamento di poche famiglie bulgare, ben lontane dal numero delle
migliaia di persone richiamate nel servizio. Famiglie senza acqua, luce e
servizi igienici. Un accampamento immerso nell’immondizia e con auto di
grossa cilindrata parcheggiate vicino alle baracche. «Scusate ma a me sembra
un “normale” accampamento di Zingari, come ci sono ahimè in tutte le città
italiane – scrive Antonio sul sito di Foggia Today – Purtroppo oggi la
televisione per fare audience, deve proporre continuamente lo scoop,
specialmente quando si tratta di televisione cosiddetta commerciale. Ma
anche la televisione pubblica a volte non è esente da criticare a riguardo.
Fare televisione oggi significa soprattutto speculare sulla notizia, e molte
volte non ci si fa scrupoli di speculare anche sulle tragedie, pur di
raggiungere gli agognati indici di ascolto. E tutto questo senza
preoccuparsi minimamente, di quanto viene proposto agli spettatori, a volte
paganti (vedi il canone Rai). Tanto a nessuno importa, perchè vige la
regola: “Il popolo è ignorante”.» Giovanni scrive: «quello è un campo nomadi
e non il campo dei lavoratori agricoli stagionali».
Questo non per negare la terribile situazione in cui versano i lavoratori
stagionali, a nero e spesso clandestini, che coinvolge tutta l’Italia e non
solo il Foggiano, ma per dare a Cesare quel che è di Cesare.
In effetti di ghetto ne parla “Foggia Città Aperta”. Ma è un’altra cosa
rispetto a quel campo documentato da Striscia. Una fetta di Africa a dodici
chilometri da Foggia. Benvenuti nel cosiddetto Ghetto di Rignano, un
villaggio di cartone sperduto fra le campagne del Tavoliere Dauno che ogni
estate ospita circa 700 migranti. Tutti, o quasi, impegnati nella raccolta
dei campi, in modo particolare dei pomodori. Dodici ore di lavoro sotto al
sole e al ritorno neanche la possibilità di farsi la doccia. Attenzione si
parla di Africani, non di Bulgari.
Sicuramente qualcuno mi farà passare per razzista, ma degrado e sudiciume
illustrato da Striscia, però, sono causati da quelle persone che ivi abitano
e non sono certo da addebitarsi all’amministrazione pubblica Foggiana, che
eventualmente, per competenza, non ha ottemperato allo sgombero ed alla
bonifica dei luoghi.
Ai buonisti di maniera si prospettano due soluzioni:
1. L’Amministrazione pubblica assicura ai baraccati vitto, alloggio e
lavoro, distogliendo tale diritto ai cittadini italiani, ove esistesse;
2. L’Amministrazione pubblica assicura la prole ad un centro per
minori, togliendoli alle famiglie; libera con forza l’accampamento abusivo e
persegue penalmente i datori di lavori, ove vi sia sfruttamento della
manodopera; chiede ai baraccati ragione del loro tenore di vita in assenza
di lavoro, per verificare che non vi siano da parte loro atteggiamenti e
comportamenti criminogeni, in tal caso provvede al rimpatrio coatto.
Colui il quale dalla lingua biforcuta sputerà anatemi per aver ristabilito
una certa verità, sicuramente non avrà letto il mio libro “UGUAGLIANZIOPOLI
L’ITALIA DELLE DISUGUAGLIANZE. L’ITALIA DELL’INDISPONENZA,
DELL’INDIFFERENZA, DELL’INSOFFERENZA”, tratto dalla collana editoriale
“L’Italia del Trucco, l’Italia che siamo”. Opere reperibili su Amazon.it.
Alla fine della fiera, si può dire che stavolta Fabio e Mingo e tutta
Striscia la Notizia per fare sensazionalismo abbiano toppato?
Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia