“Battitore libero” è il nome della rubrica che curerà sul magazine edito dal Consiglio regionale

Su Calabria on web la rubrica del costituzionalista Antonino Spadaro

“Battitore libero” è il nome della rubrica che curerà sul magazine edito dal Consiglio regionale

“Soltanto fino a qualche anno fa eravamo considerati addirittura a rischio ‘secessione’ e la Lega, scontenta del regionalismo, invocava l’autodeterminazione dell’inesistente popolo padano. Dunque, ben altro rispetto all’ampio decentramento introdotto con la riforma del Titolo V della Costituzione. Bene, come se nulla fosse di questo passato recente, è all’improvviso incominciato un vero e proprio ‘tiro a segno’ contro gli enti locali, in particolare contro le Province e le Regioni”.
E’ la riflessione che propone il costituzionalista Antonino Spadaro (insegna oltre che diritto pubblico comparato e dottrina dello Stato, giustizia costituzionale presso la scuola di specializzazione dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria) nella rubrica “Battitore Libero” di “Calabria on web” (www.calabriaonweb,it) il magazine edito dal Consiglio regionale. “Province e Regioni hanno fatto di tutto e di più – sottolinea il costituzionalista – per favorire questo improvviso cambiamento di fronte e di opinione pubblica. L’immagine dell’istituto regionale è talmente deteriorata oggi che parlar bene delle Regioni è divenuto politicamente scorretto. Si tratta, invece, di un ente giuridico originale, voluto da grandi italiani (Sturzo per tutti) e illustri costituenti (Ambrosini, Mortati, ecc.), che ha rappresentato un modello di felice decentramento per tanti ordinamenti in altri Paesi e che ha garantito un insostituibile livello di autonomia politica locale”.
Passando in rassegna “le posizioni estremistiche, frettolose e pericolose, di fronte al valore costituzionale dell’autonomia, Spadaro (che di recente assieme alla costituzionalista Carmela Salazar ha curato il volume “Lineamenti di diritto costituzionale della Regione Calabria” che fa parte della collana “Diritto Costituzionale regionale” curata dal professor Pasquale Costanzo dell’Università di Genova e dal prof Antonio Ruggeri dell’Università di Messina) dato come presupposto che “Riformare le Regioni è indispensabile; eliminarle (o anche solo svuotarle di senso, depotenziandone radicalmente le competenze) no”, esorta “a stare attenti a ‘non buttare il bambino insieme all’acqua sporca” ed auspica “che possa essere superato il massimalismo delle comode semplificazioni anti-regionalistiche”. Infine, il costituzionalista pone due domande puntuali. La prima : “E’ così difficile accogliere una delle innumerevoli proposte di riforma/manutenzione dell’istituto regionale ‘sfornate’ negli anni dagli studiosi?”. La seconda: “Quand’anche riuscissimo a trovare una soluzione equilibrata, siamo proprio sicuri che il problema di fondo sia istituzionale e/o costituzionale e non piuttosto etico-politico?”