“Sibari bene comune”
redazione | Il 16, Gen 2014
E’ ancora vivo il ricordo dell’alluvione dello scorso anno che ha sommerso di fanghi e detriti il sito archeologico cosentino
“Sibari bene comune”
E’ ancora vivo il ricordo dell’alluvione dello scorso anno che ha sommerso di fanghi e detriti il sito archeologico cosentino
A un anno di distanza dall’ alluvione e dallo straripamento del Crati che hanno letteralmente sommerso di fanghi e detriti il sito archeologico di Sibari, Thuri e Copia, tra i più importanti d’Europa e del Mediterraneo, i consiglieri regionali Domenico Talarico ed Emilio De Masi hanno organizzato un incontro che si terrà sabato 18 al caffè letterario di Cosenza alle ore 11, per fare il punto sulla nota questione. Attualmente l’intera area degli scavi è coperta da una massa di fango alluvionale, peraltro già solidificato, che ne impedisce la fruizione. A rischio si trova anche l’annesso museo, dove i reperti rischiano seri danneggiamenti a causa delle infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto. E’ incredibile constatare che in un anno non è stato realizzato alcun intervento per mettere al riparo il sito da altre calamità idrogeologiche e che ancora meno si è fatto per ripulirlo dal fango e dai detriti che lo sottraggono alla vista ed alla fruizione di chi intendesse visitarlo. La Regione Calabria, nonostante le ripetute sollecitazioni di sindaci, associazioni ed intellettuali, non ha finora mostrato un tangibile interesse per questa vicenda, benché avesse annunciato, ormai un anno fa, un investimento di oltre venti milioni di euro ed il “completo ripristino” degli scavi entro marzo 2013. La stessa cosa si può dire del Governo, che avrebbe, anche costituzionalmente, il dovere di tutelare e proteggere il nostro patrimonio artistico e culturale. In questo quadro si inseriscono alcune iniziative, portate avanti da intellettuali e testate giornalistiche locali, volte ad a mobilitare l’opinione pubblica sull’ argomento ed a raccogliere fondi da destinare alla messa in sicurezza degli scavi e del museo di Sibari. Evidentemente, però, il volontariato non basta. E’ necessario che le istituzioni, dal Governo nazionale alla Regione Calabria, passando per la Sovrintendenza ai Beni Culturali, si facciano carico seriamente del problema. Sibari non è Calabria, o Italia, soltanto. Sibari è Europa, Occidente, le nostre radici culturali, patrimonio dell’intera umanità. Si intervenga presto e bene.