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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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La mostra “Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale” approda a Reggio Calabria

La mostra “Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale” approda a Reggio Calabria

| Il 06, Mar 2014

Al Museo Archeologico Nazionale, dal 15 marzo al 27 aprile

La mostra “Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale” approda a Reggio Calabria

Al Museo Archeologico Nazionale, dal 15 marzo al 27 aprile 

 

 

Dopo il grande successo ottenuto presso il Complesso del Vittoriano di Roma, la mostra “Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale” sarà ospitata dal 15 marzo al 27 aprile 2014 dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
La mostra, che nasce nell’ambito delle iniziative previste dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi – Presidenza del Consiglio dei Ministri, e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ha l’obiettivo di dare risalto al legame tra Verdi e il contesto politico e culturale italiano ed europeo.
L’esposizione, che illustrerà attraverso materiali documentari originali la vita del compositore di Busseto in rapporto con le vicende storiche e politiche italiane, è promossa dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e dall’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi ed è a cura di Marco Pizzo e Massimo Pistacchi con il coordinamento generale e la direzione di Alessandro Nicosia. L’organizzazione è di Comunicare Organizzando.

La mostra
La mostra è articolata in sei sezioni che mettono in relazione la vita di Verdi con il contesto musicale coevo e con gli avvenimenti storici contemporanei sia a livello nazionale che internazionale. Ogni sezione è illustrata con materiali documentari originali per permettere di cogliere “visivamente” questo collegamento anche grazie ad una selezione di opere – dipinti, disegni, incisioni, giornali satirici dell’Ottocento, cimeli – che in qualche modo illustrano anche i temi ispiratori del melodramma verdiano. Nel percorso della mostra verrà proiettato un filmato in cui il maestro Muti, considerato oggi il più importante interprete delle opere di Verdi, illustrerà la grandezza e i valori identitari che il compositore ha veicolato durante gli anni in cui la nazione stava nascendo e che sono arrivati intatti ai nostri giorni.

Le sezioni

Scritture verdiane
La sezione muove da una selezione di ritratti del compositore di Busseto, fra dipinti e fotografie.
I numerosi autografi verdiani esposti, provenienti dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, mostrano il loro principale interesse nella ricostruzione che offrono dell’atteggiamento politico di Giuseppe Verdi e rappresentano una documentazione molto importante per gli studiosi verdiani. Sullo sfondo la proiezione del film muto del 1913 del regista Giuseppe De Liguoro Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria, conservato presso la Cineteca Nazionale di Roma e recentemente restauro.
Grazie alla disponibilità della Biblioteca Nazionale di Napoli è possibile ammirare, attraverso un contributo multimediale, una selezione delle carte contenute nell’Album Verdi, conservato presso la Biblioteca Lucchesi Palli, il settore della Biblioteca Nazionale di Napoli dedicato alle arti dello spettacolo, in cui Ercole Alberghi nel 1913 raccoglie circa ottanta autografi verdiani risalenti agli ultimi anni della vita del compositore e fortunosamente sottratti alla perdita grazie alla governante di Verdi.

Verdi nella stampa periodica. La satira
La fortuna popolare delle opere di Verdi è testimoniata dalla produzione a stampa contemporanea che prese a modello gli interpreti delle sue opere per realizzare una serie di tavole satiriche in alcuni periodici dell’Ottocento. La sezione offre la possibilità di ammirare le caricature di Melchiore Delfico, concesse in prestito dalla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma, e un’ampia selezione di periodici dell’ottocento in cui le opere di Giuseppe Verdi sono al centro di numerose vignette satiriche.

Sentire Verdi
E’ la sezione centrale della mostra. Qui è predisposto un percorso di ascolto di brani musicali d’epoca, realizzato in collaborazione con l’Istituto per i Beni Sonori e Audiovisivi. Si intende far percorrere al visitatore un percorso sonoro “storico” mettendo a confronto le tecniche di registrazione che si sono succedute nell’arco di oltre un secolo. Rare registrazioni in cui compaiono i nomi dei più grandi interpreti lirici del Novecento. Accanto a questa selezione di brani musicali saranno esposti anche rari strumenti di riproduzione sonora (dalle macchine in grado di leggere i cilindri in cera ai primi grammofoni) per far comprendere in che modo la musica del melodramma potesse essere resa popolare attraverso le “nuove scoperte” in grado di realizzare registrazioni sonore (nel 1906 ci vogliono 23 dischi per la prima registrazione integrale dell’Aida di Verdi).

Verdi Politico
Esiste un Verdi “politico”? Al di là della sua nomina a senatore a vita, nel 1874, il musicista configura la sua partecipazione alla vita politica all’interno della sua esperienza e della sua formazione culturale. E’ politica, sicuramente, la sua sottoscrizione alla petizione presentata dall’editore Ricordi a Cavour per considerare una diversa gestione della tutela dei diritti di copyright; è politica la sua visione filantropia ed assistenziale mediante la creazione di strutture di sostegno per i poveri e gli ammalati – come nel caso della creazione della Casa di riposo per artisti di Milano o l’ospedale di Giuseppe Verdi di Villanova sull’Arda.

Requiem
La grande ammirazione di Giuseppe Verdi per Alessandro Manzoni, testimoniata anche attraverso famose lettere del compositore, si tradurrà nella famosa Messa da Requiem eseguita a Milano da Verdi ad un anno dalla morte di Manzoni. La morte, tema sempre presente nelle composizioni verdiani, attraverso il filmato storico dei funerali di Giuseppe Verdi, messo a disposizione dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano che sarà messo in parallelo con la registrazione storica del concerto diretto da Arturo Toscanini nel 1944 al termine del Secondo conflitto mondiale.

Scene e primi interpreti del melodramma verdiano
Il melodramma verdiano si muove all’interno delle teorizzazione del teatro ottocentesco. Se per la scenografia i canoni erano quelli consueti del naturalismo, nella gestualità degli interpreti lo spirito sembra più in linea con i nuovi orientamenti teorici che prendevano le mosse dalla gestualità della “pantomima” che cercava di rendere esplicite, attraverso una ampia gestualità, le passioni e le tensioni sentimentali.

Verdi al cinema
Una piccola sezione, che anticipa il percorso principale della mostra fin qui illustrato, è dedicata alla trasposizione cinematografica delle opere di Verdi. Qui troveranno spazio brani di film ispirati alle opere di Verdi, locandine e manifesti originali, foto d’epoca.