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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Riyad: “Una informazione connivente nasconde una politica perdente”

| Il 09, Nov 2013

Maurizio Compagnone illustra la situazione nel medio oriente

Riyad: “Una informazione connivente nasconde una politica perdente”

Maurizio Compagnone illustra la situazione nel medio oriente

 

 

Prosegue la politica inconcludente dei reali dell’Arabia Saudita, la ricetta di portare conflitti in Paesi vicini come in Siria, Iraq e Libano per opporsi alle tribù sciite vicine all’Iran, va avanti. Per perseguire questi obiettivi al fine di sostenere i ribelli nelle loro scorribande in Siria, i regnanti hanno investito Mld di $ in armi, munizioni e uomini.
E’ già pronto il fantoccio che dovrà sostituire il Presidente legittimo Bushar al Assad, il suo nome è Ahmad Yarba.
Il tessitore oscuro che trama nell’ombra risponde al nome di Bandar bin Sultan, Principe saudita e potente capo dell’Intelligence.
Bandar, è l’uomo che si recò da Putin con un cadeau, in anticipo sulle feste natalizie, una valigetta contenente 15 Mld di $ al fine di convincere Putin a togliere il sostegno all’amico Presidente siriano, ma Bandar dovette tornarsene con la coda tra le gambe, Putin diplomaticamente ringraziò e con stizza rifiutò l’obolo.
Il Principe Bandar grazie alle immense risorse ha creato una ramificazione di agenti e centri di ascolto in tutti i Paesi del Medio Oriente con cui l’Arabia Saudita intrattiene rapporti, è talmente spudorato che ha avuto l’ardire di inserire spie nel palazzo presidenziale del RE, ritenuto uomo troppo debole dopo alcune aperture verso i sudditi, il dibattito nella Shura “Consulta del Parlamento” sulla guida alle donne e sulla frequentazione di uomini e donne nei locali pubblici, sono piccoli ma significativi passi verso un cambiamento nel Regno più oscurantista del Pianeta.
Il Principe Bandar muove i suoi uomini con improntitudine, ha avuto la sfrontatezza di piazzare suoi uomini perfino nell’Eliseo, Hollande lo saprà?
Non esiste morale nel Principe Bandar, tutto ha un prezzo. anche l’uomo è un bene e come tale vincolato alle leggi del mercato, basta contrattare il prezzo.
Anche dietro l’intervento americano in Siria ci sono i suoi petrodollari e le commesse con società americane, ma questa volta la sua Intelligence non è stata in grado di violare i segreti militari siriani, è bastato l’abbattimento di un aereo militare statunitense per far desistere l’attacco sulla Siria. Aereo abbattuto, ma mai confermato dagli Stati Uniti.
Gli eventi stavano precipitando, preoccupato ha chiamato a raccolta mercenari da tutto il Medio Oriente in particolare da Egitto, Tunisia, Libia, Iraq e Pakistan, i mercenari sono stati successivamente inviati nei campi di addestramento della CIA in Giordania.

Gli uomini di Bandar bin Sultan non hanno disdegnato di intimidire quei giornalisti liberi da condizionamenti, uno di questi il giornalista “D.G.” dell’Agenzia di Stampa MPN, il quale è stato selvaggiamente picchiato per aver scritto la verità sull’attacco chimico di fine agosto a Guta in Siria che ha visto la morte di tantissime persone tra cui numerosi bambini, lo strazio dei parenti e le urla dei genitori non saranno facili da dimenticare.
Il giornalista “D.G.” era entrato in possesso di un dossier subito dopo l’attacco chimico, nel documento venivano riportati nei minimi dettagli i piani terroristici da portare a Guta, i fusti chimici dovevano avere necessariamente provenienza russa e unico paese medio orientale a disporre di grandi quantità era la Libia.
Bisognava montare la tesi che il regime siriano era dietro l’attacco di Guta per costringere gli Stati Uniti all’intervento armato.
Nella notte via Libano e via Giordania sono entrati in Siria i fusti di Sarin e Iprite provenienti dalla Libia, la pantomima del Principe Bandar bin Sultan si plasmava.
Il Principe Bandar era cosciente che gli USA avrebbero portato l’attacco alla Siria, come lui auspicava, solo nel caso il cui il Presidente siriano travalicasse il confine delle armi convenzionali.
Oggi tanti piccoli puzzle trovano posizione, la notizia data in “anteprima” pochi minuti dopo il massacro dalle Emittenti SAT “Al Jazeera e Al Arabiya” di proprietà dei due Regnanti del Qatar e dell’Arabia Saudita, finanziatori dei ribelli in Siria, ci provocano delle domande, come è stato possibile che giornalisti e cameraman si trovassero sul posto nel momento dell’eccidio e per di più dotati di maschere integrali?
Chi ha consigliato loro di passare quel fatidico giorno dalle maschere convenzionali a quelle “particolari”?
Qualcuno ha imposto loro di indossarle in quanto le convenzionali non erano sufficienti a proteggersi? Tante domande che oggi trovano risposta.
Il mancato intervento USA e la conseguente risoluzione ONU, ha completamente stravolto i piani del Principe Bandar, inoltre l’entrata in campo delle milizie curde nelle operazioni contro i ribelli in Siria, ha reso difficile l’approvvigionamento di armi ai ribelli, soprattutto dopo che le milizie curde hanno preso il controllo di confine del valico con l’Iraq. I ribelli senza rifornimenti di munizioni continuano a perdere posizione, l’intervento delle milizie curde rappresentano un aiuto inaspettato per le forze siriane. Le forze armate possono così concentrarsi su terreni di azione più ristretti, questa nuova strategia ha dato i suoi frutti, le roccaforti dei ribelli cadono ad una ad una e le città vengono liberate. Nel frattempo oltre il valico numerose colonne di mezzi pesanti con armi e munizioni si accalcano, attendono le contromosse del Principe Bandar dopo i nuovi sviluppi in terra siriana.
I tempi per nuove strategie non ce ne sono, il popolo in Arabia Saudita, mostra timidi sintomi di disobbedienza, mai il popolo saudita si era ribellato ai suoi sovrani, qualcosa si muove silenziosamente e sotto stretta copertura, interi quartieri hanno chiuso le loro attività facendo mancare i generi primari dai mercati, i dissensi cominciano a serpeggiare anche tra membri della stessa famiglia reale, sopratutto dopo il fallimento delle strategie messe in atto in Siria, distruggere la politica laicistica di Bashar.
I Paesi Arabi sposando la proposta di smantellamento dell’arsenale chimico siriano, hanno isolato di fatto l’Arabia Saudita.
In Siria le cose stanno cambiando anche per l’entrata in campo dei Curdi che hanno liberato oltre 20 città dal controllo dei ribelli.
A dar manforte sono scesi in campo anche gli Hezbollah venuti dal Libano, e coincidenza, alcuni giorni fa a Beirut si è tenuto un incontro segreto tra l’Ambasciatore USA e il capo degli Hezbollah, ritenuta milizia terroristica dagli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti sono coscienti che l’Arabia Saudita è rimasta sola e quindi sono alla ricerca di un paracadute per non rimanere schiacciati dai rapporti troppo stretti con il Regno saudita.
Anche il Re ha percepito che il matrimonio con gli Stati Uniti volge al termine. Non ha disdegnato di cospargere di livore in un suo discorso senza mai nominarla l’Amministrazione Obama, ha definito codardi chi mostra debolezza verso quei regimi ostili ai sauditi, sottointeso Siria e Iran, un messaggio sottile all’Amministrazione Obama.
Il re non ha visto di buon occhio la riapertura del dialogo tra Londra e Teheran, ancor più la riapertura delle sedi diplomatiche in Iran.
Per Riyad si apre un nuovo capitolo, i rapporti con gli USA non sono più così idilliaci, Londra continua a premere su un dialogo da cui Riyad è estromessa.
Molti paesi arabi ritengono che il Principe Bandar bin Sultan il vero responsabile dietro gli attentati in Iraq, Libano, Nigeria ecc. ecc. è l’uomo oscuro che finanzia il terrorismo mondiale coperto fino ad oggi dagli Stati Uniti per meri rapporti petro-economici.
Il Pentagono non è più nelle condizioni di proseguire un dialogo con il Medio Oriente, nuovi canali diplomatici si stanno aprendo con l’Iran, di cui Londra diventerà interlocutore privilegiato.
Cosa accadrà a Washington che, dopo l’11 settembre ha lanciato crociate contro il terrorismo, e oggi si trova invischiato in rapporti con l’Arabia Saudita principale responsabile del terrorismo internazionale?
Prima o poi i dossier verranno fuori, non vorremmo essere nei panni del Segretario di Stato statunitense John Kerry, dovrà ricorrere a voli pindarici per dimostrare il contrario.
Siamo veramente al paradosso, l’America definiva stati canaglia quei paesi distrutti dal quel terrorismo fomentato dall’Arabia Saudita e di cui l’America ne era connivente.
Sicuramente i prossimi mesi per Obama saranno difficilissimi. I mandanti di ogni atto delittuoso, in un mondo telematico e hi tech non trovano più scampo, prima o poi la verità verrà a galla.

Maurizio Compagnone
(Opinionista della Gazzetta italo brasiliana)